Cortoon


BOLOGNA
CITTÀ APERTA

di Luca Antoccia

Se la pandemia del coronavirus ha sconvolto le nostre vite e abitudini, anche per quanto riguarda pratiche visive e visioni cinematografiche, bisogna dare il grande merito ad alcune fondazioni e istituzioni per aver non poco alleviato la generale astinenza con notevoli proposte e riproposizioni e in qualche caso con piccole riscoperte. Tra gli altri si sono contraddistinti l’Istituto Luce, l’iniziativa CinemAmbiente (promossa da Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare e Festival CinemAmbiente - Museo nazionale del cinema), la Cineteca di Milano e la Cineteca di Bologna. In particolare quest’ultima ha ritrovato un prezioso e dimenticato cortometraggio su Bologna e i suoi portici. Bologna è la città con più portici al mondo, oltre trentotto chilometri, cosa che ne fa un organismo unico come fosse una delle “città invisibili” di Calvino. Ma rappresenta pure una struttura visiva pervasiva che non poteva non essere colta anche con strumenti cinematografici. Guida per camminare all’ombra, documentario di dieci minuti di Renzo Renzi, spalla di Guido Aristarco per decenni alla rivista “Cinema Nuovo”, sa trarre dal complesso dei portici tutti gli accordi di luci e ombre, le fascinose prospettive e angolazioni possibili. Non solo, perché il piccolo gioiello, raccontato con la sobria voce off di un giovane Sergio Zavoli (il film è del 1954) è anche un saggio di microstoria (i portici nascono da strutture provvisorie in legno, un po’ gli antenati dei portici nati già per per accogliere i contadini e metterli al riparo dalle invasioni barbariche) e di urbanistica. In particolare racconta come una struttura architettonica agisca sulla vita pubblica, sulla legislazione cittadina, sulla viabilità (i portici precorrono i moderni marciapiedi) ma anche come incentivio la socialità e l’apertura nel carattere dei suoi abitanti. Almeno per questo motivo Guida per camminare all’ombra è un film da recuperare assolutamente e la sua riedizione e fruizione ai tempi del Covid-19, che ci ha costretto ognuno nella propria casa, costituisce insieme un lenimento e uno struggimento: vedere una coppia che flirta all’angolo di una strada, due anziani che chiacchierano vicino a un’edicola di giornali, un capannello intorno a un ambulante sembrano promemoria di una socialità momentaneamente perduta e rimpianta ma anche anticorpi utili a desiderare una vita piena. La città è un organismo e Bologna, con i portici, è un piccolo miracolo.

ART E DOSSIER N. 378
ART E DOSSIER N. 378
LUGLIO-AGOSTO 2020
In questo numero: EROS IN ARTE: I colori delle donne di Corbaz. Se il bordello ispira il pittore. LUOGHI DA VEDERE: Due fondazioni ad Atene. Palazzo ducale a Sassuolo. Le case a graticcio in Germania. IL SENSO E LA BELLEZZA: San Girolamo nel Rinascimento. Donatello e ilmovimento. I monili di Raffaello.Direttore: Philippe Daverio