Architettura per l'arte 


UN TERMOMETRO DELLEOSCILLAZIONI DEL GUSTO

di Aldo Colonetti

Inaugura a giugno il nuovo Adi Design Museum Compasso d’oro di Milano in un’area industriale storica della città, per ospitare il design nelle sue più varie declinazioni nel rispetto della sostenibilità

Ci sono musei che in pochi anni passano dalla progettazione alla realizzazione, raramente in Italia, soprattutto all’estero. Esistono, invece, musei i cui progetti hanno bisogno di molto tempo, non tanto per la complessità degli aspetti burocratici ed economici, quanto soprattutto perché si tratta di un percorso culturale ed espositivo completamente nuovo, rispetto alle tradizionali caratteristiche museali.
È il caso dei musei di arti applicate, in particolare quelli dedicati alla storia, ancora recente, del design industriale, una disciplina che transita all’interno di tutti i momenti della nostra vita, individuale e collettiva, con ramificazioni nella moda, nel settore abitativo, nei trasporti, nel cibo (“food design”).
In sostanza è il linguaggio della contemporaneità più diffuso, declinato nel segno della differenza e non tanto dell’identità.
Un linguaggio che trova una perfetta sintesi nel concetto: «Dal cucchiaio alla città», come scriveva già negli anni Cinquanta Ernesto Nathan Rogers, sul quale pionieri come Gio Ponti, Alberto Rosselli, Marco Zanuso, Gillo Dorfles, Augusto Morello e altri ancora hanno fondato il premio Compasso d’oro nel 1954 e l’Adi - Associazione per il disegno industriale nel 1956.
Finalmente, dopo diversi anni di lavoro, inaugura a giugno il nuovo Adi Design Museum Compasso d’oro a Milano.
Ciò che vediamo in queste pagine è un’anteprima del primo museo dedicato alla collezione completa degli artisti premiati, dei selezionati, dei segnalati dalle giurie internazionali del premio che hanno operato dalla prima edizione del 1954 alla più recente, quella del 2020. Un vero e proprio termometro delle «oscillazioni del gusto», come avrebbe detto Gillo Dorfles: dall’estetica alle nuove tecnologie, dai materiali naturali a quelli più performativi, dove il tema della sostenibilità, nel suo significato più ampio, fa da filo rosso.
Come è stato detto dal presidente dell’associazione Adi, Luciano Galimberti, e dal presidente della Fondazione Compasso d’oro, Umberto Cabini, durante la conferenza stampa del 3 febbraio scorso, sarà un museo dove la memoria e la conservazione dialogano, costantemente, in modo aperto e dialettico, con tutti protagonisti di una storia che è anche «la nostra autobiografia e il motore di tutte le trasformazioni progettuali, produttive ed economiche» del nostro paese, e non solo.
Project manager dell’Adi Design Museum Compasso d’oro è Andrea Cancellato che dal 2002 al 2018 è stato direttore della Triennale di Milano e, prima, tra il 1994 e il 2007, responsabile del Clac - Centro legno arredo Cantù, e che ha fatto conoscere la collezione del Compasso d’oro in tutto il mondo.


Immagine del nuovo Adi Design Museum Compasso d’oro di Milano, ancora in fase di completamento. Project manager: Andrea Cancellato, Progetto di ristrutturazione: Giancarlo Perotta, con la guida di Aldo Bottini e Carlo Valtolina.


Immagine del nuovo Adi Design Museum Compasso d’oro di Milano, ancora in fase di completamento. Project manager: Andrea Cancellato, Progetto di ristrutturazione: Giancarlo Perotta, con la guida di Aldo Bottini e Carlo Valtolina.


Il logo ideato dallo Studio Migliore+Servetto Architects insieme a Italo Lupi.

Sarà un “museo aperto” che a oggi ha più di duemilatrecento oggetti, e destinato, ogni due anni, a ricevere nuove opere, selezionate e premiate da un osservatorio e da una giuria internazionale.
Memoria e futuro, con un presente monitorato: una superficie espositiva di 2.400 metri quadri, a cui si aggiungono 600 metri quadri, destinati ai servizi, tra i quali un ristorante, altri 1.500 metri quadri riservati ai magazzini, il tutto completato dagli uffici e da una grande piazza antistante.
In sostanza, un progetto museale come una “piccola città”, insediata in una serie di vecchi edifici industriali dove per tutto il Novecento hanno operato un deposito dei tram e in seguito un impianto di distribuzione elettrica dell’Enel. Siamo in una zona della città che si trova nei pressi della Fondazione Feltrinelli di Herzog & De Meuron e del neo Museo della Resistenza (aperto a dicembre scorso), a poche centinaia di metri dalla Pinacoteca di Brera.
Il progetto di ristrutturazione, di grande qualità ingegneristica ma soprattutto dialogante con tutte le sue trasparenze con la città intorno, è di Giancarlo Perotta, guidato da Aldo Bottini e Carlo Valtolina.
L’allestimento espositivo è stato affidato allo Studio Migliore+Servetto Architects e, soprattutto, il nuovo logo è stato ideato dallo stesso studio insieme a Italo Lupi: un logo, a forma di compasso, che diventa simbolo di identità ma soprattutto ideale per essere comunicato in Italia e nel mondo, anche attraverso le nuove tecnologie.
Nel nuovo museo si entrerà senza biglietto fisico, ma utilizzando una app: ieri, oggi e domani, perché questo è il Made in Italy.


Fotografia, scattata a novembre 2013, documenta lo stato dell’edificio prima della ristrutturazione.

Fotografia, scattata a novembre 2013, documenta lo stato dell’edificio prima della ristrutturazione.


Fotografia, scattata a novembre 2013, documenta lo stato dell’edificio prima della ristrutturazione.

Adi Design Museum Compasso d’oro

Milano
www.adi-design.org

ART E DOSSIER N. 375
ART E DOSSIER N. 375
APRILE 2020
In questo numero: INDOMITA ARTEMISIA: Una mostra a Londra. Una donna da decifrare. COLLEZIONI SUI GENERIS: L'archivio visivo della Fondazione Cirulli. Il Mo Museum si Vilnius. IN MOSTRA: Previati a Ferrara. George IV a Londra. Porcellane cinesi a Milano. Caravaggio e Bernini ad Amsterdam. Mantegna a Torino.Direttore: Philippe Daverio