Save Italy


CARAVAGGIO,
ALIBI MINISTERIALE

di Leonardo Piccinini

S

ette anni fa, eravamo nello scenario incantato dell’agro romano, Philippe Daverio al grido «Save Italy» denunciava l’abbandono del patrimonio storico-artistico italiano, vittima di degrado, speculazioni e mancanza di strategia, invocando quell’aiuto europeo senza il quale noi italiani non saremo mai in grado di farcela in solitudine (tutt’altro che “beata”). È infatti del tutto evidente - e spiace ancora una volta sottolinearlo - come, dopo alcuni timidi segnali di “occidentalizzazione” nel campo della tutela e della conoscenza di musei, siti archeologici e monumentali (pratiche burocratiche incluse), il Mibac (di nuovo senza la T di Turismo) sia purtroppo ripiombato nella totale confusione di obiettivi e strategie. All’insegna della “retromarcia” si bloccano ampliamenti museali come quello, necessario e sacrosanto, del Palazzo dei diamanti di Ferrara, gli uffici esportazione continuano pervicacemente a controllare con la stessa severità la poltrona in vimini della nonna e il dipinto di alta epoca, si cerca lo scontro continuo con chi tenta di “valorizzare” (verbo detestato dai sovranisti dell’arte) questa grandiosa eredità italica. L’ultimo episodio riguarda il diniego al prestito delle Sette opere di misericordia, una delle più importanti tele di Caravaggio (conservata presso il Pio Monte della misericordia di Napoli), destinata alla mostra che il Museo e Real bosco di Capodimonte dedica al periodo napoletano del pittore (Caravaggio Napoli, fino al 14 luglio). Come ha efficacemente scritto Riccardo Lattuada (“Il Mattino”, 6 marzo): «Con gli attuali mezzi di movimentazione, e con le cautele attuabili per il viaggetto di una così illustre reliquia, non si corre alcun rischio per la sua conservazione». Spiace constatare come la solerzia ministeriale, diretta contro chi prova ad accendere i riflettori sui tesori napoletani, risulti grottesca in una terra dove la conservazione del patrimonio è una pia illusione. Continua Lattuada, anche riferendosi ad alcune anime belle locali: «Anni di silenzi sulle centinaia di opere ancora in deposito dopo il sisma del 1980 e mai restituite a monumenti ancora esistenti; anni di silenzi su luoghi canonici del Barocco come la chiesa dei Santi Apostoli, in cui il soffitto della navata, opera estrema di Giovanni Lanfranco, è da tempo coperto da una rete che serve a garantire l’incolumità di chi sta sotto ma non a restaurare il ciclo pittorico; l’elenco di queste oscenità potrebbe riempire varie pagine di un giornale. E ancora: anni in cui mai si sia sollevato un gemito, un lamento, una parola netta sul vero disastro della situazione napoletana, quello del patrimonio della sua provincia martoriata e distrutta». Vergogna!


Caravaggio, Le sette opere di misericordia (1606-1607), Napoli, Pio Monte della misericordia.

La mostra sul periodo napoletano di Caravaggio al Museo e Real bosco di Capodimonte si divide in due.
Le Sette opere di misericordia rimangono nella vicina sede originaria.
Nessun rischio, pare, per la movimentazione dell’opera ma il Mibac ha detto no

ART E DOSSIER N. 365
ART E DOSSIER N. 365
MAGGIO 2019
n questo numero: Biennale di venezia: Tutti gli appuntamenti. Intervista al curatore del Padiglione Italia. Arti unite d'Europa: Settecento, la Schengen delle note. Europa nostra: la difesa del patrimonio. In mostra Gorky a venezia, Sorolla a Londra, Le modèle noir a Parigi, Van Orley a Bruxelles, Leonardo a Firenze, Antonello da Messina a Milano.Direttore: Philippe Daverio