Grandi mostre. 7 
Le celebrazioni di Raffaello per il quinto centenario della morte


LE MOLTE TAPPEDI UN OMAGGIO AL GENIO


Non c’è luogo d’Italia legato alla formazione e alla vita di Raffaello – Urbino, Firenze, Roma – o alla custodia delle sue opere – Bologna, per esempio – che non omaggi il maestro urbinate per i cinquecento anni dalla sua morte. Scopriamo qui le iniziative in corso e future con il presidente del Comitato scientifico nominato dal Mibact.


Antonio Paolucci

Sono stato presidente del Comitato ministeriale per le celebrazioni del cinquecentesimo anniversario della morte di Raffaello, avvenuta a Roma il 6 aprile del 1520. Dopo una serie di riunioni che hanno visto partecipare una qualificata élite di studiosi (da Claudio Strinati ad Alessandro Zuccari, da Vittorio Sgarbi a Silvia Ginzburg, ad Anna Coliva, a Barbara Agosti, a Rosaria Velazzi, per il coordinamento del segretario generale Carla di Francesco), sono state definite e approvate le iniziative espositive che hanno occupato e occuperanno l’anno memoriale.
Un ruolo eminente è stato riconosciuto alle città di Raffaello che sono tre: Urbino dove è nato e dove è avvenuta la sua prima formazione, Firenze la città che ha visto maturare, fra il 1504 e il 1508, il suo talento e infine Roma dove, al servizio di due papi, Giulio II e Leone X, Raffaello è diventato Raffaello, l’artista destinato a condizionare lo sviluppo delle arti nei secoli a venire, il creatore della lingua figurativa degli italiani nell’età zenitale della loro storia.
A Urbino c’è già stata la prima mostra inaugurale dell’anno delle celebrazioni, quella curata da Rosaria Velazzi e dedicata a Giovanni Santi, padre e primo maestro di Raffaello. Seguita, nella Galleria nazionale delle Marche - Palazzo ducale (rimarrà aperta fino al 19 gennaio 2020), da quella dedicata agli “amici di Urbino”: Timoteo Viti e il geniale, eccentrico, scarsamente conosciuto Girolamo Genga (curatrici Silvia Ginzburg e Barbara Agosti).


Le opere riprodotte in questo articolo, dove non diversamente indicato, sono di Raffaello e sono esposte, fino al 19 gennaio 2020, alla Galleria nazionale delle Marche - Palazzo ducale di Urbino (Raffaello e gli amici di Urbino).


La muta (1507), Urbino, Galleria nazionale delle Marche.

Urbino ospiterà ancora (siamo già bene avanti nella primavera-estate 2020) una mostra che avrà il suo fuoco nella persona di Baldassarre Castiglione, l’amico al quale il pittore ha dedicato il suo ritratto in assoluto più bello, quello celebre del Louvre, mentre un’altra sarà dedicata a Marcantonio Raimondi, divulgatore dei modi stilistici di Raffaello grazie alle sue incisioni, curatrice Anna Cerboni Baiardi.
A Firenze le celebrazioni si concentreranno nel collegamento fra Palazzo vecchio e gli Uffizi, edifici resi, per l’occasione, fra loro comunicanti al pubblico. Da una parte il salone dei Cinquecento dove, negli anni di Raffaello, si confrontarono Michelangelo e Leonardo, elaborando cartoni preparatori che sono stati definiti – la sentenza è di Benvenuto Cellini – «scuola del mondo». Dall’altra parte gli Uffizi dove, insieme a opere e ad autori decisivi per la sua formazione (Fra Bartolomeo, Mariotto Albertinelli, Michelangelo, Leonardo) sono custoditi alcuni dei Raffaello più celebri: i ritratti Doni, la Madonna del cardellino, il Ritratto di Leone X fra i cardinali Giuliano de’ Medici e Luigi de’ Rossi.
Il culmine delle celebrazioni del quinto centenario sarà naturalmente Roma. Non ci sarebbe il Raffaello che conosciamo senza Roma, la città nella quale il pittore trascorse dodici anni della sua breve vita, la città della corte pontificia e della maestà dell’Antico. Raffaello è romano, prima di essere fiorentino e urbinate.
La mostra ammiraglia sarà quella che, curata da Sylvia Ferino, aprirà alle Scuderie del Quirinale nell’aprile del 2020. Aprirà nella sede delle grandi esposizioni della civiltà e della cultura italiane.
Anche il Vaticano celebrerà il centenario con iniziative di grande rilievo. Il novanta per cento della produzione pittorica di Raffaello si conserva in Vaticano, fra la Pinacoteca, le Stanze e le Logge. Nell’occasione verrà presentata, dopo il restauro tuttora in corso, la sala di Costantino, l’ultima delle Stanze dove affreschi che simulano arazzi celebrano il trionfo, nella storia, della Chiesa cattolica: Costantino, guidato dalla premonizione della croce, sconfigge il nemico Massenzio, viene battezzato da papa Silvestro, dona Roma al pontefice.
Leone X affidò il progetto pittorico a Raffaello che incominciò a lavorarci – dice Paolo Giovio – nella primavera del 1519. L’anno dopo Raffaello muore e l’incarico passa a Giulio Romano e a Gianfrancesco Penni in quanto possessori del progetto esecutivo. Alla morte di Leone X, nel 1521, i lavori erano arrivati a più della metà. Dopo una interruzione durante il pontificato di Adriano VI (1522- 1523) il cantiere tornò in piena attività quando salì sul trono di Pietro un altro papa Medici, Clemente VII. Noi sappiamo che Raffaello fornì il progetto iconografico dell’intera sala e che suoi sono i disegni per l’Allocuzione di Costantino alle truppe e della Battaglia di ponte Milvio. A tradurre i disegni in pittura sono stati gli allievi di Raffaello e, con un ruolo determinante, il più dotato di tutti, Giulio Pippi detto Giulio Romano.
L’incontro fra il genio di Raffaello e il talento estroso di Giulio fa sì che le pareti che ospitano le due scene siano capolavori di pittura fra i più strepitosi e affascinanti del Rinascimento italiano. Sarà emozionante per i visitatori, e di fondamentale importanza per gli studiosi, vedere la sala di Costantino restaurata, valutandola anche in relazione alla mostra su Giulio Romano attualmente aperta (fino al 6 gennaio 2020) in Palazzo ducale a Mantova.
Le celebrazioni raffaellesche in Vaticano prevedono anche l’esposizione, in Cappella sistina, di alcuni dei celebri arazzi che il maestro urbinate progettò in cartone per la cappella “magna” della Chiesa cattolica e che Pieter van Aelst mise in tessuto a Bruxelles.


San Sebastiano (1501-1502 circa), Bergamo Accademia Carrara.


Un artista destinato a condizionare lo sviluppo delle arti nei secoli a venire


Madonna Aldobrandini (1510 circa), Londra, National Gallery.

Madonna Colonna (1507-1508), Berlino, Staatliche Museen zu Berlin, Gemäldegalerie;


Ritratto di donna detto La gravida (1505-1506), Firenze, palazzo Pitti, Galleria palatina.

Dobbiamo immaginare quel giorno di Santo Stefano, 26 dicembre 1519, quando, dicono le cronache, «si tenne nella consueta cappella la messa papale […] quello stesso giorno il papa ordinò che venissero appesi i suoi nuovi splendidi arazzi i quali, da tutti giudicati superiori per bellezza a qualsiasi altra cosa sulla terra, suscitarono la più grande ammirazione di tutti i presenti».
«Sunt res quibus non est aliquid in orbe pulchrius » (Sono cose di cui non esiste nulla di più bello al mondo): nell’originale latino della cronaca redatta dal maestro delle cerimonie Paris de Grassis si avvertono meglio l’emozione e lo stupore. È l’emozione e lo stupore che proveranno i visitatori dei Musei vaticani quando vedranno, dentro la Cappella sistina, alcuni arazzi con le Storie degli apostoli, collocati sotto gli affreschi di Michelangelo.
La personalità di Raffaello ha molte sfaccettature che il progetto espositivo del quinto centenario tenta di esplorare e di proporre al pubblico. Durante il suo soggiorno papale Raffaello è conservatore delle antichità e soprintendente di Roma. Frequenta intellettuali, antiquari, archeologi, lo interessano gli stili e le tecniche dell’antichità classica. È rimasta memorabile e viene sovente citata la lettera di Pietro Bembo al cardinale Dovizi da Bibbiena (3 maggio 1516) nella quale si parla di una gita che si farà il giorno dopo nell’area archeologica di Tivoli, essendo della compagnia lui stesso con Raffaello, con Baldassarre Castiglione, con gli umanisti Navagero e Beazzano. Questo tipo di interessi culturali è alla base delle squisite evocazioni dell’Antico (nella tecnica dell’encausto, nei colori di rosso coccio pesto, di nero, di bianco nel dilagare delle grottesche e delle scene di argomento erotico e mitologico) presenti nella Stufetta e nella Loggetta del cardinale Bibbiena all’interno dei Palazzi apostolici. A questo aspetto, a Raffaello archeologo, fra aprile e ottobre 2020, sarà dedicata nel complesso di Capo di Bove, nel parco dell’Appia Antica, una mostra (curatrice Ilaria Sgarbozza).


Girolamo Genga, Matrimonio mistico di Santa Caterina, (1522-1523), Roma Galleria nazionale di arte antica di Roma - Palazzo Barberini.

C’è poi il Raffaello soprintendente alle Antichità di Roma e protagonista della tutela oltre che autore collocato al centro del dibattito culturale dei suoi giorni. Questo aspetto, fra l’ottobre 2020 e il gennaio 2021, sarà illustrato nella mostra programmata nel Palazzo ducale di Mantova, una mostra che avrà il suo fuoco nella celebre lettera di Raffaello e di Baldassarre Castiglione a Leone X, lettera il cui originale, dopo una recente felice acquisizione, si trova oggi nell’Archivio di Stato di Mantova.
Anche il Raffaello grande tecnico nell’arte della pittura su muro e su tavola avrà una mostra (febbraio - maggio 2021) nella Biblioteca ambrosiana di Milano dove verrà presentato (curatore principale Arnold Nesselrath) il celebre cartone della Scuola di Atene dopo l’ultimo restauro.
Nella mente di Raffaello: il pittore e l’architettura, questo è il suggestivo titolo della mostra che si terrà fra ottobre 2020 e gennaio 2021 nel Palladio Museum di Vicenza a cura di Howard Burns e Guido Bergamini. Raffaello è l’artista capace di concepire, nello sfondo della Scuola di Atene, le architetture più sublimi del secolo. A questo aspetto del suo genio, la mostra di Vicenza renderà testimonianza.
Altre mostre occuperanno l’anno memoriale. Se la Galleria Borghese di Roma presenterà fra aprile e giugno, in contemporanea con la mostra delle Scuderie, i suoi Raffaello, i Musei reali di Torino, Galleria sabauda, parleranno della fortuna di Raffaello nelle collezioni di corte (marzo - settembre 2020) e, ancora a Roma, l’Accademia nazionale dei Lincei affronterà in una giornata di studi la storia e le vicende restaurative della villa Farnesina con il ciclo di affreschi che Raffaello con la sua bottega dipinse per l’amico e massimo committente Agostino Chigi.
Ogni luogo d’Italia che è stato visitato da Raffaello o custodisce qualche sua opera eminente partecipa, in diversa misura, delle celebrazioni del quinto centenario. Così Bologna che dedica una mostra alla Santa Cecilia della Pinacoteca nazionale, dal titolo Un capolavoro e i suoi effetti fra arte e musica, mentre l’Umbria, sotto la direzione della soprintendente Marica Mercalli, evocherà la presenza di Raffaello in quella regione, fra Città di Castello, Spoleto e Perugia.


Giulio Romano, frammento di cartone per il Massacro degli innocenti (1519-1521), Oxford, Christ Church Pictures Gallery.


Madonna Mackintosh (1509-1510), Londra, National Gallery.

ART E DOSSIER N. 371
ART E DOSSIER N. 371
DICEMBRE 2019
In questo numero: L'ANNO CHE VERRA'. Le celebrazioni di Raffaello. CURIOSITA' ICONOGRAFICHE. Un occhio ci guarda dal cielo. MAGONZA. Una capitale per molti imperi. IN MOSTRA Training Humans a Milano; Betye Saar a New York; Blake a Londra; Da Artemisia a Hackert a Caserta; De Hooch a Delft; Maes all'Aja; Giulio Romano a Mantova; La collezione Alana a Parigi.Direttore: Philippe Daverio