Arte contemporanea 


Contemporary
Istanbul

Riccarda Mandrini

Come la storia recente ha dimostrato, le fiere d’arte trascinano con sé un indotto economico e culturale straordinario, un fatto, questo, che ha permesso a molti eventi del settore di crescere in fretta sia in termini quantitativi che qualitativi. In tal senso un esempio emblematico è rappresentato da Contemporary Istanbul.

Nata nel 2005 su progetto di Ali Güreli, che della fiera era ed è il presidente, Contemporary Istanbul nelle prime edizioni si attestava su un modello che dava molto spazio alla straordinaria varietà dell’arte moderna della Turchia, un segmento che da un punto di vista storico-artistico vanta una qualità alta, presente nelle più impor tanti collezioni turche private, nei musei e con buone quotazioni in asta. In fiera si potevano vedere le opere di artisti quali Erol Akyavas¸ (1932- 1999), Burhan Dog˘ançay (1929-2013), Yüksel Arslan (1933-2017), Nejad Devrim (1923-1995).

Diversamente, il contemporaneo si affermava nelle giovani gallerie di Istanbul che sostenevano artisti turchi sempre più presenti nelle mostre internazionali.


Dal 12 al 15 settembre l’annuale fiera d’arte contemporanea di Istanbul contribuisce a rendere la città importante snodo tra Est e Ovest


Il contemporaneo, soprattutto, incontrava l’resse dei giovani collezionisti turchi che, dalla famiglia, avevano ereditato la passione per l’arte.
Nel momento in cui Güreli scelse di cambiare il modello della fiera poté contare su una serie di realtà economiche private che gli permisero di fare sistema. Una delle più importanti banche della Turchia AkBank è sponsor della fiera e sostiene l’Akbank Art Center; Borusan Holding vanta una delle corporate collection più importanti della Turchia e d’Europa; Vehbi Koç supporta Arter; Platform Garanti Contemporary Art Center è finanziato da Garanti Bank; Istanbul Modern, il museo d’arte contemporanea, gode di un ampio sostegno privato.

Istanbul, così come lo è nella geografia, anno dopo anno, insieme alla sua fiera d’arte è diventata lo snodo culturale tra Est e Ovest. In termini di numeri, l’edizione 2019 di Contemporary Istanbul, conta quasi novanta gallerie, di cui il sessantacinque per cento viene da ventidue paesi esteri.

Zawyeh Gallery a Ramallah, la galleria di riferimento per gli autori palestinesi soprattutto moderni, presenta le tele di Sliman Mansour (1947), artista che dagli anni Settanta ritrae la sua terra, gli ulivi, le donne, la gente e con le sue tele mostra la resilienza del suo popolo, rispetto alla frustrazione della sua storia “post-war”.
Project ArtBeat, galleria d’arte contemporanea a Tbilisi, propone una selezione di giovani artisti georgiani. Silicone, terra, “objets trouvés” compongono le sculture di Gwladys Alonzo, artista alla quale IK Projects di Lima dedica un solo “booth”.
Pi Artworks (Istanbul) mostra i suoi artisti più noti a livello internazionale: Fatma Bucak, Susan Hefuna, Mustafa Hulusi, Gulay Semercioglu. High Art (Parigi) espone il lavoro di Max Hooper Schneider, noto per la sua partecipazione a BMW Art Journey.
Mobius (Bucarest), oltre a una selezione di autori romeni, presenta Anna Khodorkovskaya il cui debutto è iniziato da Garage, a Mosca.




Contemporary Istanbul
Istanbul Congress Center
dal 12 al 15 settembre

www.contemporaryistanbul.com

ART E DOSSIER N. 368
ART E DOSSIER N. 368
SETTEMBRE 2019
In questo numero: Ottocento tra scienza e mistero: Seurat e la fisica quantistica; I miti arcani di Péladan. Save Italy Bologna: da Monte di pietà a supermercato; trento : salviamo le facciate dipinte. In mostra: Burtynsky a Bologna; Stingel a Basilea; Isadora Duncan a Firenze; Preraffaelliti a Milano.Direttore: Philippe Daverio