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UN TALENTO
SFACCIATO

di Daniele Liberanome

Non passa di moda e continua ad attrarre schiere di collezionisti. L’importante è avere un buon portafoglio perché le quotazioni di Joachim Wtewael non hanno cedimenti

Rimanere a bocca aperta è la norma per chi osserva un dipinto di Joachim Wtewael (1566-1638). Che sia per il virtuosismo tecnico, espresso perfino su lastre di rame di piccole dimensioni, o per la frequente complessità delle scene, che l’osservatore non può che godersi con calma, o per il movimento che imprime ai soggetti, l’effetto è assicurato.

C’è da rimpiangere che la pittura fosse per Wtewael una sorta di secondo lavoro, quasi un hobby, perché i suoi poliedrici talenti l’avevano portato a occuparsi con successo del commercio di lino (e alla gestione degli affari dedicava gran parte delle sue giornate). Ma l’ispirazione non gli mancava perché la sua mente e i suoi occhi avevano fin da giovane assorbito una gran quantità di stimoli artistici, provenienti innanzitutto dai maestri di Utrecht - città in cui lui stesso viveva e in cui imperava lo stile tardomanierista - ma anche dai capolavori italiani di fine Rinascimento, in particolare da quelli di Michelangelo.
Mise il suo talento a servizio di una visione del mondo e della religione assai aperta e lontana dal moralismo alla Bruegel. Pare che abbia lavorato per chiese cattoliche clandestine (visto che Utrecht era sede di culti protestanti) e per certo non esitava a inserire nelle sue opere riferimenti erotici particolarmente evidenti.

C’è chi li ha voluti interpretare come mezzo estremo per richiamare gli uomini alla retta via ma ci fu anche chi compì addirittura lo scempio di asportare parti dalle sue opere pur di eliminare scene troppo esplicite. Questo accadde purtroppo a un disegno, conservato agli Uffizi di Firenze, dal titolo Marte e Venere sorpresi da Vulcano da cui è stata tagliata la coppia dei due amanti divini ritratti presumibilmente in posizione lasciva. Ma, fortunatamente, Wtewael amò particolarmente quell’episodio mitologico da dedicargli almeno tre splendidi dipinti, di cui uno si trova al J. Paul Getty Museum di Malibu e un altro al Mauritshuis all’Aja, mete imprescindibili per gli amanti dell’arte.


Marte e Venere sorpresi da Vulcano (1610).

Rimane in mani private il terzo esemplare, su piccola lastra di rame (18 x 13 cm), di qualità straordinaria. Nel 2012 Christie’s riuscì a scovarlo e ad attribuirlo correttamente nel corso di una stima di routine effettuata sulla collezione di una famiglia nobile francese. Per la casa d’asta si rivelò un gran colpo di fortuna, perché offrì l’opera a Londra il 3 luglio di quell’anno con una valutazione un po’ indefinita di 2,5-5 milioni di euro, per poi venderla a quasi 5,8 milioni. Resta quello il record assoluto in asta per Wtewael ma aggiudicazioni importanti si sono registrate anche più di recente e non c’è da stupirsene.
Il 30 gennaio dello scorso anno Sotheby’s di New York ha presentato Banchetto degli dei (dipinto nella maturità) con notevole alternanza di piani diversi. In primo piano, di nuovo, Marte e Venere con alcune divinità che paiono parte di un fregio; in secondo piano, la scena del banchetto con altri numi ciascuno con specifiche cromie e pose; in alto, altre figure di dimensioni maggiori. Tutti, in una lastra di rame di 18 x 20 cm, dipinti in modo da essere apprezzati nel complesso ma anche singolarmente, grazie al gioco dei colori e ai movimenti dei personaggi. Sotheby’s di New York l’ha aggiudicata per 5,2 milioni di euro al Centraal Museum di Utrecht, dove la si può già ammirare. Il museo ha dovuto allestire uno schieramento di sostenitori per permettersi un esborso tanto considerevole. Il notevole risultato d’asta era atteso, specie perché si tratta di un soggetto mitologico molto apprezzato: tutte le opere più care di Wtewael rientrano in questa categoria. 


Banchetto degli dei (1602-1612).

Tra le altre, di particolare rilievo, Diana e Atteone, in cui l’incauto cacciatore vive il suo momento d’oro prima di essere tramutato in cervo e sbranato dai suoi stessi cani per aver spiato la dea della castità, durante il bagno con le sue compagne. Wtewael la ritrae con forti tratti michelangioleschi e in una nudità che, certo, l’artista maschera assai poco. Il soggetto era popolare nella Utrecht del tempo, tanto che vi si cimentò anche Bartholomäus Spranger, uno dei mentori di Wtewael.

La piccola lastra di rame richiamò ben due volte da Sotheby’s un notevole numero di collezionisti dalle ottime capacità economiche, anche perché un quadro simile è ben noto per essere esposto al Kunsthistorisches Museum di Vienna. La casa d’asta presentò Diana e Atteone una prima volta a New York il 30 novembre 1997 ricavandone non meno di 2,2 milioni di euro, ma a Londra il 3 luglio dello scorso anno, quando l’acquirente del 1997 rimise l’opera in vendita, fu ancora più felice perché riuscì a piazzarla per oltre 4 milioni di euro.

Wtewael non passa certo di moda, anzi. E il suo successo non dipende dal soggetto, perché anche quando si passa alla sfera religiosa, peraltro trattata in modo informale come l’artista sapeva fare, il risultato non cambia. Valga per tutti l’esempio di Adamo ed Eva, in cui la scoperta della voluttuosità da parte di Adamo è talmente prorompente che non si può fare a meno di osservare il seno della donna, mentre gli animali intorno, sistemati su piani diversi, si godono ancora la quiete del giardino dell’Eden. Sotheby’s non aveva scommesso molto sull’appeal di quell’olio su rame, anche se di dimensioni appena più grandi del solito (30 x 28 cm), e lo stimò 580-880mila euro. Così, quel 30 gennaio 2011 a New York furono necessari lunghi minuti di rialzi in sala e al telefono prima di fissare il prezzo definitivo alla bellezza di oltre 4,5 milioni di euro. Evidentemente Wtewael è pittore per ricchissimi di ottimi gusti.


Adamo ed Eva (1610-165).

ART E DOSSIER N. 378
ART E DOSSIER N. 378
LUGLIO-AGOSTO 2020
In questo numero: EROS IN ARTE: I colori delle donne di Corbaz. Se il bordello ispira il pittore. LUOGHI DA VEDERE: Due fondazioni ad Atene. Palazzo ducale a Sassuolo. Le case a graticcio in Germania. IL SENSO E LA BELLEZZA: San Girolamo nel Rinascimento. Donatello e ilmovimento. I monili di Raffaello.Direttore: Philippe Daverio