Bruxelles: due mostre per le stampe di Bruegel      


un mondo
in bianco e nero

di Claudio Pescio

in un’altra ala del Bozar di Bruxelles rispetto a quella dove è allestita la mostra di Van Orley è aperta fino al 23 giugno la mostra Prints in the Age of Bruegel (www.bozar.be) Un’esposizione che presenta uno dei capitoli principali della vicenda artistica di Bruegel e dell’intero mondo artistico fiammingo del XVI secolo, quello delle stampe.

Prints in the Age of Bruegel è dedicata al contesto in cui si sviluppa il più potente fra i new media del Rinascimento; è attraverso le incisioni a stampa che Bruegel (ma non soltanto lui) acquisì una notorietà europea. Ben prima di diventare un celebre pittore, Pieter Bruegel il Vecchio (Breda 1525-1530 circa - Bruxelles 1569) si dedicò interamente al disegno, e in particolare ai disegni preparatori per la stampa, la nuova forma di diffusione delle immagini (oltre che dei testi) che si stava sviluppando, nelle Fiandre, soprattutto nella città di Anversa. La mostra del Bozar si concentra soprattutto sulla produzione di ar tisti come Lucas van Leyden, Albrecht Dürer, Michiel Coxcie, Pieter Coecke van Aelst, tutti contemporanei di Bruegel. Xilografie, acqueforti, bulini erano i media per i quali i migliori artisti del tempo fornivano su commissione disegni su disegni. Il principale editore anversano, amico di Bruegel, era Hieronymus Cock, fondatore della casa di produzione Ai quattro venti; Pieter lavorò per lui dal 1554 al 1563, quando si trasferì a Bruxelles.
Le centocinquanta opere in mostra appartengono alla collezione della Bibliothèque Royale de Belgique di Bruxelles e rappresentano una sorta di introduzione alla grande esposizione che si terrà alla Bibliothèque stessa il prossimo autunno, The World of Bruegel in Black & White (15 ottobre 2019 - 16 febbraio 2020; www.kbr.be). Abbiamo incontrato il curatore di entrambe le mostre, Joris van Grieken - che è anche il conservatore dei disegni e delle stampe della Bibliothèque Royale -, e ci siamo fatti dare un’anticipazione di quella che si presenta come una delle principali esposizioni dell’anno di Bruegel. La mostra si concentrerà sulla stampa, piuttosto che sul disegno, per cercare di spiegare al meglio il travolgente successo che la nuova tecnica di riproduzione ebbe nel Cinquecento e il ruolo che ebbe nel condizionare gli sviluppi dell’arte europea: una sorta di moltiplicatore delle potenzialità di diffusione capillare di iconografie, fisionomie (attraverso i ritratti), storie, paesaggi, convinzioni politiche e religiose, di idee. Sarà anche un’occasione per constatare l’ampiezza di interessi, generi, soggetti coperti dall’attività instancabile di Pieter Bruegel, per approfondire le tecniche principali e di conoscere meglio i protagonisti di questa grande avventura creativa. 


Pieter van der Heyden da disegno di Pieter Bruegel, La discesa di Cristo al limbo (bulino, 1561), Bruxelles, Bibliothèque Royale, Cabinet des estampes.

Creativa ma anche commerciale: dove si comprava una stampa? E quanto costava? E chi erano gli acquirenti? E quali erano i soggetti più apprezzati?
Joris van Grieken è una miniera di informazioni.
Intanto, dobbiamo dire che la Bibliothèque conserva circa un milione di pezzi che, prodotti tra XVI e XIX secolo, possono essere riferiti a Bruegel e alle sue creazioni; le stampe “di” Bruegel sono circa diecimila. L’artista lavorava sulla base di schizzi, anche dal vero (come gli capitò durante il suo lungo viaggio in Italia del 1551- 1555 circa), poi eseguiva un lavoro a penna accuratamente preparato in vista dell’incisione, in modo da ottenere in stampa il miglior risultato possibile. Da una lastra si potevano trarre fino a millecinquecento, duemilacinquecento fogli di buona qualità, poi la lastra andava reincisa. Si stampava un centinaio di fogli per volta.
Il pubblico delle stampe era vasto ma non dobbiamo pensare che si trattasse di un pubblico popolare, erano pur sempre benestanti i clienti di questo tipo di editoria. Si trattava comunque di un mercato europeo, dove la fiera di Francoforte era già allora una delle occasioni migliori per avere a disposizione un panorama completo di quanto si stampava nei vari paesi. Le stampe viaggiavano in barili, come il vino o la birra, e una volta nelle case finivano spesso in album (molte incisioni ci sono arrivate in condizioni perfette proprio grazie a questa modalità di conservazione) o cassetti appositamente allestiti, quando non venivano appese al muro. In quest’ultimo caso la loro vita si accorciava: stavano spesso semplicemente inchiodate su una parete in balia dell’umidità, della luce, del fumo (dobbiamo pensare che le lastre di vetro disponibili erano di ridotte dimensioni, al tempo, per cui solo i piccoli formati potevano avere la protezione di una lastra trasparente).
La stampa era in ogni caso un comunicatore di status, un oggetto di conversazione tra membri della buona borghesia, una dimostrazione di appartenenza a un consesso religioso o politico.
I soggetti erano i più vari, dalle scene sacre a quelle di genere, ai paesaggi, alle scene navali, alle allegorie morali e alle scene satiriche. Grande successo commerciale avevano ancora i soggetti bizzarri alla Bosch, specialità in cui Bruegel eccelleva al punto da essere definito “il nuovo Bosch”.
Da ottobre, potremo apprezzare il mondo delle stampe fiamminghe nella sua complessità. E anche nel modo in cui le stampe venivano perlopiù guardate da chi le possedeva: saranno infatti disposte (in teche di vetro) su un piano inclinato, con una base su cui, volendo potremo appoggiare il gomito e non perdere un dettaglio di opere in cui spesso il dettaglio è la cosa principale


Pieter Bruegel, La Lussuria (disegno preparatorio per la stampa, 1557), Bruxelles, Bibliothèque Royale de Belgique, Cabinet des estampes.

ART E DOSSIER N. 365
ART E DOSSIER N. 365
MAGGIO 2019
n questo numero: Biennale di venezia: Tutti gli appuntamenti. Intervista al curatore del Padiglione Italia. Arti unite d'Europa: Settecento, la Schengen delle note. Europa nostra: la difesa del patrimonio. In mostra Gorky a venezia, Sorolla a Londra, Le modèle noir a Parigi, Van Orley a Bruxelles, Leonardo a Firenze, Antonello da Messina a Milano.Direttore: Philippe Daverio