Letture iconologiche
Diavoli e pipistrelli
Per molti secoli la pittura occidentale ha associato il pipistrello alle forze del male, ai demoni che vivono nell’oscurità e abitano le paure umane, figure infernali che si manifestano nel mondo con la morte, la distruzione e la pestilenza.
Mauro Zanchi
(1) Si suppone che il contagio si sia verificato inizialmente nei “mercati umidi” cinesi, dove gli animali vengono venduti vivi e macellati in condizioni igieniche non adeguate. SARS-CoV-2 non è l’unico coronavirus che viene dal pipistrello. Ovviamente il problema è anche e soprattutto il comportamento di certi individui, che hanno venduto i pipistrelli, e la commercializzazione dell’“esotico”, che ha favorito e accelerato la trasmissione di malattie dagli animali selvatici alle persone.
(2) Cfr. Dante Alighieri, Divina Commedia (composta tra il 1304/07 e il 1321), Inferno, XXXIV, vv. 22-54: «Sotto ciascuna uscivan due grand’ali, / quanto si convenia a tanto uccello: / vele di mar non vid’io mai cotali. / Non avean penne, ma di vispistrello / era lor modo; e quelle svolazzava, / sì che tre venti si movean da ello: / quindi Cocito tutto s’aggelava. / Con sei occhi piangea, e per tre menti / gocciava ‘l pianto e sanguinosa bava».
Pare che si sia insediato
qualcosa di temibile, forse
sottilmente infernale
(3) Quando Canova morì, il suo fratellastro Giovanni Battista Sartori, che all’epoca era vescovo di Mindo, ereditò i beni dello scultore neoclassico. Il religioso non amava l’atmosfera ambigua dello stendardo, che riteneva lontana da una concezione solare della religione, e perciò nel 1827 si accordò con l’Accademia di Venezia, barattando l’opera con due dipinti di Palma il Giovane: Cristo nell’Orto degli ulivi e la Madonna in gloria con i santi.
(4) Secondo Begni Redona, il dipinto di Moretto fu acquistato dallo scultore Antonio Canova assieme a un gonfalone dalla famiglia Ottoboni: «Provengono forse da Pissincana, presso Pordenone, e questo fatto fece scrivere al Nicodemi che ve li portarono da Brescia gli eredi del vescovo Ottoboni e al Fiocco che la famiglia Ottoboni era originaria di Brescia e che a Pissincana possedeva dei terreni. La famiglia Ottoboni era in realtà di origine veneziana, e il rapporto con Brescia è legato unicamente al vescovo Pietro Ottoboni, eletto poi papa con il nome di Alessandro VIII, il quale tenne la sede episcopale dal 1654 al 1664 e quindi né lui né la sua famiglia ebbero rapporti col Moretto: se questi dipinti provengono da Brescia è solo perché l’Ottoboni ne venne in possesso attraverso eventi a noi sconosciuti» (P. V. Begni Redona, Alessandro Bonvicino - Il Moretto da Brescia, Brescia 1988, p. 122).
(5) Canova pensava però che la Madonna del Carmelo fosse un’opera di Pordenone.
ART E DOSSIER N. 377
GIUGNO 2020