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HOCKNEYDA RECORD

di Daniele Liberanome

Dopo un tour di mostre eccezionale, Hockney viene consacrato come uno dei maggiori artisti viventi grazie ad aste da record a dispetto della sua arte sempre in controtendenza

Nella sua lunga carriera ha cambiato stile e tecniche, senza creare infinite serie di opere facilmente riconoscibili e rimanendo sempre legato al figurativismo, andando quindi contro quello che il mercato pare volere. Eppure, negli ultimi anni, David Hockney (Bradford, 1937) miete successi come non mai, grazie alla sua crescente fama di artista innovativo e fuori dagli schemi. In gioventù rimase affascinato dalla Pop Art - nata, è bene ricordarlo, nell’Inghilterra dei primi anni Sessanta -, quando era ancora alle prese con le ristrettezze del dopoguerra e guardava con distanza al marketing imperante nei floridi Stati Uniti. La critica ai valori fittizi della società del consumo nacque con Blake e Hamilton e solo successivamente giunse a notorietà e grandezza con i vari Warhol e Lichtenstein. 

In Hockney la critica all’establishment tipica degli artisti pop si espresse anche al di fuori dell’arte: dal rifiuto di aderire alle richieste dei professori del Royal College of Art - che alla fine gli dettero il diploma solo alla luce del suo evidente talento - alla dichiarazione pubblica della propria omosessualità, fatto non banale a metà anni Sessanta. 

Pur nella critica del mondo consumistico a stelle e strisce, si trasferì presto in California dove la ricerca di riprodurre l’effetto del mondo tridimensionale e multimaterico lo portò a concentrarsi sul soggetto delle piscine.


Portrait of an Artist (Pool with Two Figures) (1972).

In lui non sono simbolo di lusso e di godimento, ma diventano soggetto ideale per dare, a oggetti e persone, consistenze diverse nella stessa opera. Portrait of an Artist (Pool with Two Figures), venduto da Christie’s a New York lo scorso 15 novembre, costituisce uno dei migliori esempi. Hockney lo dipinse nel 1972 sulla base di due diverse fotografie scattate anni prima, una di un ragazzo che osserva il fondo della piscina e un’altra di un nuotatore sott’acqua. Nel quadro, l’osservatore diventa lui stesso, vestito di tutto punto; l’altro è ora il suo amante con cui aveva dolorosamente troncato i rapporti anni prima: figura non perfettamente definita sia perché si trova sott’acqua sia perché ormai è un ricordo. Quadri di questa intensità sono ormai perlopiù appesi nei maggiori musei mondiali, per cui Portrait of an Artist (Pool with Two Figures) venne scelto per la copertina del catalogo della personale che la Tate Britain dedicò all’artista da febbraio a maggio 2017. La mostra riscosse enorme successo, oltre mezzo milione di visitatori, e si trasferì niente meno che al Centre Pompidou di Parigi e al Metropolitan di New York: un tour trionfale durato un anno che ha definitivamente consacrato Hockney e contribuito a far schizzare in alto i suoi valori. Difficile capire altrimenti come Christie’s abbia potuto aggiudicare Portrait of an Artist (Pool with Two Figures) per 78 milioni di euro, cifra record per qualsiasi artista vivente, facendo felice il venditore Joe Lewis, uomo della finanza inglese non nuovo a questi exploit. Stavolta l’imprenditore era tanto fiducioso nel valore dell’opera da non definire alcun prezzo minimo accettabile, e affidarsi completamente all’umore degli acquirenti. Questo risultato ha messo in ombra altre vendite milionarie inanellate da Hockney nel suo magnifico 2018, come quella di Pacific Coast Highway and Santa Monica, esposta anch’essa nel ciclo di mostre del 2017-2018. Niente piscine stavolta, ma un panorama californiano dai colori forti che ricordano i postimpressionisti del primo Novecento e un utilizzo di piani diversi che strizza l’occhio ai protocubisti tipo Cézanne. Insomma, un quadro datato 1990, che poco ha a che fare con Portrait of an Artist (Pool with Two Figures) eppure l’aggiudicazione è avvenuta da Sotheby’s di New York il 16 maggio scorso per 23 milioni di euro, appena al di sotto della stima massima, fissando il record per Hockney spazzato poi via pochi mesi dopo. Del resto, aver fissato una stima massima a livelli di record, dimostra la fiducia che Sotheby’s riponeva nel trend positivo del mercato di Hockney che fa il paio con quella del finanziere Lewis. Il tour trionfale della mostra personale aveva messo tutti d’accordo. Il 26 giugno scorso, la stessa Sotheby’s, stavolta a Londra, aveva presentato Double East Yorkshire, un quadro del 1998 chiaramente più imparentato con Pacific Coast Highway and Santa Monica nei colori e nello stile, ma che anticipa una serie di paesaggi dedicati al suo natio Yorkshire nel corso dei secondi anni Duemila. La dolce campagna inglese viene resa con colori meno intensi rispetto al panorama californiano, a evidenziare la diversa luce e il diverso clima, e quindi con maggior realismo che denota l’attaccamento dell’artista allo Yorkshire per come effettivamente è. L’opera era stata presentata da Sotheby’s a Londra il 26 giugno 2013 e venduta per circa 4 milioni di euro, per poi essere di nuovo offerta esattamente cinque anni dopo, il 26 giugno 2018, nello stesso luogo, ma stavolta passata di mano per 12,7 milioni di euro, con una rivalutazione da capogiro dell’ottanta per cento annuo. In effetti tutte le sette opere più costose in asta di Hockney sono state aggiudicate lo scorso anno, e l’ottava nell’ordine, Building, Pershing Square, Los Angeles, è comunque stata offerta l’anno prima, il 18 maggio 2017 da Sotheby’s a New York e venduta per 7 milioni di euro. È datata febbraio - marzo 1964, e il grigio edificio che vi campeggia ha poco a che fare con i brillanti panorami californiani, ma comunque l’acquirente ha dovuto sborsare una cifra molto vicina alla stima massima per portarselo a casa. Il mercato di Hockney di questi anni è davvero bollente.


Pacific Coast Highway and Santa Monica (1990);


Building, Pershing Square, Los Angeles (febbraio - marzo 1964).


Double East Yorkshire (1998);

ART E DOSSIER N. 363
ART E DOSSIER N. 363
MARZO 2019
In questo numero: Expat: artisti senza patria. Anguissola, una cremonese in Sicilia. Cassatt, dalla Pennsylvania a Parigi. Ribera, uno 'Spagnoletto' a Napoli. In mostra: Hokney e Van Gogh ad Amsterdam. Futuruins a Venezia. Hammershoi a Parigi. Boldini a Ferrara. Hollar a Vinci.Direttore: Philippe Daverio