Musei da conoscere
Amos Rex a Helsinki

UN LUOGO
PER GIOCARE
COL FUTURO

Immaginate un’installazione in cui il livello di interazione col pubblico è tale che il visitatore capisce presto di essere egli stesso parte dell’installazione stessa. È lo scopo e il concetto principale della prima mostra organizzata dal museo finlandese, oggi completamente rinnovato.


Lorella Scacco

Il grande successo del nuovo Amos Rex nella capitale finlandese è testimoniato dalla coda di persone per accedervi ancor oggi presente dopo diversi mesi dall’apertura. La curiosità per il recentissimo spazio e la qualità delle mostre hanno attratto persone da tutta la Finlandia e dall’estero. La mostra di teamLab, collettivo artistico con sede a Tokyo, dal titolo Massless, ha catturato in particolare l’attenzione di famiglie con bambini per la sua capacità di far interagire i visitatori con le opere d’arte. Come ha affermato il project manager del gruppo giapponese, Nonaka Kazumasa, «In questa performance d’artista, i bambini potranno divertirsi con i colori per poi vedere i loro disegni prendere vita e fluttuare nello spazio. Arte e realtà si fonderanno, tutti potranno riconoscere il nostro pianeta con occhi nuovi. Sarà come accelerare l’evoluzione: giochiamo a imparare il futuro».

La nuova struttura avveniristica sostituisce lo storico museo privato Amos Anderson, che dopo circa cinquant’anni ha scelto di cambiare casa per fondere passato e futuro e raggiungere il grande pubblico. Sono serviti cinque anni di lavori e sono stati stanziati ben cinquanta milioni di euro per realizzarlo da parte di privati.

Uno spazio funzionale, pronto per i cambiamenti dell'arte


Il nuovo museo Amos Rex, con la sua area di tredicimila metri quadrati, offre un ambiente polifunzionale, dal cinemateatro Bio Rex all’elegante ristorante su una delle vie principali nel centro cittadino. Il fulcro del museo, progettato dallo studio di architettura JKMM, con base a Helsinki, è la sala espositiva sotterranea di circa duemiladuecento metri quadrati. Qui finestre dalla forma di oblò, che sembrano ispirarsi a quelle di un sottomarino, funzionano da lucernari poiché il museo si estende al di sotto del livello stradale. Come spiega il direttore di Amos Rex, Kai Kartio, «il principio guida è stato creare uno spazio funzionale, pronto per i cambiamenti dell’arte. Ci ispiriamo alle culture antiche, al modernismo del XX secolo e all’arte contemporanea sperimentale». La prima iniziativa con la selezione di teamLab - gruppo composto da cinquecento persone fra programmatori e architetti, grafici e scrittori - indica bene la via futuristica presa dal museo. «Al pubblico sembrerà di entrare in un mondo rovesciato», sostiene ancora Kazumasa, a cui potremmo aggiungere anche un universo “senza peso”, Massless, come indica il titolo della mostra.


Alcuni ambienti interni ed esterni di Amos Rex.

Ma cosa è l’arte immersiva? Questo tipo di esperienza artistica tende a far scomparire i confini tra realtà fisica e realtà virtuale e a far percorrere e interagire il visitatore all’interno dell’opera d’arte diventandone parte della stessa installazione in continua evoluzione. Un approccio di tale tipo, grazie ai mezzi della tecnologia digitale, rende ancor meglio l’idea fenomenologica di scambio perpetuo e dinamico tra lo spettatore e il visibile, tra il percipiente e il percepito, così come l’importanza dell’aspetto sensoriale e motorio nell’arte. L’interesse del gruppo teamLab, nato nel 2001, è infatti indirizzato a studiare il comportamento umano nell’età dell’informatica attraverso ambienti immersivi e, in particolare, seguendo le attitudini conoscitive delle nuove generazioni.




Alcuni ambienti interni ed esterni di Amos Rex.

Alcuni ambienti interni ed esterni di Amos Rex.

La mostra, che è la prima di teamLab nei paesi del Nord Europa, si articola in quattro ambienti, che accolgono ciascuno un’installazione digitale ispirata agli elementi naturali: le onde, con un omaggio all’artista giapponese Hokusai; flussi di acqua, che salgono verso il soffitto a cupola; una sorta di giungla, che si trasforma in base al comportamento dei visitatori nella sala; alcuni uccelli in volo, che si trasformano in fiori quando incontrano i visitatori nella loro traiettoria. Tutte queste installazioni hanno richiesto un impegno tecnico notevole: circa cinquanta persone per la loro realizzazione, tra i rappresentanti di teamLab e il personale museale, con la collaborazione tecnica di Pro AV e di Epson, che hanno utilizzato circa centocinquanta proiettori e tredici chilometri di cavi elettrici. La principale sfida degli artisti e dei tecnici è stata quella di rendere invisibile questa poderosa attrezzatura tecnologica e l’ottimo risultato ne conferma la riuscita.

Secondo le linee guida del museo, ovvero il parallelismo di passato, presente e futuro, la mostra che affianca quella digitale di teamLab è di stampo più tradizionale e presenta una selezione di opere dalla collezione permanente del museo, curata da Synnöve Malmström. Si tratta della collezione di Sigurd Frosterus che raccoglie opere di arte finlandese postimpressionista. Il collezionista d’arte Sigurd Frosterus (1876-1956) è noto soprattutto per essere stato l’architetto del grande magazzino Stockmann nel centro di Helsinki ma fu anche un saggista, un critico e un appassionato teorico dell’arte. I suoi interessi si estendevano a vari periodi dell’arte, dal Rinascimento al modernismo. Tra le opere in mostra figurano autori come Magnus Enckell, A. W. Finch, Paul Signac e Theo van Rysselberghe. Dai primi di febbraio sarà in programma una mostra dedicata a René Magritte (1898-1967) dal titolo Life Line, con opere di vari periodi per illustrare il percorso espressivo dell’artista belga. Essendo stato Magritte un seguace entusiasta del cinema, la mostra includerà anche un programma supplementare di film a lui coevi presso la sala cinematografica Bio Rex.

Dalla primavera 2019 esporrà poi Studio Drift, un duo artistico con base ad Amsterdam, formato da Lonneke Gordijn e Ralph Nauta, che si muove tra design, arti visive e tecnologia. I loro lavori, che uniscono luce e movimento, si interrogano in modo curioso e seducente sulle leggi che governano l’umanità, la tecnologia e la natura. Uno dei loro lavori che saranno esposti in Amos Rex, dal titolo Drifter, presenterà una sorta di blocco di cemento che fluttua leggermente nell’aria. Si tratterà ovviamente di un altro appuntamento espositivo che sfiderà il futuro dell’arte contemporanea.


Graffiti Nature: Lost, Immersed and Reborn, teamLab 2018, installazione digitale interattiva.

Black Waves, teamLab 2016, installazione digitale, animazione in loop.

Museum Amos Rex

Helsinki, Mannerheimintie 22-24
orario: lunedì e venerdì 11-18, mercoledì e giovedì 11-20,
sabato e domenica 11-17, chiuso il martedì
telefono 00358-9-6844460
www.amosrex.fi

ART E DOSSIER N. 361
ART E DOSSIER N. 361
GENNAIO 2019
In questo numero: La Zingara infelice. Una lettura per la Tempesta di Giorgione. In mostra: Cai Guo-Qiang e Urgessa a Firenze, Renzo Piano a Londra, Gio Ponti a Parigi, Klee a Milano, Lotto nelle Marche. Europa di contrasti. Poveri e girovaghi nell'arte olandese del XVII secolo. Il linguaggio internazionale degli scalpellini medievali.Direttore: Philippe Daverio