Finestra sull'arte


un luogocon molte vocazioni

di Federico D. Giannini

Il 2018 è stato un anno molto attivo per la Fondazione Ragghianti: può farci un bilancio? 

È stato un anno impegnativo ma anche di soddisfazione e di investimento: la mostra Giacomo Puccini e le arti visive è stata la più importante degli ultimi anni nonché la più visitata e la più recensita. Ci sono state altre due mostre che ci hanno dato soddisfazioni, quella sull’incisione futurista e quella sulla Litografia Angeli. E poi le pubblicazioni, l’acquisizione dell’Archivio dell’Università internazionale dell’arte di Firenze e della rivista “Critica d’Arte”, che Ragghianti fondò nel 1935 e le cui pubblicazioni si erano interrotte e che adesso, con l’acquisizione, sta ripartendo. Col 2019 inizierà infatti la nuova serie di “Critica d’Arte” che ha un comitato editoriale molto prestigioso, internazionale, che abbiamo costituito negli ultimi mesi: tornerà alla ribalta con risalto e con l’obiettivo di riportarla ai fasti del passato. 

La Fondazione Ragghianti è attiva su tanti fronti: mostre, proiezioni di film, biblioteca, programmi di studio e molto altro. Quali sono le modalità attraverso le quali conciliate tutte queste anime diverse? 

La peculiarità della Fondazione è proprio quella di tenere insieme molte anime, perché così fu immaginata da Carlo Ludovico Ragghianti e dalla moglie Licia Collobi. Funziona intanto perché la stessa Fondazione ha personale dedicato, suddiviso in varie aree. E poi perché c’è cura per ogni attività: teniamo molto alle mostre, alla biblioteca (che è stata aperta al prestito, e ne siamo molto orgogliosi), all’archivio, ai programmi di studio. In relazione a questi ultimi, siamo fieri di dare a giovani talentuosi la possibilità di sviluppare le loro ricerche: lo consideriamo un investimento sul futuro, e proseguiremo su questa linea. 

A proposito di giovani: cosa manca in Italia per dare più opportunità ai giovani?
Purtroppo i posti sono pochi, e in più credo dipenda anche dal fatto che non ci siano molti sbocchi professionali. Eppure il nostro dovrebbe essere un settore fondamentale per l’Italia: penso manchi una visione strategica e d’investimento. 

Torniamo a parlare della Fondazione, che ha un’attivissima sezione didattica: come parlare d’arte moderna e contemporanea al pubblico e ai visitatori più piccoli?

Secondo l’insegnamento di Ragghianti noi non facciamo solo ricerca, ma anche divulgazione. Per cui le proiezioni e i ci cli di conferenze sono per noi anche un modo per fare pure formazione rivolta a un pubblico di adulti. Per il pubblico scolare, abbiamo i laboratori, adatti a bambini e ragazzi che vanno dalla scuola dell’infanzia fino alle superiori. L’approccio è soprattutto pratico: si parte dalle nozioni teoriche e di storia dell’arte, e poi si realizzano oggetti e si condividono esperienze. Abbiamo riscontrato che si tratta di una formula che funziona molto. 

Per concludere, quali sono i vostri progetti futuri?

Avremo due importanti e impegnative esposizioni, la prima dedicata al tema dell’infanzia nel primitivismo dell’arte italiana del primo Novecento, la seconda su Bernardo Bellotto e sul suo soggiorno toscano, frutto di una lunga ricerca e con scoperte inedite, e dove si vedranno opere mai esposte insieme. Infine, ci sarà l’uscita di un libro sulle mostre di Ragghianti, curato da due giovani ricercatrici che hanno censito tutte le mostre curate, promosse e organizzate da Ragghianti nella sua carriera.


A tu per tu con Paolo Bolpagni, direttore della Fondazione Ragghianti di Lucca, dedicata allo studio, alla ricerca e alla divulgazione dell’arte


Paolo Bolpagni, nato a Brescia il 7 ottobre 1979, è uno storico dell’arte,organizzatore culturale, curatore e docente all’Università cattolica del Sacro cuore di Milano. Dopo aver diretto il museo Collezione Paolo VI - arte contemporanea di Brescia, dal 2016 è direttore della Fondazione centro studi sull’arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti di Lucca.

Fondazione centro studi sull’arte

Licia e Carlo Ludovico Ragghianti
Lucca, via San Micheletto 3
www.fondazioneragghianti.it

ART E DOSSIER N. 364
ART E DOSSIER N. 364
APRILE 2019
In questo numero: L'anno di Rembrandt : le celebrazioni di Amsterdam e dell' Aja. Segni impalpabili : la raffigurazione del gesto casuale. L'ombra e la pittura. In mostra : Morath a treviso, Van Gogh a Londra, Ottocento a Forlì, il nudo a Basilea.Direttore: Philippe Daverio