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CAMBIERÀ IL VENTO
PER BOLTANSKI?

di Daniele Liberanome

Sul mercato continuano a essere presentate opere significative di Boltanski ma in questi ultimi anni i prezzi sono in netta flessione

In questi ultimi anni in cui l’Europa pare aver perso la memoria, il mercato di Christian Boltanski (nato nel 1944) registra una flessione. Confidando però che il vento cambi presto, potrebbe convenire comprare proprio ora che l’artista è “sottostimato”. Perdipiù, alle aste continuano a essere presentate delle opere significative, che ricordano altre esposte in musei di notevole peso e che trasmettono con forza messaggi universali. Sono lavori che spesso affondano le radici nella biografia dello stesso Boltanski e della sua famiglia, composta da una madre cristiana e un padre ebreo, che passò anni difficilissimi durante il dominio nazista in Francia (dovette spesso nascondersi in un rifugio segreto ricavato sotto l‘impiantito della cucina).

Non stupisce quindi che la ricerca dell’artista, sempre orientata al tema della memoria e della sua perdita, causa della morte spirituale dell’uomo, abbia un suo baricentro importante nell’olocausto.

Le Reliquaire del 1988 è composto da un insieme di fotografie di bambini ebrei (in numero variabile, a seconda della versione dell’opera della serie) poi deceduti nella shoah. Vennero ritratti mentre celebravano il Purim, una festività che ricorda un evento antico in cui la comunità ebraica persiana fu miracolosamente salvata dal possibile annientamento, una situazione parallela a quella che gli stessi bambini stavano per vivere, ma senza il lieto fine. Gli scatti, sgranati, a dimostrare il progressivo oblio e la tragica fine a cui i piccoli erano destinati, sono illuminati da fioche lampadine - a ricordare quelle degli altarini - che preannunciano la definitiva caduta nel buio delle loro giovani vite.
Una versione dello stesso ciclo venne presentata nel 1989 al Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris, dove l’artista volle anche sottolineare il ruolo del museo come luogo deputato a tenere in vita la memoria collettiva.
Simile a Le Reliquaire è la serie Autel de Lycée Chases esposta pure al Guggenheim di New York. In questo caso, nelle fotografie sono ritratti gli allievi ebrei dell’istituto scolastico citato nel titolo dell’opera, realizzata anche con scatole arrugginite per dare l’idea del trascorrere del tempo.
Il concetto sottostante però non cambia, lo ritroviamo infatti in diverse altre installazioni dai titoli diversi ma dalla forma e dai contenuti affini (Monument e Archives du Musée des enfants, per esempio).


Le Reliquaire (1988).

Insomma, Le Reliquaire (e simili) è opera dal forte impatto emotivo, ben nota per essere stata esposta in mostre di grido e in musei importanti. Eppure i risultati in asta non sono esaltanti, specie recentemente.
Il 9 febbraio 2006, Christie’s di Londra offrì un’opera di questo ciclo, del 1988, stimandola 29-40mila euro, ma finì per aggiudicarla a ben 105mila euro.
Non fu un caso isolato dettato dagli imponderabili meccanismi delle aste, perché un’opera di Autel de Lycée Chases (1989) raccolse il 17 ottobre 2006 (sempre da Christie’s a Londra) ben 97mila euro, sorpassando di gran lunga le stime già aggiustate verso l’alto alla luce del buon andamento del mercato di quell’anno.
La situazione nel frattempo è cambiata e non di poco. Un’altra opera della serie Le Reliquaire, un po’ più piccola di quella battuta nel 2006 da Christie’s a Londra, è stata proposta nella stessa capitale inglese da Phillips il 3 novembre 2016, ma stavolta il prezzo è stato fissato a 56mila euro, poco più della metà di dieci anni prima.
Medesima conclusione per Monument Odessa, in cui Boltanski riprende gli stessi temi e la stessa struttura di Le Reliquaire ma stavolta le fotografie dei bambini provengono da Odessa in Ucraina, città natale del padre dell’artista e centro pulsante dell’ebraismo integrato degli anni che precedettero la seconda guerra mondiale. Presentato da Christie’s di New York il 16 novembre 2000, venne pagato 161mila euro, mentre una versione più piccola è stata scambiata il 6 dicembre 2017 a Parigi da Sotheby’s per non più di 62.500 euro.
Le difficoltà di mercato di Boltanski non si fermano alle opere incentrate sull’olocausto, ma coinvolgono anche quelle della serie Shadows from the Lessons of Darkness. Lì l’artista ha posto delle piccole sculture raffiguranti scheletri umani di fronte a fonti di luce fioca, sistemando il tutto in un ambiente spoglio. Le figure prendono vita quando illuminate e proiettate sul muro, come se la loro evidente morte non fosse tale finché qualcuno le ricorda. Alcune versioni del ciclo, suggestive e di facile lettura, sono state esposte in un’infinità di musei, non ultimo il Moca - Museum of Contemporary Art di Los Angeles, e promossi dalla nota Marian Goodman Gallery (New York, Parigi, Londra).
Un’opera piuttosto ampia, con le piccole sculture sistemate su quattro diversi livelli, venne presentata da Sotheby’s di New York l’11 maggio 2011 e aggiudicata per oltre 110mila euro, superando le più rosee aspettative della casa d’asta. Ma lo scorso 28 giugno, un’altra più piccola è stata scambiata da Phillips di Londra per appena 24mila euro, superando di un soffio la stima minima.
Non meglio è andata a Lovebird and Plant, in cui un piccolo uccello e una pianta hanno perso i loro colori naturali diventando invece neri e rattrappiti: il relativo prezzo, fissato da Christie’s a Parigi il 5 dicembre 2018, è rimasto a 15mila euro, ben al di sotto della stima. La situazione di mercato di Boltanski è quindi chiara, così come altrettanto chiaro è l’atteggiamento negativo che si sta recentemente diffondendo verso i temi della memoria e del passato. Ma se si ha fiducia che il vento cambi, che la superficialità dilagante venga superata, allora si può stare certi che anche Boltanski verrà di nuovo scambiato ai prezzi che gli competono.


Le Reliquaire (1990).

ART E DOSSIER N. 372
ART E DOSSIER N. 372
GENNAIO 2020
In questo numero: VALLOTTON Il lato ombroso dei Nabis; RESTAURI Doppio Angelico a Firenze; IMPRESSIONISTI DISPERSI Il Monet parmigiano, I Cézanne fiorentini; IN MOSTRA: Boltanski a Parigi. Medardo Rosso a Roma. Gauguin a Londra. La Mellon Collection a Padova. Valadier a Roma. Direttore: Philippe Daverio