Arte contemporanea/Intervista a Giorgio Fasol


L’arte contemporanea
va all’università

Cristina Baldacci

Arte è ricerca e, come tale, ha molto in comune con l’università. Le opere possono rivelare o riattivare saperi (tecnici, filosofici, scientifici) passati ed essere dispositivi di conoscenza e consapevolezza del proprio presente; talvolta del futuro. Per questo, un collezionista attento al contemporaneo come Giorgio Fasol ha avviato una collaborazione con l’ateneo della sua città, Verona, dando in comodato un centinaio di opere della collezione AGI Verona, di cui è presidente, e rivolgendosi anzitutto agli studenti. Lo abbiamo intervistato per saperne di più.


Come è nato il progetto, che ha poi dato vita alla mostra Contemporanee/ Contemporanei, e con quali obiettivi o aspettative?

Il progetto è nato dopo che ho visto per la prima volta il Polo di Santa Marta [ex panificio, trasformato da circa tre anni nella nuova sede dei dipartimenti di area economico-giuridica e della biblioteca economica dell’Università di Verona] e sono rimasto letteralmente folgorato dalla struttura e da come era stata ristrutturata. Così, insieme a Tommaso Cinti e al suo gruppo di giovani collaboratori, abbiamo studiato appositamente un progetto per coinvolgere i giovani. L’abbiamo quindi presentato al rettore Nicola Sartor, il quale immediatamente è stato favorevole e l’ha sottoposto e sostenuto di fronte al senato accademico e al consiglio di amministrazione. In poco tempo abbiamo ricevuto un parere positivo. Fin dal principio ero interessato soprattutto al coinvolgimento dei giovani. La mostra è solo un mezzo per portarli a contatto con la realtà contemporanea, e in particolare con l’arte contemporanea, perché ripongo molta fiducia in loro.

Circa cento opere della collezione AGI Verona sono state date in comodato d’uso all’ateneo della stessa città.
«Un progetto per coinvolgere i giovani», ci ha spiegato il presidente Fasol


Quali sono stati i criteri di selezione delle ottantatre opere date in comodato all’Università di Verona?

Normalmente, in tutte le mostre che sono state fatte dal 2010 a oggi con AGI Verona (Contemporanee/Contemporanei, a cura di Denis Isaia, è il nono progetto espositivo in un’importante istituzione), do sempre al curatore almeno il doppio delle opere che pensa di esporre, in modo che la scelta sia il più libera e personale possibile.


Come sono coinvolti gli studenti?

Fin dalla sera dell’inaugurazione gli studenti sono stati coinvolti attraverso le attività di divulgazione al pubblico; sono le guide dei visitatori in mostra. Grazie a questo accordo, ho trovato parecchi giovani molto appassionati, attenti e coinvolti nel progetto: chi ben comincia è a metà dell’opera.


Giorgio Agamben sostiene che per essere contemporanei bisogna sempre essere anche un po’ «inattuali», cioè prendere le giuste distanze dal proprio presente per riuscire a capirlo meglio: è d’accordo?

È fuor di dubbio che bisogna sempre essere un po’ distaccati da quello che si vede e si sente per essere obiettivi. È necessario essere distaccati anche per poter essere più liberi. Libertà nel senso ampio di approccio e di confronto con ciò che ci circonda. In questo modo si può esprimere il proprio pensiero più liberamente.

Contemporanee/Contemporanei

Università di Verona
Polo Santa Marta
mostra permanente
a cura di Denis Isaia
www.univr.it/it/contemporanee-contemporanei

ART E DOSSIER N. 370
ART E DOSSIER N. 370
NOVEMBRE 2019
In questo numero: Palazzo Grimani La collezione del patriarca. Eros e Bellezza Giù le mani da Susanna. Elogio della curva. Se la grottesca accende la fantasia. In mostra:Bacon a Parigi. Chagall, Picasso, Mondrian ad Amsterdam. Goncarova a Firenze. Rembrandt e Velázquez ad Amsterdam. Gli aztechi a Stoccarda.Direttore: Philippe Daverio.