Nel 2017, si calcolava tuttavia che al Comune costasse un milione e mezzo di euro all’anno affittare gli spazi per gli uffici. Frattanto, qualcosa è stato fatto; ma tanti edifici restano in (paziente) attesa di una destinazione.
È invece ancora in uso il Palazzo dell’aeronautica, del 1932, coetaneo dell’ex Provveditorato alle opere pubbliche, pressoché attiguo, che ospita la Giunta regionale: murature spesse mezzo metro, saloni tutti ispirati al volo, quadri futuristi, porte a forma di ala, domina il colore blu, nessun angolo libero, pareti piene di antiche mappe geografiche, telescopi, modellini di aerei e stemmi. Durante l’ultima guerra vi si erano insediati gli americani che, si racconta, chiamarono Marlene Dietrich per uno spettacolo al teatro Petruzzelli; prima di andare in scena, una fotografia ricordo con gli “alti gradi” sul balcone del comando, dalla vista assolutamente splendida; c’era un gran vento e, per farla breve, l’attrice si prese una bronchite, così lo spettacolo sfumò. A ricordare l’episodio rimane un’immagine.
Ma torniamo alla caserma Sonnino, ormai rifugio, come dice qualcuno, di topi e gatti; e c’è chi ricorda che l’allarme abbia anche suonato invano per una settimana intera, non troppo tempo fa. Dopo che per il riutilizzo si erano avanzate varie ipotesi, ad aprile 2019 il Comune ha annunciato un progetto: una permuta con il demanio, a titolo gratuito.
Nell’ex caserma, si sarebbe trasferito l’Istituto d’arte De Nittis-Pascali, nato dalla fusione di un liceo artistico e di uno coreutico, intitolato a due insigni artisti pugliesi morti in età relativamente giovane: Giuseppe De Nittis (1846-1884), pittore di Barletta che fa fortuna in Francia e termina la vita vicino a Parigi, e Pino Pascali (1935-1968), barese, tra i maggiori esponenti dell’Arte povera, perito giovane in un incidente di moto. Da allora, però, non sembra che sia accaduto assolutamente nulla.
Per ottenere l’ex caserma il Comune avrebbe rinunciato alla proprietà della Cittadella della cultura, che dal 2006 contiene l’Archivio di Stato (il quale presiede pure alle sezioni di Trani e di Barletta) e la Biblioteca nazionale, undicimilacinquecento metri quadrati, in quella che, dal 1930, era la “città annonaria”, con il frigorifero e il macello comunali, e i mercati ittico, ortofrutticolo e dei fiori, il tutto recuperato da un restauro dei Beni culturali. Ma adesso, stiamo a vedere. E speriamo bene: la caserma in disuso intanto aspetta.