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FIACCHI I VALORI
PER DE NITTIS

di Daniele Liberanome

Invendute le opere giovanili, basse quotazioni e magri risultati. Per De Nittis l’unica via d’uscita è concentrarsi sul periodo 1874-1875. Ma i lavori di quegli anni proposti dal mercato sono una rarità

Morire giovane e famoso pare un’ottima ricetta per meritarsi a lungo gloria e quotazioni alte, ma per Giuseppe De Nittis (1846-1884) non sta andando proprio così, anche se qualche buona indicazione non manca. La questione è che le opere di qualità, quelle del periodo più amato – ossia degli anni intorno al 1874 – sono rare sul mercato, mentre le altre tendono a essere scambiate per cifre irrisorie o ad andare spesso invendute, deprimendo l’insieme dei valori.

Illuminante è l’andamento delle aste degli ultimi tempi in cui talvolta sono stati offerti dei De Nittis, ma quasi esclusivamente di dimensioni molto contenute (intorno a 20 x 20 cm o meno) e di qualità non eccelsa. I risultati? Magri. Fra le tele in questione, diverse sono decisamente giovanili e dedicate ai paesaggi della nativa Puglia. Salta all’occhio l’influenza della scuola di Barbizon e la volontà dell’artista di emulare l’arte più sperimentale del tempo, ma con un tasso di originalità non elevato. Così sono andati invenduti sia Tavoliere delle Puglie (Bufera imminente), offerta da Christie’s a Londra il 14 dicembre 2017, sia Studio del Tavoliere delle Puglie che Meeting Art aveva messo in vendita il 13 gennaio 2018. In quest’ultimo caso è stata forse complice la stima ottimistica di 63-70mila euro. Non meglio sono state accolte alcune tele del più tardo e amato periodo parigino, ma di piccola dimensione. Ritratto di donna con ventaglio era una di queste: la protagonista indossa un vestito rosa e un cappello nero che copre e adombra gli occhi, conferendole un umore cupo. Vero che De Nittis, quando viveva lungo la Senna, era soprannominato “pittore delle parigine”, ma siamo ben lontani dalla effervescenza delle “mesdames” di Boldini e certamente la piccola dimensione non permette di apprezzare il soggetto. Presentata da Aguttes il 27 marzo dello scorso anno, Ritratto di donna con ventaglio non ha trovato acquirenti neppure alla stima minima di 15mila euro.

Pare un mercato disastroso, ma la situazione cambia quando si guarda a opere maggiormente significative del periodo più apprezzato di De Nittis, quando l’artista espose ai Salon, quando i suoi amici Degas e Manet lo invitarono a partecipare alla prima mostra degli impressionisti tenutasi nel 1874. Ecco quindi che Donna nel salotto orientale, datata 1875, appena più grande (27 x 36 cm) delle piccole tele che non hanno trovato collezionisti interessati, dai colori caldi e ben promossa dalla casa d’asta Sant’Agostino di Torino, è stata venduta il 3 dicembre 2018 per circa 45mila euro.

Pandolfini di Firenze ha fatto ancora meglio con Guidando al Bois datato - guarda caso - 1874. Anche qui De Nittis era riuscito a ricreare l’atmosfera brillante e in parte trasgressiva della Belle Époque, passando con estrema naturalezza da particolari finiti di incredibile acutezza allo splendore dello sfondo ottenuto con sapiente uso della macchia, mettendo in risalto la destrezza con cui la donna guida il calesse mentre l’uomo è anonimo e lontano dalle briglie. L’opera è stata offerta il 1° ottobre 2015 con una stima significativa di 200- 300mila euro, confidando anche nella provenienza da collezioni del calibro dei Crespi di Milano e di Paolo Stramezzi di Crema. Prezzo finale, un più che buono 315mila euro.

Decisamente più costoso è risultato L’Arco di trionfo a Parigi, datato 1875, in cui De Nittis dipinse una tipica scena della Belle Époque, con una coppia vestita alla moda che tranquillamente cavalca sugli Champs-Élysées mentre alle spalle l’Arco di trionfo è in piena fase di restauro dopo gli esiti nefasti della guerra francoprussiana. Sotheby’s di Londra l’ha venduto il 6 giugno 2017 per non meno di 629mila euro. Attenzione però, perché proprio questo risultato dimostra come i De Nittis di qualità continuano a trovare acquirenti, ma a prezzi ben diversi di un decennio fa. In effetti la stessa opera (proposta però con un titolo diverso, Cavalcata sul viale degli Champs-Élysées) era stata aggiudicata da Bonhams il 21 ottobre 2009 a New York ma per 1,1 milioni di euro. Una perdita secca di mezzo milione nel giro di otto anni. Anche il risultato del top lot di De Nittis rafforza l’idea che i collezionisti siano focalizzati esclusivamente sul periodo d’oro dell’artista e che le quotazioni dei primi anni del Duemila sono certamente più elevate delle attuali.

In Viale al Bois de Boulogne, datato 1874, campeggiano tre dame dell’alta borghesia e sullo sfondo una ciminiera, simbolo dello sviluppo industriale. Sotheby’s offrì questo quadro il 12 novembre 2008 a Londra e finì per ricavarne circa 540mila euro, cifra oggi impensabile da raggiungere. Certo, paiono passati gli anni peggiori del mercato, quelli fra il 2010 e il 2014, ma le quotazioni continuano a languire rimanendo a un livello non consono a un grande artista come De Nittis. I suoi estimatori potrebbero quindi sfruttare questi anni per acquistare una sua opera, ma lo dovranno fare focalizzandosi sugli anni 1874-1875, ponendo grande attenzione a contenere la spesa e senza aspettarsi ritorni importanti. I De Nittis di qualità potrebbero tornare sul mercato e il mercato potrebbe tornare a valutarli in modo interessante.


L'Arco di trionfo a Parigi (1875).

ART E DOSSIER N. 374
ART E DOSSIER N. 374
MARZO 2020
In questo numero: RISCOPERTE E RIFLESSIONI: Daverio: La luce di La Tour in un'Europa in guerra. Saffo nel Parnaso di Raffaello. La scultura performativa di Mary Vieira. . RESTAURI A FIRENZE: La Porta sud del battistero. IN MOSTRA: 3 Body Configutations a Bologna, Gio Ponti a Roma, Divisionismo a Novara, Tissot a Parigi, La Tour a Milano.Direttore: Philippe Daverio