La mostra, che è la prima di teamLab nei paesi del Nord Europa, si articola in quattro ambienti, che accolgono ciascuno un’installazione digitale ispirata agli elementi naturali: le onde, con un omaggio all’artista giapponese Hokusai; flussi di acqua, che salgono verso il soffitto a cupola; una sorta di giungla, che si trasforma in base al comportamento dei visitatori nella sala; alcuni uccelli in volo, che si trasformano in fiori quando incontrano i visitatori nella loro traiettoria. Tutte queste installazioni hanno richiesto un impegno tecnico notevole: circa cinquanta persone per la loro realizzazione, tra i rappresentanti di teamLab e il personale museale, con la collaborazione tecnica di Pro AV e di Epson, che hanno utilizzato circa centocinquanta proiettori e tredici chilometri di cavi elettrici. La principale sfida degli artisti e dei tecnici è stata quella di rendere invisibile questa poderosa attrezzatura tecnologica e l’ottimo risultato ne conferma la riuscita.
Secondo le linee guida del museo, ovvero il parallelismo di passato, presente e futuro, la mostra che affianca quella digitale di teamLab è di stampo più tradizionale e presenta una selezione di opere dalla collezione permanente del museo, curata da Synnöve Malmström. Si tratta della collezione di Sigurd Frosterus che raccoglie opere di arte finlandese postimpressionista. Il collezionista d’arte Sigurd Frosterus (1876-1956) è noto soprattutto per essere stato l’architetto del grande magazzino Stockmann nel centro di Helsinki ma fu anche un saggista, un critico e un appassionato teorico dell’arte. I suoi interessi si estendevano a vari periodi dell’arte, dal Rinascimento al modernismo. Tra le opere in mostra figurano autori come Magnus Enckell, A. W. Finch, Paul Signac e Theo van Rysselberghe. Dai primi di febbraio sarà in programma una mostra dedicata a René Magritte (1898-1967) dal titolo Life Line, con opere di vari periodi per illustrare il percorso espressivo dell’artista belga. Essendo stato Magritte un seguace entusiasta del cinema, la mostra includerà anche un programma supplementare di film a lui coevi presso la sala cinematografica Bio Rex.
Dalla primavera 2019 esporrà poi Studio Drift, un duo artistico con base ad Amsterdam, formato da Lonneke Gordijn e Ralph Nauta, che si muove tra design, arti visive e tecnologia. I loro lavori, che uniscono luce e movimento, si interrogano in modo curioso e seducente sulle leggi che governano l’umanità, la tecnologia e la natura. Uno dei loro lavori che saranno esposti in Amos Rex, dal titolo Drifter, presenterà una sorta di blocco di cemento che fluttua leggermente nell’aria. Si tratterà ovviamente di un altro appuntamento espositivo che sfiderà il futuro dell’arte contemporanea.