Grandi mostre. 1
Fornasetti a Parma

SOLO PER
I SUOI OCCHI

Una mostra spettacolare dedicata a Piero Fornasetti nel Complesso della Pilotta propone un percorso con un sottile gioco di rimandi tra le opere del grande artista e designer e gli straordinari ambienti del palazzo.

Marta Santacatterina

Un pubblico immobile e impietrito assiste allo spettacolo dei visitatori che varcano la soglia del teatro Farnese di Parma: dalle antiche gradinate centinaia di occhi in bianco e nero osservano in silenzio chi calpesta il tavolato della vasta platea. Occhi di chi? Di Lina Cavalieri, soprano e attrice, ma soprattutto musa e autentica ossessione di Piero Fornasetti che cominciò a disegnare il suo viso per la prima volta nel 1952 e non smise più, tanto che, scomparso nel 1988 il grande artista e designer, il figlio Barnaba ha ereditato l’iconica serie Tema e variazioni - così come tutto l’archivio - e ancora oggi il volto ambiguamente affascinante della cantante, con le sue infinite declinazioni, non smette di generare oggetti e fa capolino su nuovi piatti, posacenere, vassoi.

L’idea di allestire una mostra dedicata a Fornasetti negli spazi del Complesso monumentale della Pilotta - la frequentazione dei musei pubblici da parte dell’atelier risale al 1992, quando il Victoria and Albert Museum di Londra propose una retrospettiva postuma del designer - è scaturita dall’invito del direttore del museo di Parma Simone Verde che, insieme a Barnaba Fornasetti e a Valeria Manzi, ha curato un progetto dal forte impatto spettacolare, basato su approfondite ricerche grazie alle quali è stato possibile tessere una rete di connessioni tra i lavori di Fornasetti e la storia del teatro Farnese, della Pilotta, delle straordinarie opere d’arte e librarie che vi si conservano.


Una veduta della mostra Fornasetti. Theatrum Mundi, Parma, Complesso monumentale della Pilotta, teatro Farnese.

Dall’intero repertorio della classicità sembra aver attinto Fornasetti per le sue creazioni

Ecco allora che la prima tappa è nell’elegante Galleria Petitot della Biblioteca palatina, dove l’infilata di vetrine contiene, divisi per temi, i principali oggetti realizzati dall’atelier, ma anche curiosità come le sequenze di produzione - è il caso, ad esempio, del vassoio Anemoni dei primi anni Cinquanta del Novecento, del quale sono esposti il disegno originale, la matrice di stampa, il modello colore e il vassoio stesso - che consentivano a Fornasetti di partire da un’idea per giungere al prodotto finito. Poi i libri, e quel logo - con il suo font così simile ai caratteri bodoniani - che trova spazio vicino ai volumi stampati proprio da Giambattista Bodoni (e non si dimentichi che in Pilotta ha sede anche il poco noto, ma straordinario, museo dedicato al tipografo).


Particolare dell’allestimento nel teatro Farnese.

La carrellata attraverso la storia dell’atelier dimostra come quel trionfo di decorazione abbia sempre preso vita da una pratica rigorosa del disegno, irrinunciabile per Piero Fornasetti, e la moltitudine di oggetti selezionati viene spiegata dal titolo dell’esposizione, Theatrum Mundi, ispirato all’opera dell’umanista neoplatonico Giulio Camillo e al suo enciclopedismo finalizzato alla rappresentazione, mediante «immagini sature di significato», dell’«intero scibile umano, collegando presente, passato e futuro»(1). Dall’intero repertorio della classicità sembra allora aver attinto Fornasetti per le sue creazioni, in cui si intrecciano citazioni dell’Antico e rinascimentali, passione per l’ornamento neoclassico, incursioni nel corpus delle incisioni di Piranesi e riferimenti alla Metafisica, e ancora volti o atmosfere che fanno pensare ad Alberto Savinio e figure o nature morte così vicine a certi disegni di Picasso.

Attraversato il teatro Farnese, popolato da circa settecento piatti in porcellana, ci si addentra nelle sottogradinate - ambienti già di per sé estremamente suggestivi - dove si mettono a fuoco le discipline dell’architettura e della musica, quelle più appropriate al contesto. 


Allestimento nei Voltoni del Guazzatoio. Vedute della mostra Fornasetti. Theatrum Mundi, Parma, Complesso monumentale della Pilotta.

Gli aspetti architettonici del teatro - fatto costruire da Ranuccio I Farnese dal 1618 e inaugurato dieci anni dopo in occasione delle nozze tra Odoardo Farnese e Margherita de’ Medici -, attraverso fonti originali e volumi estratti dalle collezioni della biblioteca, dialogano e trovano assonanze con i disegni e gli oggetti di Fornasetti, che considerava l’architettura come modello e la bussola dell’idea del fare artistico, «intimamente legata all’ideale del disegno, allo studio delle leggi e delle proporzioni che sono alla radice del bello»(2)Del resto proprio il celebre architetto Gio Ponti notò il talento del giovane Fornasetti e la loro collaborazione, dall’inizio degli anni Quaranta, sfociò in importanti progetti tra cui, per fare un solo esempio, il Trumeau Architettura esposto alla Triennale nel 1951, uno dei pezzi forti della mostra di Parma; guarda caso l’immagine alla base del mobile richiama molto da vicino la struttura dello scalone monumentale della Pilotta. Quanto alla musica, pare che il padre di Piero Fornasetti avesse previsto per il figlio una carriera quale compositore: non stupisce quindi che “il cibo per l’anima” compaia spesso sotto forma di strumenti musicali - ma senza dubbio anche la loro forma deve aver suscitato l’interesse del designer - su sedie, paraventi, portaombrelli che ora fanno bella mostra di sé collegandosi non solo al contesto del Farnese, ma pure al Teatro regio, tempio della lirica di Parma lontano solo pochi passi.


Particolare dell’allestimento nella Galleria Petitot della Biblioteca palatina

Ai piedi della duchessa Maria Luigia scolpita da Canova, un amabile carlino in ceramica

La ricchezza del repertorio iconografico di Fornasetti torna ancora nei piatti, adeguatamente collocati attorno a un sontuoso trionfo da tavola ottocentesco. Dalla sala del Trionfo si transita poi verso l’austero e vastissimo salone presieduto da Sua Maestà la duchessa Maria Luigia, scolpita nelle vesti di Concordia da Antonio Canova nel 1814. Ai suoi piedi, a farle finalmente compagnia dopo lunghi secoli di solitudine, un amabile carlino in ceramica nato dalla matita di Fornasetti, mentre sulle sedute neoclassiche poste sotto i dipinti di epoca borbonica riposano tanti gattini, indifferenti, come solo i felini sanno esserlo, allo sguardo curioso e divertito dei visitatori del museo. Del resto, quante volte ci attardiamo, osservando un dipinto, sul cagnolino che riposa sul tappeto o sul gattino che sbuca da un angolo in un ritratto di famiglia? Le sculture di Fornasetti diventano allora un’espressione tridimensionale e novecentesca di quegli animali da compagnia della nobiltà del Settecento e dell’Ottocento, e ben restituiscono l’atmosfera un po’ stucchevole delle corti dell’epoca.


Allestimento nella sotto gradinata ovest


Allestimento nell’ingresso del teatro Farnese.


Antonio Canova, Maria Luigia d’Austria nelle vesti di Concordia (1814) nel salone dell’Ottocento.

A completare un percorso nella creatività che comincia dall’arte classica e neoclassica, transita attraverso le idee visionarie e surreali di Fornasetti e giunge fino a oggi, è infine la presenza di due artisti contemporanei chiamati da Barnaba Fornasetti a reinterpretare alcune creazioni iconiche dell’atelier. Le opere di Carlo Dell’Acqua - con i suoi piatti e teiere frantumati e ricomposti - e di Anj Smith - che ha decorato un trumeau fornasettiano con animaletti selvaggi in un paesaggio fantastico - si mimetizzano discretamente tra le protagoniste della mostra, dando vita a un ulteriore gioco di caccia al tesoro, o a un «viaggio stratificato tra classico e contemporaneo, tra dimensioni del pensiero e dell’immaginazione»(3), che appassiona, diverte e consente ai visitatori di scoprire i legami tra le epoche, gli stili e i loro creatori.


Allestimento nel salone dell’Ottocento.

(1) G. Quadrio Curzio, Introduzione, in Fornasetti. Theatrum Mundi, catalogo della mostra (Parma, Complesso monumentale della Pilotta, 5 marzo 2020 - 27 settembre 2020) a cura di B. Fornasetti, V. Manzi, S. Verde, Cremona 2020, p. 4.

(2) G. Quadrio Curzio, Architettura, in Fornasetti. Theatrum Mundi, op. cit., p. 41.

(3) G. Quadrio Curzio, Introduzione, cit., p. 4.

Fornasetti. Theatrum Mundi

a cura di Barnaba Fornasetti, Valeria Manzi e Simone Verde
Parma, Complesso monumentale della Pilotta
fino al 14 febbraio 2021
orario 8.30-19, domenica 13-19, chiuso lunedì
catalogo Fornasetti
www.complessopilotta.it

ART E DOSSIER N. 379
ART E DOSSIER N. 379
SETTEMBRE 2020
In questo numero: RICORDO DI VITTORIO GREGOTTI. La forma e il contesto. IL MISTERO OLTRE L'IMMAGINE. Key Sage la surrealista. L'artista veggente cieco. Un'ipotesi per Michelangelo. IN MOSTRA: Fornasetti a Parma. Caravaggeschi a Roma.Direttore: Philippe Daverio