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PRERAFFAELLITI
IN CRISI

di Daniele Liberanome

In calo da almeno un lustro le quotazioni dei preraffaelliti, richiesti soprattutto in Inghilterra. Quali i motivi? L’attuale mostra milanese, a loro dedicata, e altre simili potranno contribuire a un’effettiva ripresa?

Basterà la mostra di Milano (Preraffaelliti. Amore e desiderio, fino al 6 ottobre, v. pp. 50-55) per tirare su le quotazioni dei preraffaelliti in crisi da almeno un lustro? Questi maestri del periodo vittoriano, chi più chi meno, hanno perso di attrattiva per i collezionisti per motivi vari che vanno dall’idiosincrasia più che diffusa verso il figurativismo al fatto che gran parte di loro, non notissimi già nella prima parte dell’Ottocento, stanno finendo nel dimenticatoio, alle incertezze economiche in cui si dibatte l’Inghilterra in attesa della Brexit, ed è soprattutto lì che questi artisti si vendono. Ma non solo. Nessuno infatti può dubitare dell’importanza di un Dante Gabriel Rossetti, di un William Holman Hunt, di un po’ tutti coloro che dettero vita nel 1848 alla confraternita dei preraffaelliti.

La loro ricerca di modelli antichi, non paragonabile a quella dei neoclassici razionalisti legati alla tradizione greco-romana, ha indotto alla più generale riscoperta del Medioevo con grandi impatti culturali, anche su architetti del calibro dei Coppedé che hanno lasciato traccia profonda nelle nostre città, e tuttora colpisce il loro privilegiare l’eleganza e la non-convenzionalità delle pose rispetto a quelle ben note della ritrattistica sette e ottocentesca passata del tutto di moda. Senza contare che il loro approccio ai soggetti femminili, estremamente sensuali e al contempo dal forte carattere, anticipa visioni novecentesche dalla Secessione viennese in poi.

Non mancano anche le storie personali che creano richiamo, come quella di Dante Gabriel Rossetti (1828-1882) la cui moglie morì giovane per un’overdose di laudano e il cui appartamento, come quello degli altri preraffaelliti, era colmo di cianfrusaglie esotiche che stupivano gli ospiti.

E che dire del loro raro spessore culturale e interdisciplinare, l’amore per la musica e la poesia, tanto che c’era chi scriveva sonetti da accompagnare ai quadri?

Ma tutto ciò oggi pare non bastare, se i top lot dello stesso celebrato Rossetti sono stati battuti al meglio nel 2013, come A Christmas Carol. Il quadro pare un manifesto dei preraffaelliti perché rimanda al Medioevo con il fondo che sembra oro, all’eclettismo con lo strano mandolino berbero preso dalla “Wunderkammer” dello stesso pittore, alla sensualità rappresentata dalla perfezione delle labbra della donna dallo sguardo sognante, ai valori della musica, all’Art Nouveau della cornice. Con tutto ciò, quando l’opera venne presentata da Sotheby’s di Londra il 4 dicembre 2013 venne aggiudicata per 5,5 milioni di euro, appena al di sopra della stima minima. Quello rimane tuttora e di gran lunga il top lot di Rossetti.

L’anno successivo, il 10 dicembre 2014, Sotheby’s di Londra registrò ancora un risultato milionario per Venus Verticordia, risalente sempre alla seconda parte degli anni Sessanta, il periodo più richiesto dell’artista, in cui la donna è ancor più sensuale con il busto seminudo, con lo sguardo diretto verso chi la ammira, con il suo sicuro maneggiare il dardo pronto a colpire l’uomo che desidera circuire e perfino con la mela, a ricordo di quella che Paride consegnò alla dea della bellezza determinando la guerra di Troia. Il quadro venne venduto per 3,6 milioni di euro, ma da allora non si sono registrati risultati all’altezza.

L’altro illustre fondatore della confraternita dei preraffaelliti non se la passa molto meglio. Il pezzo di maggior valore di William Holman Hunt (1827-1910), Isabella e il vaso di basilico, è passato da Christie’s di Londra il 17 giugno 2014 per la bella cifra di 3,5 milioni di euro, ma si tratta di un pezzo di importanza del tutto particolare. Innanzitutto per la storia del gruppo, visto che di proposito anche Rossetti e Millais si ispirarono all’omonimo poema di Keats (a sua volta debitore di Boccaccio) per creare dei quadri che dovevano fungere da “trait d’union” dei preraffaelliti; per la storia personale di Hunt, perché vi campeggia la moglie appena morta; per la qualità artistica dell’opera che Hunt stesso considerava un capolavoro. Perdipiù Isabella e il vaso di basilico era stato a lungo esposto in un museo, quello del Delaware, che se ne è disfatto solo per ampliare la sua attività, e ciò di solito promuove le vendite. Era stato così stimato 6,1-9,8 milioni di euro, ma Christie’s di Londra non si avvicinò a quel risultato atteso.


Dante Gabriel Rossetti, Venus Verticordia (1868).

Per trovare altre vendite milionarie di Hunt bisogna tornare a un quarto di secolo fa, e più di recente - si fa per dire - spicca solo il risultato di Il dolce far niente. Il titolo sottolinea che in quel quadro come spesso altrove, Hunt si dedicò alla ricerca puramente estetica che tendeva a eliminare il contenuto serioso anche da immagini che lo avrebbero potuto richiedere. Da notare pure la sedia egiziana che usa la bella modella e che proviene dall’angolo esotico che Hunt, come Rossetti, aveva creato a casa propria. Christie’s di Londra riuscì a vendere questo quadro il 19 febbraio 2003 per circa 900mila euro, rimanendo anche qui ben distante dalla stima minima. Negli ultimi anni i collezionisti di Hunt sono rimasti così tanto delusi per gli invenduti che non si trovano sul mercato se non disegni.

Sostanzialmente in linea con Hunt è il trend delle quotazioni dell’altro preraffaellita per eccellenza, John Everett Millais (1829- 1896). Nell’ultimo lustro, all’incirca, il miglior risultato è stato fissato da Sorelle, in cui le tre figlie dell’artista vengono ritratte con scarsa introspezione ma notevole risultato estetico e tecnico, in una composizione estremamente bilanciata e armonica. Christie’s di Londra lo vendette per 2,7 milioni di euro ma eravamo nel lontano 11 luglio 2013. L’aspetto positivo fu che l’aggiudicazione superò ampiamente la stima minima e segnò una notevole rivalutazione rispetto alle 4.100 sterline con cui era stato aggiudicato negli anni Settanta del secolo scorso. Tuttavia, anche per Millais, gli altri risultati eclatanti risalgono all’inizio del nuovo secolo come 1,5 milioni di euro pagati per Dormire (Christie’s, Londra, 11 giugno 2003). C’è da sperare che la mostra di Milano e altre simili amplino la platea dei collezionisti dei preraffaelliti, catturando l’interesse di qualche europeo continentale o americano per far sì che i prezzi di questi importanti artisti inizino a riprendersi.


William Holman Hunt, Isabella e il vaso di basilico (1867).


John Everett Millais, Sorelle (1868).

ART E DOSSIER N. 368
ART E DOSSIER N. 368
SETTEMBRE 2019
In questo numero: Ottocento tra scienza e mistero: Seurat e la fisica quantistica; I miti arcani di Péladan. Save Italy Bologna: da Monte di pietà a supermercato; trento : salviamo le facciate dipinte. In mostra: Burtynsky a Bologna; Stingel a Basilea; Isadora Duncan a Firenze; Preraffaelliti a Milano.Direttore: Philippe Daverio