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IL PALAZZOINCIPRIATO

di Leonardo Piccinini

Pontificia commissione per i beni culturali: così si definisce la gloriosa istituzione che presiede alla tutela del patrimonio storico e artistico di ogni edificio della Chiesa, una sorta di Ministero della cultura vaticana. Ha sede in uno degli edifici più significativi di Roma, il Palazzo della cancelleria. Voluto alla fine del Quattrocento da Raffaele Riario della Rovere, cardinal nipote di papa Sisto IV, è monumento di straordinaria importanza per le novità architettoniche introdotte, derivate dalle esperienze di Bramante a Urbino.
Diventato Cancelleria apostolica nel Cinquecento, gode dal 1870 dell’extraterritorialità, appartiene cioè allo Stato Vaticano. Ospita il Tribunale della Sacra Rota, oltre al dicastero appunto delegato ai beni culturali. Spiace dunque constatare la grevezza del restauro che ha recentemente interessato il palazzo, evidentemente al riparo dalle solitamente occhiute soprintendenze nostrane. Numerosi storici dell’arte e dell’architettura sono rimasti sbigottiti di fronte alle soluzioni adottate. In un’intervista di Vittorio Emiliani apparsa sulla cronaca romana di “Repubblica” (1° dicembre 2019), Simonetta Valtieri ed Enzo Bentivoglio, per anni docenti di Storia dell’architettura alla Sapienza di Roma, hanno denunciato la brutale «incipriatura» delle facciate: «Nell’intervento di restauro le cortine murarie originariamente in mattoni sono state incredibilmente imbiancate». Emiliani ricorda come nei documenti dell’epoca «i mattoni vengano chiamati “arrotati” per esaltare il contrasto cromatico tra laterizi e marmo. Tutto perduto». Un accostamento, quello tra travertino e mattoni, tipico del Rinascimento romano, «ripreso dall’architettura antica, usato anche da Antonio Sangallo e da Michelangelo al Campidoglio».
E adesso, conclude Emiliani, «come si rimedia a questa imbarazzante operazione?»

Roma, Palazzo della cancelleria, sede della Pontificia commissione per i beni culturali.
Splendida architettura rinascimentale maltrattata da un “restauro” che ha cancellato la sua identità


La facciata del Palazzo della cancelleria a Roma, voluto da Raffaele Riario della Rovere alla fine del Quattrocento e sede della Pontificia commissione per i beni culturali. La foto documenta lo stato dell’edificio dopo un discutibile restauro, che ha coperto completamente l’originario contrasto cromatico tra marmo e travertino.

 

Fondazione Zani: uno scrigno di bellezza

CELLATICA (BRESCIA)

Una collezione privata strepitosa, aperta finalmente al pubblico. Si tratta di centinaia di capolavori del Settecento, soprattutto francese e veneziano, con dipinti, fra i tanti, di Canaletto (Il molo dal bacino di San Marco, 1733-1734, in foto), Tiepolo, Guardi, Boucher, ma anche preziosi arredi tardobarocchi e rococò. Pezzo forte, oltre ai dipinti, un meraviglioso tavolo in commesso, prodotto dalla Galleria dei lavori di Firenze fra Sei e Settecento, un capolavoro che l’imprenditore Paolo Zani è riuscito a riportare in Italia da una casa d’aste britannica. La collezione, frutto di trent’anni di appassionate ricerche da parte del collezionista bresciano, scomparso nel 2018, apre il 5 febbraio al pubblico nella Casa Museo della Fondazione Paolo e Carolina Zani. Previsti premi e borse di studio per la formazione di giovani. Info: www.fondazionezani.com

L’Ottocento lombardo in rete

LOMBARDIA

Nata nel 2004, la Rete dell’Ottocento lombardo si è ricostituita nel 2019 con il supporto della Regione Lombardia, in modo da valorizzare e promuovere nel migliore dei modi luoghi e raccolte legati in vario modo alla cultura ottocentesca. Undici i prestigiosi musei coinvolti, fra i quali la splendida villa Carlotta a Tremezzina (Como, in foto). Previsti ulteriori progetti di studio, ricerca e valorizzazione, attraverso strumenti integrati di guida al territorio. Rinnovato anche il sito: www.rete800lombardo.net

Muse dialoganti

MILANO

Arte e design dialogano grazie al progetto Muse dialoganti, promosso dall’associazione MuseoCity. Coinvolte dieci aziende di arredamento e design, che hanno donato, ciascuna, una o più sedute d’autore a dieci importanti musei di Milano.Sono state scelte sedute di Philippe Starck, Toyo Ito, David Adjaye (in foto, Double Zero, Milano, Gam - Galleria d’arte moderna), Federico Peri, Gordon Guillaumier, Gio Ponti, Gaetano Pesce, Ludovica + Roberto Palomba, Rodolfo Dordoni, Giulio Cappellini. I visitatori potranno stare comodi su sedie o panche, esse stesse opere d’arte. Info: www.museocity.it

Un premio per il restauro

FIRENZE

È giunto alla quinta edizione il Premio Friends of Florence, che verrà conferito in occasione del Salone dell’arte e del restauro di Firenze (13-15 maggio 2020). Entro il 12 marzo 2020 è possibile presentare un unico progetto, con preventivo dettagliato (che non superi 20mila euro, iva inclusa). Il restauro può riguardare un lavoro in toto, oppure già in parte realizzato o giunto alla fase finale. Info con bando di concorso e moduli da scaricare: www.salonerestaurofirenze.com/restauro/2020/friends-of-florence-2

ART E DOSSIER N. 373
ART E DOSSIER N. 373
FEBBRAIO 2020
In questo numero: ART BRUT, ORDINE E CAOS. L'editoriale di Philippe Daverio. La Biennale di Art Brut a Losanna. In volume L'opera omnia di Ligabue. L'ARCHITETTO UMANISTA. Il centenario di Leonardo Ricci. ANIMALI SAPIENTI. Parodia e satira nel Medioevo. IN MOSTRA: Steeve McQueen a Londra. Arte italiana a Mänttä. Anni Venti a Genova. Collezione Thannhauser a Milano. Natura in posa a Treviso.Direttore: Philippe Daverio