Insomma, Le Reliquaire (e simili) è opera dal forte impatto emotivo, ben nota per essere stata esposta in mostre di grido e in musei importanti. Eppure i risultati in asta non sono esaltanti, specie recentemente.
Il 9 febbraio 2006, Christie’s di Londra offrì un’opera di questo ciclo, del 1988, stimandola 29-40mila euro, ma finì per aggiudicarla a ben 105mila euro.
Non fu un caso isolato dettato dagli imponderabili meccanismi delle aste, perché un’opera di Autel de Lycée Chases (1989) raccolse il 17 ottobre 2006 (sempre da Christie’s a Londra) ben 97mila euro, sorpassando di gran lunga le stime già aggiustate verso l’alto alla luce del buon andamento del mercato di quell’anno.
La situazione nel frattempo è cambiata e non di poco. Un’altra opera della serie Le Reliquaire, un po’ più piccola di quella battuta nel 2006 da Christie’s a Londra, è stata proposta nella stessa capitale inglese da Phillips il 3 novembre 2016, ma stavolta il prezzo è stato fissato a 56mila euro, poco più della metà di dieci anni prima.
Medesima conclusione per Monument Odessa, in cui Boltanski riprende gli stessi temi e la stessa struttura di Le Reliquaire ma stavolta le fotografie dei bambini provengono da Odessa in Ucraina, città natale del padre dell’artista e centro pulsante dell’ebraismo integrato degli anni che precedettero la seconda guerra mondiale. Presentato da Christie’s di New York il 16 novembre 2000, venne pagato 161mila euro, mentre una versione più piccola è stata scambiata il 6 dicembre 2017 a Parigi da Sotheby’s per non più di 62.500 euro.
Le difficoltà di mercato di Boltanski non si fermano alle opere incentrate sull’olocausto, ma coinvolgono anche quelle della serie Shadows from the Lessons of Darkness. Lì l’artista ha posto delle piccole sculture raffiguranti scheletri umani di fronte a fonti di luce fioca, sistemando il tutto in un ambiente spoglio. Le figure prendono vita quando illuminate e proiettate sul muro, come se la loro evidente morte non fosse tale finché qualcuno le ricorda. Alcune versioni del ciclo, suggestive e di facile lettura, sono state esposte in un’infinità di musei, non ultimo il Moca - Museum of Contemporary Art di Los Angeles, e promossi dalla nota Marian Goodman Gallery (New York, Parigi, Londra).
Un’opera piuttosto ampia, con le piccole sculture sistemate su quattro diversi livelli, venne presentata da Sotheby’s di New York l’11 maggio 2011 e aggiudicata per oltre 110mila euro, superando le più rosee aspettative della casa d’asta. Ma lo scorso 28 giugno, un’altra più piccola è stata scambiata da Phillips di Londra per appena 24mila euro, superando di un soffio la stima minima.
Non meglio è andata a Lovebird and Plant, in cui un piccolo uccello e una pianta hanno perso i loro colori naturali diventando invece neri e rattrappiti: il relativo prezzo, fissato da Christie’s a Parigi il 5 dicembre 2018, è rimasto a 15mila euro, ben al di sotto della stima. La situazione di mercato di Boltanski è quindi chiara, così come altrettanto chiaro è l’atteggiamento negativo che si sta recentemente diffondendo verso i temi della memoria e del passato. Ma se si ha fiducia che il vento cambi, che la superficialità dilagante venga superata, allora si può stare certi che anche Boltanski verrà di nuovo scambiato ai prezzi che gli competono.