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MORISOT, IN ATTESA
DI UN RISVEGLIO

di Daniele Liberanome

Primadonna dell’impressionismo, Berthe Morisot sembra non riscuotere negli ultimi anni grande successo sul mercato. Al record raggiunto nel 2013 con Dopo pranzo (1881) sono seguiti una serie di invenduti

Star degli impressionisti, eppure donna riservata, e artista pronta a mettersi in gioco fino alla maturità, Berthe Morisot (1841-1895) pare non vivere un gran periodo sul mercato. Oggi nessuno dubita del suo talento, che iniziò a coltivare fin da giovanissima, da rampolla di famiglia altoborghese e discendente del grande pittore Fragonard. Cercò fin da subito, ma senza forzature, di seguire le ultime tendenze e, dopo aver intrapreso un percorso tradizionale di avvicinamento all’arte, si legò a Corot e sotto la sua guida si dedicò alla pittura all’aperto, alla ricerca del binomio luce-colore.

Nonostante le si aprissero le porte dei Salon accademici in cui non esitò a esporre, Berthe era ormai pronta a virare verso l’impressionismo e a creare un connubio intenso con alcuni fra i suoi maggiori esponenti. Posò spesso per Manet, conobbe il fratello del pittore e lo sposò, aprì la sua casa a intellettuali e artisti come Degas e Fantin-Latour. Dalla metà degli anni Settanta e per un buon decennio sfruttò al meglio i suoi talenti diventando una delle principali pittrici impressioniste insieme a Mary Cassatt, ma muovendosi in modo discreto, non dirompente, spesso declinando la sua arte e la sua vita al femminile. Non a caso volle che fosse scritto sulla sua lapide semplicemente: «Berthe Morisot, vedova di Eugène Manet» senza ricordare la fama che la circondava da tempo, rinchiudendosi in un ruolo tradizionale di moglie.

La sua natura di artista innovativa in un contesto sociale tradizionale emerge in Nascondino del 1873, in cui una madre – la sorella della Morisot – gioca con sua figlia riparandosi dietro a un piccolo albero di ciliegio. Il vezzoso ombrellino della donna, gli eleganti vestiti bianchi di ambedue i personaggi, in contrasto con l’alta erba verde, ne farebbero un quadro di genere, e comunque non tale da urtare i benpensanti del tempo, tanto è vero che la critica tradizionalista lo accolse favorevolmente. Lo stile era però chiaramente legato alla lezione del grande Edouard Manet, con l’uso di un limitato numero di colori utilizzati sapientemente per porre in risalto alcuni elementi (gli abiti delle figure principali) e con una pennellata quasi tremante. Interessante la presenza in alto a destra dell’estremità di un ramo, a indicare che il quadro fa parte del grande affresco della natura e della realtà di cui riprende solo un frammento.

L’opera venne inserita nella prima mostra degli impressionisti nel 1874 e passò da una serie di collezioni celebri a partire da quella dello stesso Edouard Manet, per passare poi a quella del gallerista Ambroise Vollard e alla raccolta della scultrice e mecenate americana Gertrude Vanderbilt Whitney, fondatrice nel 1931 del Whitney Museum of American Art di New York. Venne esposta spesso di qua e di là dell’oceano, dalla National Gallery di Washington alla Tate di Londra. Offerta in asta da Sotheby’s a New York il 10 maggio 1999, fu venduta per 3,3 milioni di euro polverizzando la stima iniziale. Riproposta nella stessa casa d’asta appena un anno dopo, il 9 novembre 2000, venne scambiata per oltre 5 milioni di euro, con una rivalutazione fantastica; ma riproposta ancora da Sotheby’s a New York il 2 novembre 2005 venne pagata 4,4 milioni di euro, registrando una flessione. Certo, nel frattempo il dollaro si era svalutato e quindi in termini di valuta locale il risultato non fu negativo, ma neppure un granché.

Altro quadro di grande appeal è Dopo pranzo, dipinto nel 1881, e quindi ancora nel pieno della “verve” impressionista della Morisot allora particolarmente attenta alla lezione di Manet. Troviamo di nuovo le pennellate rapide e varie, la scarsa variabilità cromatica su cui far risaltare qualche elemento – qui i fiori – e soprattutto l’ambiente borghese al femminile, qui interpretato da una modella vestita con eleganza.

Morisot dipinse il quadro a Bougival, villaggio non lontano da Parigi, reso celebre da altri impressionisti come Degas. L’opera, offerta il 14 maggio 1997 da Christie’s a New York, venne venduta per quasi 2,5 milioni di euro, ma riproposta sempre da Christie’s il 6 febbraio 2013 venne scambiata per oltre 8 milioni di euro, cifra tuttora record in asta per l’artista.

Negli ultimi anni, però, la situazione di mercato pare decisamente meno brillante. Nel 2018 e inizio 2019 si è registrata una notevole serie di invenduti a diversi livelli di prezzo, come a dire che il vasto pubblico dei collezionisti, dai più ai meno spendaccioni, pare essersi allontanato dalla Morisot. Un caso per tutti è rappresentato da Ragazza sdraiata, transitato per la nota galleria di Durand Ruel vicina agli impressionisti, e quindi da collezionisti newyorchesi, prima di essere aggiudicato da Christie’s di New York il 9 novembre 2006 per 1,45 milioni di euro. Ma nella stessa casa d’asta il 20 giugno dello scorso anno, lo si è dovuto ritirare dall’asta. D’altra parte l’opera è del 1893 e presenta sinuosità di forme, libertà di colore e una tecnica di pittura ben diverse da quelle degli anni Ottanta, più vicine a Renoir che a Manet.

Le opere di questo periodo non sono considerate di elevata qualità ed è certamente anche questo il motivo dell’insuccesso. A ben guardare anche gli altri invenduti sono stati creati in quegli anni. Bambina che gioca con un cane, dove è raffigurata la figlia della Morisot, è stato sì trattato con successo da note gallerie come la Waddington (Londra, Montreal) o la Noortman (Maastricht) e più di una volta è passato di mano da Christie’s a Londra, ma resta una tela di piccole dimensioni (27 x 35 cm), datata 1892 e con la pennellata e la scelta di colori tipici del periodo. Così lo scorso 27 febbraio nessuno da Sotheby’s a Londra ha offerto 90mila euro e il dipinto è andato invenduto. Stessa sorte ha subito il 12 giugno 2018, da Christie’s a Londra, la più grande e più quotata Bagnante, anche quella però del 1891. Il mercato della Morisot rimane quindi più che altro dormiente in attesa di qualche opera di qualità di metà anni Settanta - metà anni Ottanta per risvegliarsi.


Dopo pranzo (1881).

ART E DOSSIER N. 367
ART E DOSSIER N. 367
LUGLIO-AGOSTO 2019
 In questo numero: Donne oltre l'ostacolo; I magi al femminile; Dulle Griet all'assalto dell'inferno; La divina Franca Florio; Le strategie esistenziali di Berthe Morisot; Varda/JR: la regista e lo street artist. In mostra: Eliasson a Londra; Tuymans a Venezia; Dalí a Montecarlo; Ex Africa a Bologna. Direttore: Philippe Daverio