L'oggetto misterioso


QUEI SANDALI NON ERANO
PROPRIO CALZANTI

di Gloria Fossi

Alla mostra parigina sul tesoro di Tutankhamon, una statuetta del giovanissimo faraone calza un paio di infradito dorati che sollevano nuovi enigmi, forse irrisolvibili

è alta settantacinque centimetri. Di rara bellezza, in legno dorato, pasta vitrea, foglia d’oro, ossidiana, bronzo, la statuetta raffigura il giovane Tutankhamon col braccio destro alzato, l’arpione pronto a colpire. Nella sinistra, una corda arrotolata da legare alla lancia. In piedi su una fragile barchetta (che s’immagina di papiro, come le più antiche usate sul Nilo, simili nella sagoma alle nostre tavole da surf), il giovane incarna Horo, nume tutelare dell’ordine divino, che combatte il caos nelle paludi e uccide Seth (un ippopotamo, il più temibile animale del grande fiume). Secondo il mito, Seth/ippopotamo aveva annientato il fratello Osiride, usurpandone il trono. Horo, figlio di Osiride, lo vendicò uccidendo lo zio/ippoppotamo. Ora, come facesse Tutankhamon a stare in equilibrio sulle acque limacciose e arpionare da una fragile tavola il gigantesco ippopotamo, non è dato sapere. La scena potrebbe anche ricalcare un reale episodio di caccia (o pesca) sul fiume. Certo chi la raffigurò con splendido realismo dava per scontato che il vincitore fosse Tutankhamon, e che magari avesse perfino trascinato a riva, come trofeo, la preda imponente. L’ippopotamo qui non è raffigurato, ma è sottinteso. Noi tuttavia pensiamo ad altro, mentre ammiriamo la statuetta esposta in questi giorni, fino al 15 settembre, all’immensa mostra sul tesoro di Tutankhamon, il “faraone dorato”, alla Grande Halle de La Villette di Parigi. Per caso, fra i papiri della palude il giovane faraone è riuscito a barcamenarsi, è il caso di dirlo, grazie a quegli infradito di lunghezza sproporzionata rispetto alla misura del piede?

Ci hanno colpito subito, quei meravigliosi sandali d’oro, così simili ai nostri di gomma, ma che qui paiono funzionare come gli attacchi in neoprene nei quali s’infilano i piedi nello sci nautico. Il tallone rialzato all’indietro nella gamba destra del faraone è un capolavoro di naturalezza. Le dita lunghe dei piedi, da vicino, stupiscono per il realismo. Tutto qui? Quali altri misteri nascondono questi infradito di tremiladuecento anni fa? Davvero Tutankhamon indossava sandali d’oro? I piedi della mummia del faraone, rinvenuta all’interno del sarcofago, calzavano infradito d’oro. Sulla sabbia sassosa e infuocata del deserto, però, suole dorate e fini, prive di tacco, sarebbero state fuori luogo. Dunque le calzature dorate erano solo da cerimonia, o, appunto, da corredo funebre. Quelle usate nella realtà dal faraone, seppur bellissime, alcune decorate anche nella suola interna, dove poggia il piede, con raffigurazioni dei nemici vinti, sono di cuoio o fibre, oro e perline. Scopriamo dell’altro. Uno studioso di Leida, André J. Veldmeijer, ha esaminato e restaurato le calzature di Tutankhamon rinvenute in frammenti nella camera funeraria scoperta a Luxor, nella Valle dei re, nel 1922. Le ha studiate per sette anni, fino al 2009, e un paio in particolare, i sandali 021f&g, l’hanno colpito per una forma inusuale. Non sono infradito veri e propri, dato che due strisce di rinforzo, raffinatissime, attraversano il dorso del piede. Sono rinforzate ai lati e la trama riccamente decorata prosegue dietro, a somigliare alle nostre espadrillas. Questi sandali, e altri simili del giovane faraone, non trovano riscontro nei comuni infradito egiziani. Perché mai? Tutankhamon morì a diciannove anni, nel 1322 a.C., in circostanze misteriose. Le teorie sulla sua morte sono numerose. Morì in battaglia, lontano da Tebe (antico nome di Luxor), cadendo da un carro? O fu assassinato con un colpo alla nuca da Ay, che gli successe al trono? Era malato? E se l’ultima ipotesi è valida, da quali e quante malattie era affetto? Senza dubbio morì quasi all’improvviso, a giudicare dalla fretta con la quale il corpo fu mummificato e sepolto, con un corredo di oltre cinquemila oggetti raffinatissimi, d’oro e pietre preziose, in una cameretta funeraria a vari scomparti, riadattata per l’occasione, mentre quella prevista da Tutankhamon per il proprio viaggio nell’al di là non era ancora terminata. Una convincente teoria è stata formulata nel 2010, dopo esami scientifici sulla mummia. Tutankhamon aveva una frattura esposta al femore, causata probabilmente da una caduta. Soffriva anche, fin da bambino, del cosiddetto piede equino, che gli impediva di camminare correttamente. Aveva inoltre una necrosi ossea del secondo e terzo metatarso sinistro (malattia di Köhler), e doveva usare un bastone per camminare (nella sua tomba ne sono stati rinvenuti centotrenta). Tutte malattie genetiche, dovute agli iterati matrimoni fra consanguinei dei suoi antenati. Come se non bastasse, da tempo soffriva di malaria cerebrale. Morì probabilmente per un’infezione della frattura esposta, aggravata dalla debole salute e dalla malaria. I sandali veri erano ortopedici, altro che infradito dorati. Altri studiosi rifiutano però, drasticamente, questa teoria. Ma il mistero continua.


Sandalo di Tutankhamon (XVIII dinastia, regno di Tutankhamon, 1328-1327 a.C. circa), da Luxor, Valle dei re, KV62, camera del Tesoro, Il Cairo, Museo delle antichità egizie, 021f&g.

In breve:

Toutânkhamon. Le Trésor du Pharaon
Parigi, Grande Halle de la Villette
a cura di Zawi Hawaas
fino al 15 settembre
orario 10-20, giovedì 10-22

catalogo Melcher Media
www.expo-toutankhamon.fr

ART E DOSSIER N. 367
ART E DOSSIER N. 367
LUGLIO-AGOSTO 2019
 In questo numero: Donne oltre l'ostacolo; I magi al femminile; Dulle Griet all'assalto dell'inferno; La divina Franca Florio; Le strategie esistenziali di Berthe Morisot; Varda/JR: la regista e lo street artist. In mostra: Eliasson a Londra; Tuymans a Venezia; Dalí a Montecarlo; Ex Africa a Bologna. Direttore: Philippe Daverio