Grandi mostre. 1 
Gilbert & George a Locarno

SCULTURE
VIVENTI

Uniti nell’arte e nella vita da oltre cinquant’anni, Gilbert & George hanno sempre preso spunto dalla realtà per sfidare cliché, convenzioni e tabù. Concentrando l’attenzione su tematiche culturali, di genere, sociali, politiche e religiose l’indissolubile duo, tra performance, scultura e grafica prosegue il proprio lavoro con irriverente ironia e con il costante impegno di renderlo accessibile a tutti.

Alessia Bottaro

La loro firma comune ha risolto qualsiasi distinzione di ruoli: Gilbert & George sono due uomini in una sola entità artistica. L’indissolubile sodalizio nasce oltre cinquant’anni fa, alla Saint Martin’s School of Art di Londra, e vede i primi successi nelle memorabili performance della fine degli anni Sessanta del secolo scorso, dove gli artisti si proclamano «sculture viventi». Gilbert & George si presentano con gli impeccabili completi da ufficio che li accompagneranno lungo l’arco di tutto il percorso, pronti per la prima delle loro Laws of Sculptors, che li vuole «vestiti con eleganza, ordinati, rilassati, cordiali, educati e assolutamente padroni di sé».
La compostezza del loro aspetto si riflette nella fortunata formula che coniano nel corso del decennio successivo: le immagini fotografiche disposte a pannelli, secondo un regolare sistema di griglia. La sistematicità tuttavia non preclude, anzi potenzia la loro libertà di comunicazione, volta a descrivere la società contemporanea e decisa ad arrivare al pubblico più ampio e variegato. “Art for All” è difatti il leitmotiv che da oltre cinquant’anni guida Gilbert & George, desiderosi di esprimersi in maniera riconoscibile, abbattendo qualsivoglia ostacolo posto dall’élite o dalle etichette.

Per poter descrivere nella maniera più capillare possibile l’avventura nuda e cruda di un’esistenza nel mondo moderno, i due artisti non possono che attingere dalla realtà urbana che li attornia, ovvero il quartiere East End di Londra dove abitano da sempre, estremamente multiculturale e cosmopolita. Gilbert & George s’immergono pertanto quotidianamente nei caleidoscopici aspetti del tessuto metropolitano, dando vita a racconti intensi, dettagliati, acuti, dove le scritte, i graffiti, i testi affissi nelle strade condividono con loro la scena, creando opere dal fortissimo impatto comunicativo.


Union Dance (2008).

Racconti intensi, dettagliati, acuti, dove le scritte, i graffiti, i testi affissi nelle strade condividono con loro la scena


Le energiche visioni del duo inglese approdano quest’anno in Canton Ticino e The Locarno Exhibition s’inserisce così nel solco delle grandi mostre organizzate in musei di tutto il mondo, che vedono Gilbert & George curarne tutti gli aspetti come per l’evento attuale. In questa sede la scelta delle opere verte su tematiche controverse e urgenti del dibattito contemporaneo: gli artisti hanno compiuto una cernita, individuando cinque gruppi di “picture” realizzate tra il 2008 e il 2016, proponendosi il compito di trasformare ogni sala in un grande affresco dalle violente cromie, sconvolgendo completamente l’aspetto della signorile dimora del Settecento in cui ha sede il Museo Casa Rusca.


Ridley Road (2013).

L’esposizione si apre con le tonalità sensazionali della serie Utopian Pictures del 2014: un’incursione estenuante di slogan, esortazioni, proclami, minacce, insinuazioni, si muove tra le figure camuffate e impassibili di Gilbert & George e i monogrammi dei reali britannici. Il contrasto tra le altisonanti sigle e la letteratura mediocre di strada contribuisce alla ricerca di una descrizione lucida e intensa della società attuale. Aiuta questo studio anche la bandiera britannica, nel linguaggio comune “Union Jack”, inserita come elemento decorativo nelle Jack Freak Pictures del 2008, che indagano atmosfere alquanto emblematiche. Il vessillo si priva di significati patriottici per dare spazio a stratificazioni in cui le figure dei due artisti vengono stilizzate, distorte, scomposte e incluse in schemi di medaglie e amuleti, creando un clima febbrile, mostruoso, claustrofobico. L’orgoglio nazionale viene così contagiato dalle paure del singolo, sottolineando la contrapposizione inevitabile tra identità nazionale (“Union Jack”) ed esperienza dell’uomo moderno, che non può esimersi da tutto ciò che è strano (“Freak”).

L’approfondimento prosegue con le Scapegoating Pictures del 2013, dove il duo si rappresenta con maschere di ferro tra una pioggia di bombolette di gas esilarante e immagini tratte dalla quotidianità urbana segnata dalla complicata compresenza di diverse religioni e stili di vita. Compiendo un focus su questa complessità, Gilbert & George evidenziano, con l’inserimento delle bombolette, i pericoli della società dell’astio reciproco, del fondamentalismo religioso, del laicismo capitalistico, che tende a trovare nell’altro il capro espiatorio (“scapegoat”) della propria aggressività.

Lo scenario profondamente urbano è presente anche nelle London Pictures del 2011, scaturite dalla raccolta di migliaia di locandine di giornali di Londra, che ne riportano i cosiddetti “strilli”. Gli artisti raggruppano i titoli accomunati da violenti termini come “Kill”, “Pervert” e “Stabbed”, per poi mimetizzarsi ancora una volta e guidare l’osservatore nel ritratto realistico della loro città, in netto contrasto con l’effige autorevole e potente di Elisabetta II, oltraggiata da questa overdose di violenza e squallore.


E II R (2014).

Java (2008).

La barba viene impiegata per esplorare mondi vividi, misteriosi e stati d'animo

Nella descrizione del mondo di Gilbert & George non potevano mancare le stupefacenti Beard Pictures del 2016, che si servono di un simbolo della storia religiosa, culturale e sociale, dall’induismo agli hipster. La barba viene impiegata per esplorare con pungente ironia mondi vividi, misteriosi e stati d’animo. Ai visi di Gilbert & George sono ancorate delle barbe incredibili, che si trasformano in fogliame o in strane forme architettoniche dai colori quasi sgradevoli. In questa bizzarra stravaganza si fanno poi strada profili numismatici, allarmi di vigilanza, pubblicità sessuali. Sembra che gli artisti si siano aggiunti a un’eccentrica sfilata di maschere folli, con lo scopo di catapultare anche l’osservatore, nella maniera più brutale possibile, oltre il sistema convenzionale dell’arte e della società. Da sempre, nelle loro ricerche, Gilbert & George approfondiscono il confronto con ciò che li circonda e che è dentro di loro come se fossero costantemente al limite della voragine, al centro della tormenta di input forniti dalla vita metropolitana, riuscendo a esplorarne ogni aspetto, reclamando la libertà di raccontare e raccontarsi senza compromessi. “L’arte per tutti” diventa così vincolo per oltrepassare i tabù e richiamare a gran voce i sentimenti di ogni singolo individuo, nella più ampia reinterpretazione del mondo possibile.


Ghost Post (2016).

God Save the Beard (2016).


Beardbaby Beardbaby (2016).

Gilbert & George. The Locarno Exhibition

Locarno, Museo Casa Rusca
a cura di Gilbert & George e Rudy Chiappini
fino al 18 ottobre
orario 10-12 / 14-17, chiuso lunedì
catalogo Museo Casa Rusca
www.museocasarusca.ch

ART E DOSSIER N. 378
ART E DOSSIER N. 378
LUGLIO-AGOSTO 2020
In questo numero: EROS IN ARTE: I colori delle donne di Corbaz. Se il bordello ispira il pittore. LUOGHI DA VEDERE: Due fondazioni ad Atene. Palazzo ducale a Sassuolo. Le case a graticcio in Germania. IL SENSO E LA BELLEZZA: San Girolamo nel Rinascimento. Donatello e ilmovimento. I monili di Raffaello.Direttore: Philippe Daverio