Per il progetto queste figure hanno un ruolo analogo a quello dei “amici di strada” che in Comizi d’amore aiutavano Pasolini a riflettere sulle indicazioni raccolte parlando con le persone.
E le immagini scelte per il sondaggio, che ruolo hanno nella costruzione di questo diario settimanale sull’amore?
Avendo Vezzoli una cultura visiva, nonché televisiva e cinematografica, molto ampia, la scelta delle immagini attinge a bacini molto vari, spaziando dall’iconografia dell’arte a quella pop, politica e hollywoodiana.
Le immagini sono lo spunto per sollecitare la reazione del racconto di un sentimento o di una vicenda amorosa.
Il tema centrale è l’amore con tutti gli stati d’animo che ne fanno parte: solitudine, romanticismo, ossessione… Marilyn, Pasolini, la Callas, Wallis Simpson, ma anche Jennifer Lopez o Madonna sono solo alcuni dei personaggi, con le loro storie, citati come riferimenti visivi, pressoché universali, da Vezzoli. Tanto l’immagine presentata è canonica, quanto la richiesta linguistica che l’accompagna, quindi la domanda, punta al cuore dell’individuo chiamato a rispondere.
C’è spesso una frizione tra parola e immagine, che è un tratto caratteristico di Vezzoli. Il risultato finale sarà un racconto frammentario - non siamo più nell’epoca delle grandi narrazioni - ma condiviso e compartecipe, a tratti serio o persino caustico, a tratti ludico, di come l’amore è vissuto e immaginato oggi.
L’online come cambia il fare mostre e l’essere curatore?
Questo momento ci ha sollecitati a considerare l’online come un’ulteriore sede della Fondazione. Articolare questo pensiero insieme a un artista sensibile alla specificità dei media come Vezzoli ci ha aiutati ad abbracciare le sperimentazioni che questa prospettiva porta con sé.
Anche se la relazione diretta, in presenza, è qualcosa di cui si sente la mancanza, il nostro rapporto con gli artisti non è cambiato, anzi lo scambio con loro continua a essere un meraviglioso stimolo alla creazione di nuovi modi per condividere le idee.