Storie a strisce


IL FUMETTISTA
DI REBIBBIA

di Sergio Rossi

Al Maxxi di Roma la prima personale dedicata a Zerocalcare: giovane autore capace di intercettare i sentimenti delle nuove generazioni, che sta cambiando il fumetto in Italia

Defend Afrin (2018).


Locandine per centri sociali e pagine a fumetti per libri e riviste come “Internazionale”, “L’Espresso” e “Best Movie”. E poi ancora copertine per Dylan Dog, i manifesti per le assemblee pubbliche, un murale alla stazione della metropolitana di Rebibbia (Roma) per accogliere i pendolari, gli schizzi realizzati da Michele Rech, in arte Zerocalcare, in occasione dei viaggi in Siria, Turchia e Iraq, sul fronte della guerra dei curdi contro l’Isis, diventati poi la base per Kobane Calling, reportage bestseller in Italia e in Francia, e gli schizzi prodotti in treno tornando da una qualsiasi presentazione prolungata fino all’alba per lasciare a tutti i partecipanti un “disegnetto”, come li chiama lo stesso autore. C’è tutto questo e molto altro nella mostra dedicata a Zerocalcare, Scavare fossati. Nutrire coccodrilli (fino al 10 marzo), al Maxxi - Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma. Il percorso espositivo, diviso in quattro sezioni, racchiude l’opera prodotta fino a oggi dall’autore: “Pop”, “Tribù”, “Lotte e resistenze”, “Non-reportage”. Un evento che è la celebrazione non solo di un autore diventato in pochi anni un punto di riferimento per lettori ed editori, ma anche di quella cultura spesso definita “antagonista” perché nata nei centri sociali mescolando insieme politica, coscienza sociale, letteratura, musica e grafica, e poi diffusa in una galassia di gruppi, esponenti e movimenti anche in lite tra loro (come racconta Claudio Calia nel suo contributo pubblicato nel catalogo della mostra, edito da Bao Publishing).
In generale gli spazi museali non sono nuovi al fumetto, ma stavolta è diverso: Zerocalcare non è ancora un “venerato maestro” ma l’autore che, più di tutti gli altri, ha saputo intercettare e raccontare i sentimenti e gli umori dei suoi coetanei (è nato a Cortona nel 1983) e delle generazioni nate a cavallo del millennio. Sono quelle generazioni cresciute mescolando serie tv, cartoni animati giapponesi, social network, Erasmus e voli aerei low cost, che hanno attraversato la linea d’ombra nella tragedia del G8 di Genova nel 2001, e che ora si trovano a vivere una vita precaria, negli affetti come nel lavoro, e a pagare il prezzo di una crisi economica, politica e sociale creata dai loro genitori e dai fratelli maggiori.

Zerocalcare. Scavare fossati. Nutrire coccodrilli (2018), locandina della mostra in corso al Maxxi di Roma.


Regeni senza (2017), disegno della copertina per “Internazionale”, 25-31 agosto 2017, sul caso Giulio Regeni;


Decoro, Decoro, Decoro (2015), finta rivista “free press” distribuita nelle metro A e B della capitale per lanciare la campagna Roma Comune.

E raccontando se stesso, il quartiere dove risiede (Rebibbia, ormai un luogo letterario) e i suoi amici, senza mai nascondere le sue scelte politiche e sociali, Zerocalcare è riuscito a definire le incertezze e le fragilità dei suoi lettori, colmando un vuoto narrativo ed editoriale.Negli ultimi anni si parla molto del fenomeno del “graphic novel”: in realtà le vendite del settore stentano a decollare e per ora, anche a dispetto dello sforzo di grandi editori, la maggior parte degli autori e delle opere rimane sconosciuta ai più. Oltre a Zerocalcare, solo altri due autori sono riusciti a diventare davvero popolari e a portare i romanzi a fumetti nelle parti alte delle classifiche di vendita: Gipi e Leo Ortolani. Rispetto a loro, Zerocalcare è quello meno impattante dal punto di vista grafico ma di certo il più efficace nell’aver saputo trovare una lingua comune con i lettori i quali, in rete e su carta, fanno diventare virali le sue storie: basti pensare alla parola “accollo” ormai entrata nel linguaggio popolare. Questo suo enorme successo non è stato indolore. Da più parti, specie nel mondo del fumetto, si è accusato l’autore di eccedere in autobiografismo o di addomesticare nei suoi reportage realtà complesse raccontandole in maniera poco giornalistica e troppo sentimentale. Ma è proprio questa sua sincerità a creare il suo successo. E se è vero che nelle sue opere permangono ancora dei difetti sia sul lato grafico, dovuti perlopiù alla velocità della sua produzione, sia su quello narrativo, a causa dei limiti dell’autobiografismo e di una gestione drammaturgica ancora perfettibile nelle storie lunghe (come Dodici, Un polpo alla gola o Dimentica il mio nome), è anche vero che ha una lunga strada davanti a sé e che questo suo successo sta aprendo opportunità editoriali finora inedite ai fumettisti, dimostrando che il pubblico del fumetto, pardon, del “graphic novel” c’è, esiste ed è anche vasto.

Fontana (2009), illustrazione per poster in occasione dell’anniversario della strage di piazza Fontana.


Venom (2018).


Peperino (2014).

ART E DOSSIER N. 362
ART E DOSSIER N. 362
FEBBRAIO 2019
In questo numero: Zerocalcare L'anima antagonista di una generazione in mostra a Roma. Avanguardie inattese. Astrattismo rinascimentale. Finestre surrealiste. In mostra : Picasso a Basilea; Bonnard a Londra; I kimono a Gorizia; Van Dyck a Torino; Rinascimento ticinese.Direttore: Philippe Daverio