Cortoon


CESTELLI
DI RABBIA

di Luca Antoccia

La guerra è una cosa sporca e prima o poi deve trovare la sua lavatrice, come le divise dei soldati di stanza in una base Nato in Sardegna. Ma la lavatrice di The Wash (Tomaso Mannoni, 2018, cortometraggio finalista ai Nastri d’argento 2019) testimonia la più sporca tra le guerre, quella combattuta, anche se solo in esercitazioni, con componenti nucleari, che va ripulita e fatta scomparire agli occhi dell’opinione pubblica. Non può essere mostrata e dunque va mostrata in modo esteticamente agguerrito, questa l’operazione di Mannoni. Si può estrarre dal cestello di una lavatrice un senso di minaccia e trasformare il suo oblò in un obice di cannone? Il suo unico occhio di Polifemo può disoccultare la verità? La scommessa è vinta anche grazie a un lavoro sull’immagine che ricorda in certi tratti la videoarte e la pittura. Gli inserti a schermi multipli (che richiamano alla memoria le torri di monitor di Nam June Paik e i Paesaggi TV degli anni Settanta di Mario Schifano) servono ad acuire la riflessione che parte in questo caso dalla storia di una famiglia proprietaria di una lavanderia in cui gli ufficiali di stanza nel poligono di Capo Teulada (Sardegna) portavano a pulire negli anni Ottanta e Novanta le divise contaminate da torio 232. Cinque fratelli su sei (uno era in Brasile) - che avevano ereditato dai genitori la lavanderia - sono rimasti vittime di vari tipi di neoplasie. Il film racconta il tentativo di stabilire il nesso causa-effetto tra malattie e inquinamento radioattivo, non facile per la giustizia anche quando, come nel caso di Chernobyl, è sotto gli occhi di tutti. Qui poi, come nel caso di ogni film sui disastri nucleari, il cinema è davanti al suo limite: mostrare ciò che non si vede. Il connubio Sardegna e inquinamento radioattivo bellico era stato affrontato nel 2013 da Massimo D’Anolfi e Martina Parenti in Materia oscura (visibile su YouTube) - con alternanza di materiale di repertorio e documentario, puntando molto sulle capacità estetiche ed evocative delle immagini - e nel 2018 da Lisa Camillo, antropologa residente in Australia ma cresciuta in Sardegna, in Balentes (visibile su Amazon Prime). Di recente riprende l’argomento, anche se di scorcio, il lungometraggio di finzione L’agnello (2019) di Mario Piredda. La strada di Mannoni è più corta (poco più di venti minuti, visibili in chiaro su Vimeo nel mese di ottobre) ma più incisiva.

ART E DOSSIER N. 380
ART E DOSSIER N. 380
OTTOBRE 2020
In questo numero: L'ORO di Fabrizio Plessi in esclusiva per la copertina di 'Art e Dossier'. SE I PITTORI GUARDANO IL CIELO: Le stelle di Van Gogh. Quando l'arte parla del clima. IN MOSTRA: Plessi a Venezia; Barbieri ad Astino; Christo a Parigi; Magnani a Mamiano di Traversetolo. Direttore: Philippe Daverio