Cataloghi e libri

LUGLIO-AGOSTO 2019

LEONARDO E I SUOI LIBRI

Alla Biblioteca medicea laurenziana di Firenze si conserva un monumentale codice di Francesco di Giorgio Martini (l’Ashburnham 361): cinquantaquattro carte di un trattato di architettura, ricco anche di illustrazioni, ideato e redatto dal noto architetto senese, che Leonardo conobbe a Milano nel 1490. Più volte, nei suoi studi d’ingegneria militare o idrologica, Leonardo si soffermerà sulle ricerche del collega. Ma c’è di più, il prezioso manoscritto laurenziano è l’unico libro pervenutoci che di certo appartenne alla sua biblioteca personale. O perlomeno, l’unico, finora, a essere stato identificato, giacché presenta dodici postille e disegni aggiunti da Leonardo stesso (la sua scrittura è inconfondibile). Ce lo spiega Carlo Vecce, ancora una volta con magistrale chiarezza, nel catalogo della mostra sui libri posseduti dal grande maestro (fino al 22 settembre al Museo Galileo di Firenze, poi alla Accademia dei Lincei a Roma). Il catalogo, come d’altra parte la mostra, è un piccolo gioiello fra i tanti di quest’anno leonardesco, e fa il punto su un aspetto che Vecce studia da tempo. Quali e quanti libri (manoscritti o a stampa) possedeva Leonardo, che da bambino non aveva condotto studi, per così dire, regolari, tanto da far fatica, perlomeno nei primi tempi, a leggere il latino? Pur considerandosi, com’è noto, «homo sanza lettere», ovvero privo di un’adeguata cultura letteraria, alla fine della vita Leonardo aveva costituito una personale biblioteca di almeno duecento libri. Vecce, qui coadiuvato da altri studiosi, ha ricostruito idealmente quella biblioteca, della quale, a parte il codice laurenziano, non si è conservato alcun esemplare, ma ve ne sono di simili che valgono d’esempio. Leonardo segnalò di possederli in più di un elenco, alcuni avuti in prestito, altri acquistati dopo vere e proprie cacce al volume agognato. Talvolta, dovendo viaggiare, li affidò in deposito. Il libro ricostruisce queste vicende, tenendo sempre d’occhio la cultura del tempo, e illustrando gli interessi di Leonardo, le sue curiosità letterarie, i trattati scientifici antichi, quelli più recenti: una cultura multiforme, di uso quotidiano, indirizzata di volta in volta a indagini specifiche. Leonardo, dice Vecce, non era certo «un lettore passivo».


a cura di Carlo Vecce
Giunti, Firenze 2019
144 pp., 60 ill. colore
€ 18

LA VILLA DI POGGIO IMPERIALE

Il suo maestoso prospetto affacciato sul vasto piazzale si apre alla vista fin da lontano, a chi “salga”, a Firenze, da Porta romana, verso il colle alberato. È la villa medicea del Poggio Imperiale, poi passata ai Lorena, che dal 1823 ospita un collegio femminile prestigioso, frequentato dalle giovani esponenti delle famiglie bene fiorentine, e non solo. Il complesso monumentale, che fin dalla facciata neoclassica fa capire la maestosità dei suoi interni, oltre a un giardino all’italiana, comprende importanti arredi, affreschi e decorazioni a stucco. Restaurato dalla Soprintendenza ai monumenti a partire dal 1972, oggi mostra egregi decori, cappelle e anche gli appartamenti al piano nobile, voluti da Pietro Leopoldo. Anche la Galleria dei ritratti è stata ripristinata e la villa dal 2013 fa parte della lista del Patrimonio mondiale segnalato dall’Unesco. Il volume ne ricostruisce la storia e ne illustra le opere d’arte.


Andrea Ragazzini, Riccardo Spinelli Polistampa, Firenze 2018
144 pp., 135 ill. b.n. e colore
€ 16

DARK SIDE OF THE BOOM

Georgina Adam, brillante e raffinata editorialista britannica del “Financial Times” e dell’“Art Newspaper”, ha un’immensa esperienza sul mercato dell’arte internazionale: patron dell’Association of Women Art Dealers, membro del consiglio d’amministrazione di Talking Galleries, dell’Associazione internazionale dei critici d’arte, dell’Associazione internazionale di studi sul mercato dell’arte, presiede l’Art Business Conference. Chi si appresti a leggere, tutto d’un fiato, questo suo libro sul “lato oscuro” del business internazionale dell’arte (il suo primo tradotto in italiano), può farsi prima un’idea, cercando nel web i video che testimoniano il suo acume raro, il suo eloquio straordinariamente efficace e chiaro, deciso, franco, very British. Se nel suo primo libro, Big Bucks: The Explosion of the Art Market (2014) Adam aveva spiegato i meccanismi del mercato dell’arte, in questo (il cui titolo parafrasa felicemente il mitico album dei Pink Floyd, giocando sull’assonanza fra “boom” e “moon”), Adam si avventura e conduce anche il lettore dietro la faccia della luna (e/o del boom): in quel «lato oscuro» dell’immenso business dell’arte, e negli eccessi delle cifre d’asta, soprattutto a seguito della vendita di opere d’arte contemporanea, gonfiate da speculatori o dagli stessi acquirenti. Il primo, imprescindibile punto si concentra in un termine - denaro -, e nella conseguente relazione denaro- mercato-collezionismo- lavoro dell’artista. Un libro che con assoluta trasparenza parla non solo di aste miliardarie con risultati sporporzionati rispetto a ogni logica, ma anche di contraffazioni, frodi, evasione fiscali, strumenti finanziari, transazioni che niente hanno a che vedere con l’arte in se stessa, fino al fenomeno, oggi sempre più diffuso, del riciclaggio di denaro sporco da parte di vere e proprie mafie internazionali che operano nei paradisi fiscali. È questo il vero, orribile, lato oscuro dell’arte nella cui trappola più o meno sprovveduti investitori s’invischiano. In questa bolla l’opera d’arte si sposta e viene mercanteggiata senza essere mai vista concretamente, spesso blindata in un caveau, fuori da ogni controllo, come un titolo in borsa. Un libro appassionante, che tutti dovremmo leggere.


Georgina Adam
Johan & Levi, Milano 2019
254 pp.
€ 23

ANTIGONE ILLUSTRATA

La fortuna iconografica del mito di Antigone, alla quale Valentina Motta dedica il suo studio, corredato da un ricco repertorio d’immagini, ha lontane tradizioni. Ne accenniamo perché nel libro si sente un po’ la mancanza di una premessa che sintetizzi le vicende antiche che portarono alle diverse derivazioni letterarie del mito greco, sulle quali poi l’autrice, che entra subito in “medias res”, si sofferma nel corso dei capitoli (come ulteriore premesa di alcuni “tòpoi” trattati nel libro con maggiore ampiezza, rimandiamo al suo articolo, Incarnazione della pietas, in “Art e Dossier” 342, aprile 2017, pp. 64-69). La nascita della figura letteraria di Antigone risale alla tragedia di Sofocle (Colono 497 a.C. - Atene 406 a.C.), parte del ciclo tebano sull’infelice destino di Edipo re di Tebe e dei figli (fu rappresentata la prima volta alle Grandi Dionisie del 442 a.C.). A questa tragedia Sofocle ne fece seguire due che sviluppano temi connessi: Edipo re ed Edipo a Colono. Seppure redatte anni dopo l’Antigone (Edipo a Colono addirittura quarant’anni dopo), queste narrano episodi precedenti agli eventi che nell’Antigone portano, in successione: alla morte di Polinice, fratello dell’eroina e figlio di Edipo, spodestato re di Tebe ridotto a cecità; al suicidio di Antigone; a quello del promesso sposo Emone, e infine a quello della madre di lui, Euridice, moglie dello stolto e crudele re Creonte, che aveva vietato la sepoltura del cadavere di Polinice. Come spiega la studiosa, Antigone, in primo luogo, rappresenta un esemplare modello di “pietas” filiale e fraterna, visto che si curò del padre cieco e fu poi punita per aver voluto seppellire il fratello. A questo modello iconografico, tanto amato nella pittura sin dall’epoca neoclassica, da Ingres fino al Novecento, con Savinio e de Chirico, si intrecciano temi come la solitudine dell’eroina, l’idea dello scontro e tentata mediazione con Creonte, la mancata sepoltura e infine la separazione. Questi “exempla” ricorrono spesso in celebri testi letterari, assai diffusi soprattutto nell’Ottocento. Ed è su queste fonti che il libro indaga proponendosi di offrire una disamina critico-letteraria sulla larga diffusione del mito di Antigone nella pittura ottocentesca.


Valentina Motta
Albatros, Roma 2019
192 pp., 69 ill. b.n e colore
€ 15,90

ART E DOSSIER N. 367
ART E DOSSIER N. 367
LUGLIO-AGOSTO 2019
 In questo numero: Donne oltre l'ostacolo; I magi al femminile; Dulle Griet all'assalto dell'inferno; La divina Franca Florio; Le strategie esistenziali di Berthe Morisot; Varda/JR: la regista e lo street artist. In mostra: Eliasson a Londra; Tuymans a Venezia; Dalí a Montecarlo; Ex Africa a Bologna. Direttore: Philippe Daverio