I GALLERISTI DI NEW YORK
FEBBRAIO 2020
Qualche anno fa la Trinity House Paintings, galleria internazionale con sede londinese a Mayfair, mise in vendita per un milione di sterline una riproduzione a grandezza naturale della Gioconda. Un costo così esoso, perfino per i magnati arabi, non parrebbe giustificato neanche dal fatto che il quadro sia stato dipinto con rara maestria da un famoso falsario, John Myatt (1945), che con poca fantasia si autodefinisce «artista di falsi genuini», in buona compagnia con altri falsari. Tale cifra, secondo la galleria, è dovuta a un minuscolo particolare, visibile solo, e con occhi buoni, con una lente da gioielliere. Nell’occhio sinistro di questa sfruttatissima immagine di Monna Lisa, un sessantenne inglese dalle mani enormi, Willard Wigan, ha realizzato un’altra Gioconda in miniatura. Per dipingerla ha usato un ciglio, e un frammento di filo di nylon, operando con una serie di punti, per evitare sbavature. Questa, in sintesi, una delle storie che l’anglosassone Simon Garfield (1960) racconta nel suo nuovo libro, con consueta abilità di narratore e di acuto osservatore del nostro mondo (ricordiamo, fra gli altri, L’arte perduta di scrivere le lettere nell’era di internet, Milano 2017). «Perché le cose piccole illuminano il mondo? » si domanda l’autore. Le risposte sono molteplici, come infiniti gli esempi di “miniaturizzazione”, ovvero di ricreazione di microcosmi, nel corso della storia dell’umanità. In fondo, perfino il nostro mondo potrebbe essere un’infinitesima miniatura dell’universo. Questi mondi all’interno di altri mondi – spiega Garfield – esistono da sempre, da molto prima di Gulliver o della fisica quantistica: si pensi alle Veneri preistoriche e agli “ushabti”, le statuette che accompagnavano gli egizi nell’aldilà. Garfield fa riflettere non solo chi sia appassionato di case di bambole, di pulci ammaestrate o di trenini (Rod Stewart ospita il suo, immenso e bellissimo, in un piano intero della sua villa californiana). Il caso più aberrante: le navi negriere, dove in spazi ultra-miniaturizzati venivano accalcati esseri umani, spesso di proporzioni gigantesche. L’esempio destinato a morire: i minilibri, perché le giovani generazioni (e non solo quelle) un supporto di lettura di 7,5 centimetri lo hanno già.
ART E DOSSIER N. 373
FEBBRAIO 2020
In questo numero: ART BRUT, ORDINE E CAOS. L'editoriale di Philippe Daverio. La Biennale di Art Brut a Losanna. In volume L'opera omnia di Ligabue. L'ARCHITETTO UMANISTA. Il centenario di Leonardo Ricci. ANIMALI SAPIENTI. Parodia e satira nel Medioevo. IN MOSTRA: Steeve McQueen a Londra. Arte italiana a Mänttä. Anni Venti a Genova. Collezione Thannhauser a Milano. Natura in posa a Treviso.Direttore: Philippe Daverio