Finestre sull'Arte


il successo della raccolta
di un fuoriclasse

di Federico D. Giannini

La Collezione Casamonti ha aperto al pubblico, a Firenze, nel marzo 2018: trascorso poco più di un anno, può tracciare un primo bilancio?
È un bilancio più che positivo: abbiamo avuto quasi trentamila visitatori, un grande successo per un museo privato, un successo insperato, e di questo siamo molto felici. Ora che inauguriamo la seconda parte della collezione (la prima va dagli inizi del XX secolo agli anni Sessanta, la seconda invece va dagli anni Sessanta agli inizi del XXI secolo) vogliamo proporre al pubblico uno specchio di quanto avvenuto nella seconda metà del Novecento, con un’indagine che coinvolge sia l’Italia (dall’Arte povera alla Transavanguardia, per esempio), sia l’estero (artisti come Basquiat, Kiefer, Cragg e altri). Al rinnovo della collezione segue poi il secondo volume della pubblicazione Collezione Roberto Casamonti. Un secolo d’arte che, come il primo, sarà curato da Bruno Corà e verrà pubblicato in un cofanetto che riunirà i due volumi e offrirà ai lettori un “excursus” delle opere esposte a Firenze nel palazzo Bartolini Salimbeni.


Il rinnovo, abbiamo detto, arriva fino alla contemporaneità: data la sua esperienza da collezionista e da addetto ai lavori, quali sono le principali tendenze che lei individua nell’arte di oggi e quali sono i cambiamenti che sono occorsi all’arte nel lasso di tempo preso in considerazione rispetto al rinnovo della collezione?

Mentre nella prima parte del secolo si parlava di arte figurativa, l’avvento della macchina fotografica e la sua diffusione negli anni Venti e Trenta hanno comportato un cambio di prospettive, così nella seconda parte del Novecento si è passati da una pittura come rappresentazione del vero alla pittura intesa come invenzione, folgorazione, idea: il rinnovo vuole proprio documentare l’apporto degli artisti che hanno cercato nell’invenzione la costruzione di un qualcosa che non fosse solo abilità tecnica, ma anche abilità della mente.


A poco più di un anno dall’apertura, incontriamo Roberto Casamonti, proprietario della collezione omonima dedicata all’arte contemporanea

Quali sono le ragioni che l’hanno spinta ad aprire al pubblico le porte della sua collezione?
Dal momento che ho avuto la fortuna di avere il bellissimo spazio di palazzo Bartolini Salimbeni, e avendo accumulato nel tempo tante opere d’arte, è stato naturale aprire un luogo dove poter esporre i capolavori che ho acquisito nel corso degli anni. E per me è stata una grande gioia la possibilità di condividere con tutti questo patrimonio.


Il suo progetto com’è noto è stato fondato a Firenze, città che in questi ultimi anni sta cercando di ritagliarsi un ruolo di spicco nell’arte contemporanea, anche per smarcarsi da quell’immagine di “città del Rinascimento” che si porta cucita addosso. Quali sono secondo lei le modalità attraverso le quali una città come Firenze può far coesistere senza forzature un dialogo tra antico e contemporaneo?
Da sempre chi viene a Firenze arriva per vedere gli Uffizi, il Bargello, l’Accademia, le opere del Rinascimento: per diverso tempo tuttavia chi è giunto qui trovava una sorta di buco, dovuto al fatto che la città, a lungo, ha dedicato scarsa attenzione all’arte dai primi del Novecento in poi. Ultimamente abbiamo assistito a molti tentativi di recuperare ciò che è mancato: penso per esempio al Museo del Novecento e alle sue iniziative, e io stesso ho voluto dare il mio contributo. Credo che occorra puntare su iniziative che aiutino a promuovere l’arte contemporanea, e in questo senso le mostre temporanee possono essere utili. Io ho deciso di contribuire mostrando la mia collezione, ma posso anticipare che in seguito anche il nostro spazio si aprirà a mostre.

Collezione Roberto Casamonti

palazzo Bartolini Salimbeni
Firenze, piazza Santa Trinita, 1
www.collezionerobertocasamonti.com

ART E DOSSIER N. 366
ART E DOSSIER N. 366
GIUGNO 2019
In questo numero: Le anime del Novecento: Kounellis: le radici; Lee Miller tra fashion e guerra. In mostra: Burri a Venezia, Haering a Liverpool, Lygia Pape a Milano. Rinascimenti in mostra: Verrocchio a Firenze, Il Mediterraneo a Matera. Il mito dell'odalisca: Orientalismi in mostra a Parigi.Direttore: Philippe Daverio