Storie a strisce 


QUATTRO ASSI
DEL GRAPHIC NOVEL

di Sergio Rossi

A Lucca e a Bologna quattro mostre omaggiano alcuni autori imprescindibili per il fumetto moderno.

Come ogni anno, lo scorso novembre si sono tenute le due manifestazioni di Lucca comics&games e Bilbolbul, la prima appunto a Lucca, la seconda a Bologna, due appuntamenti per testare il polso al fumetto italiano, sia dal punto di vista autoriale sia da quello economico del mercato editoriale. Entrambi gli eventi hanno avuto un’ampia proposta editoriale e, per una qualche bella coincidenza, le esposizioni principali sono state dedicate a quattro autori del passato che hanno dato dei contributi fondamentali al fumetto e che vale la pena riscoprire: Neal Adams e Leiji Matsumoto in mostra a Lucca comics&games, e Guido Buzzelli e Jack Kirby a Bilbolbul.

Classe 1941, il disegnatore americano Neal Adams arrivò al successo alla fine degli anni Sessanta grazie ad alcune storie di supereroi (Avengers, Batman, Lanterna verde e Freccia verde) disegnate con uno stile fortemente realistico nella rappresentazione dei corpi dei personaggi, e con un uso magistrale delle ombre. Questa scelta non era solo estetica, ma serviva a rendere su carta la rabbia e i contrasti sociali che la società americana stava vivendo in quegli anni (la ribellione giovanile, la droga, il Vietnam, la segregazione razziale), e che entrarono anche nelle storie dei supereroi.

Una copertina di Jack Kirby per Marvel Comics.


Una tavola illustrata di Guido Buzzelli da Annalisa e il diavolo.


Leiji Matsumoto, classe 1938, è uno degli autori giapponesi che più ha plasmato l’immaginario di molte generazioni di lettori e di autori grazie a opere come La corazzata Yamato (1975), Galaxy Express 999 (1977) e la saga di Capitan Harlock (1977), dove il romanzo di formazione si fonde con l’epicità della saga spaziale. Matsumoto è stato più un grande narratore che un bravo disegnatore, e ammirare oggi le sue tavole regala una sensazione contraddittoria: da un lato, si rimane colpiti dal ritrovare i temi e la complessità delle storie e dei personaggi, dall’altro si rimane stupiti dalla leggerezza (e a volte povertà) del segno. Non è forse un caso che il successo di queste opere sia dovuto più alla loro trasposizione in animazione che ai fumetti originali, tradotti solo molti anni dopo.

Insieme allo scrittore ed editore Stan Lee (recentemente scomparso), Jack “The King” Kirby (1917-1994) non è stato solo il creatore dei moderni supereroi della Marvel, da Capitan America (questo insieme a Joe Simon) ai Fantastici Quattro fino a Thor, Hulk, Iron Man e gli X-Men, ma anche quello che ha più di tutti saputo esprimere il “sense of wonder” nella narrativa a fumetti. Nelle sue tavole non è raro vedere palazzi grandi come pianeti, abitati da personaggi dai corpi massicci e tesi come montagne che si amano e si scontrano in battaglie epocali. Non a caso è stato Kirby a realizzare un adattamento a fumetti del film 2001 Odissea nello spazio di Stanley Kubrick, dove in alcune sequenze riesce anche a rivaleggiare con la visionarietà del grande regista.

L’italiano Guido Buzzelli (1927-1992) è stato definito sia “il Michelangelo dei mostri” sia “il Goya del fumetto” per la sua capacità straordinaria di disegnare mostri e deformità umane, ma soprattutto è l’autore del primo graphic novel italiano, La rivolta dei racchi, un racconto fantastico pubblicato nel 1967 che anticipava i temi del Sessantotto. Dotato di un segno caratterizzato da decise pennellate nere e capace di passare senza soluzione di continuità dal grottesco al realistico, Buzzelli è stato il cantore dell’incapacità umana di adeguarsi alla realtà, come anche dell’impossibilità di raccontarla con le tradizionali strutture narrative che sono spesso messe in crisi dallo stesso autore che si inserisce nelle sue storie come protagonista. Al tempo della loro pubblicazione, le opere fortemente disturbanti nei testi (spesso della moglie Grazia) come nei disegni di Buzzelli hanno riscosso più successo in Francia che in Italia, e dopo la sua morte sono cadute un po’ nel dimenticatoio. Per fortuna Coconino press ha ripubblicato in due volumi bellissimi per la cura grafica e di stampa, La trilogia e Annalisa e il diavolo (due volumi di 192 pagine, cartonati con sovraccoperta), la maggior parte della sua produzione che ha reso Buzzelli, ieri come oggi, un autore unico della storia del fumetto internazionale. Sarà interessante rilevare l’impatto di queste storie (e di queste mostre) sui lettori e sugli autori dei graphic novel di oggi.

Approfondimenti in rete:
- Lucca comics&games
- https://www.luccacomicsandgames.com/it/2018/home/ Bilbolbul
- http://www.bilbolbul.net/BBB18/

ART E DOSSIER N. 361
ART E DOSSIER N. 361
GENNAIO 2019
In questo numero: La Zingara infelice. Una lettura per la Tempesta di Giorgione. In mostra: Cai Guo-Qiang e Urgessa a Firenze, Renzo Piano a Londra, Gio Ponti a Parigi, Klee a Milano, Lotto nelle Marche. Europa di contrasti. Poveri e girovaghi nell'arte olandese del XVII secolo. Il linguaggio internazionale degli scalpellini medievali.Direttore: Philippe Daverio