Arte contemporanea


Art Workers
Italia

Cristina Baldacci

L'arte come professione. In Italia non ne abbiamo ancora sufficiente consapevolezza, né a livello culturale-sociale, né politico-istituzionale. La crisi pandemica ha risvegliato l’urgenza di ripensare il mondo in cui viviamo, non più solo a parole. Fatti, azioni, cambiamento: (ri)scrivere le regole domandandosi quale ruolo, quali diritti ha l’artista nella nostra società postcapitalista e globalizzata. Questo è ciò che si propongono gli Art Workers Italia [AWI] - rigorosamente con la parentesi quadra, che allude a un’identità visiva orizzontale, inclusiva e rivolta a mettere in risalto contenuti-chiave -, gruppo promotore di una pratica radicale che ricorda quella della Art Workers Coalition (AWC) americana durante la crisi della guerra in Vietnam. Abbiamo intervistato il collettivo.


Chi siete e come siete organizzati?

Siamo un gruppo informale, autonomo e apartitico, di lavoratrici e lavoratori delle arti contemporanee, formatosi su base partecipativa nel contesto dell’attuale crisi dovuta alla pandemia di Covid-19. [AWI] include tutte quelle figure che operano all’interno di enti e istituzioni pubbliche e private per l’arte contemporanea e/o che svolgono una libera professione in collaborazione con esse. Attualmente abbiamo organizzato il lavoro in diversi tavoli tematici che operano in sinergia permettendoci di portare avanti una costante attività di approfondimento, autoformazione e coordinamento delle mobilitazioni.


Durante la crisi pandemica è nato Art Workers Italia [AWI], collettivo indipendente volto a sensibilizzare le coscienze sul ruolo e sui diritti dei lavoratori dell’arte contemporanea

In quali contesti agite e quali sono i vostri obiettivi?
Il [RICONOSCIMENTO] delle specificità delle professioni che operano nell’arte contemporanea, la [REGOLAMENTAZIONE] dei rapporti di lavoro, la [REDISTRIBUZIONE] delle risorse, la riforma e il [RIPENSAMENTO] delle logiche dell’intero settore costituiscono la nostra imprescindibile prospettiva strategica, nel breve e nel lungo periodo. Stiamo lavorando in dialogo con enti di ricerca, università, fondazioni e cooperative per condurre [INDAGINI] finalizzate alla descrizione quantitativa e qualitativa della condizione delle figure professionali dell’arte contemporanea in Italia; avviare attività formative rivolte alle professioniste e ai professionisti del settore; elaborare un [CODICE DI CONDOTTA ETICO] specifico per il lavoro culturale, che riguarda anche le operazioni finanziarie e l’estrazione del valore che ne risulta.


Che cosa manca in Italia?

Più che in altri paesi, in Italia sono sempre mancate misure lungimiranti per la tutela dei lavoratori dell’arte e, soprattutto, un vero e proprio ragionamento sulle categorie lavorative che rendono possibile il sistema culturale. L’attuale crisi sociale ed economica causata dalla pandemia è un esempio lampante di come la configurazione dei nostri rapporti di lavoro sia stata motivo di esclusione, nella maggior parte dei casi, da qualsiasi forma di ammortizzazione sociale, oltre che dai meccanismi di tutela previsti dal governo nel decreto “Cura Italia”, come la cassa integrazione in deroga o il bonus una tantum erogato dall’Inps.


Avete dichiarato che il vostro manifesto [cfr. www.artworkersitalia.it] è uno «strumento esclusivamente politico». Come vedete il binomio arte e politica oggi (per il futuro)?

Ci teniamo a ricordare che [AWI] non è un progetto artistico o curatoriale, ma un collettivo non autoriale. Oggi i lavoratori dell’arte operano in un settore in cui convivono meccanismi propri dell’industria del lusso e salari poco al di sopra della soglia di povertà, intollerabili percentuali di [LAVORO SOMMERSO] e alti livelli di istruzione. Sono necessarie forme di “retribuzione” alternative al compenso in denaro, legate alla visibilità, in vista di un futuro, per quanto incerto, posizionamento. Ne consegue l’affermazione di un [SISTEMA ELITARIO]. Attraverso il manifesto, vogliamo compiere un primo, fondamentale passo per uscire da una condizione di [INVISIBILITÀ] inaccettabile. L’obiettivo è il pieno riconoscimento civile e politico delle specificità e del ruolo fondamentale svolto dalle professioniste e dai professionisti dell’arte contemporanea all’interno delle dinamiche locali e globali della produzione culturale. Speriamo che questo possa essere il binomio arte-politica del futuro.

Art Workers Italia [AWI]

www.facebook.com/awiartworkersitalia
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www.artworkersitalia.it

ART E DOSSIER N. 378
ART E DOSSIER N. 378
LUGLIO-AGOSTO 2020
In questo numero: EROS IN ARTE: I colori delle donne di Corbaz. Se il bordello ispira il pittore. LUOGHI DA VEDERE: Due fondazioni ad Atene. Palazzo ducale a Sassuolo. Le case a graticcio in Germania. IL SENSO E LA BELLEZZA: San Girolamo nel Rinascimento. Donatello e ilmovimento. I monili di Raffaello.Direttore: Philippe Daverio