Grandi mostre. 1 
Arazzi d’artista a Rotterdam

RIANNODARE I FILI
DELLA CONTEMPORANEITÀ

La tradizione antica dell’arazzo ha trovato estimatori in alcuni dei protagonisti dell’arte del Novecento. Una mostra in Olanda ne propone ora una selezione.

Claudio Pescio

Una mostra, a Rotterdam, espone una serie di tappezzerie d’artista di epoca contemporanea. Mentre scriviamo non sappiamo se la mostra si svolgerà nelle date previste, ma il progetto consente in ogni caso di affrontare un ambito poco noto della storia delle arti europee.

L’indispensabile punto di partenza è capire che cos’è il Mobilier National francese, che insieme alla Kunsthalle di Monaco e alla Kunsthal di Rotterdam ha cooperato all’organizzazione della mostra.

Il Mobilier National è un’istituzione che deriva dal Garde-Meuble della Corona di Francia, creato nel 1604, che ha lo scopo di conservare, restaurare, realizzare, anche, gli arredi delle sedi istituzionali francesi: del regno prima, poi dell’impero, e oggi della repubblica. Parliamo di centotrentamila opere di ebanisteria, tappezzerie, mobili, bronzi, tessuti, tappeti, ceramiche e molto altro. Dal 1937 il Mobilier si è aggregato le manifatture nazionali francesi dei Gobelins, della Savonnerie e di Beauvais, custodi di una tradizione gloriosa nella produzione di tessuti, arazzi, tappezzerie ma anche di un’ininterrotta ricerca di aggiornamento di quest’arte alla contemporaneità.

La mostra si concentra proprio sulla produzione compresa fra gli anni Quaranta e la fine del XX secolo. Tra gli altri artisti del periodo sono presenti Le Corbusier, La donna e il fabbro (1967) e Canapé II (1963); Joan Miró (Composizione n. 1. Donna allo specchio, 1966); Sonia Delaunay (Pannello 1954, 1999-2000); Jean Lurçat (Estate, 1940-1941).

Si tratta spesso di opere di grande formato, committenze statali che hanno richiesto anni di lavoro di maestranze ultraspecializzate, oltre al lavoro di progettazione da parte dell’artista. Il problema principale era di adattare le tradizionali tecniche di tessitura e annodatura a composizioni ovviamente lontane da quella tradizione consolidata. Operazione che ha chiesto ad artisti e realizzatori uno sforzo comune di aggiornamento metodologico. In qualche caso i lavori si sono protratti decisamente a lungo: Donne alla toilette di Picasso (1971-1977), progettato agli inizi degli anni Quaranta, è stato in fase di elaborazione per circa trent’anni, prima di trovare una modalità realizzativa soddisfacente, e poi sono stati necessari altri sei per l’esecuzione.


Werner Peiner (manifattura dei Gobelins), Globo terrestre (1941-1944), Parigi, Musée du Louvre.

Una tecnica antica al servizio di creazioni contemporanee


Il Globo terrestre del tedesco Werner Peiner (settantadue metri quadri di tessuto), commissionato alla manifattura Gobelins dagli occupanti nazisti nel 1941 (da Hermann Göring in persona, che lo aveva destinato alla propria biblioteca), è rimasto nello stato in cui fu interrotto nel 1944 al momento della Liberazione, realizzato solo per un terzo, ed è in questo assetto parziale che viene esposto.
Louise Bourgeois, in Santa Sebastiana (1995-1997), opera una trasposizione dell’iconografia del santo protomartire cristiano per esprimere l’aggressione a cui è sottoposto il corpo femminile nella società contemporanea. Una serie di opere, insomma, quelle in mostra a Rotterdam, che rende manifesto l’interesse di molti artisti contemporanei per una tecnica che, evidentemente a torto, viene spesso considerata espressione di un tempo passato, di committenze tradizionaliste e di un ambito esclusivamente decorativo.

Pablo Picasso (manifattura dei Gobelins), Donne alla toilette (1971-1977), Parigi, Mobilier National.

Louise Bourgeois (manifattura dei Gobelins), Santa Sebastiana (1995-1997), Parigi, Mobilier National.

Extralarge. Wandkleden van Picasso en Le Corbusier

tot Louise Bourgeois
Rotterdam, Kunsthal
dal 28 marzo al 1° giugno
orario 10-17, festivi 11-17
www.kunsthal.nl

ART E DOSSIER N. 376
ART E DOSSIER N. 376
MAGGIO 2020