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un restauroingiustificabile

di Leonardo Piccinini

Nella rubrica di giugno scorso abbiamo segnalato i grandi restauri in corso o appena terminati che, lungo la penisola, testimoniano la qualità di istituzioni quali l’Opificio delle pietre dure o l’Iscr - Istituto superiore per la conservazione e il restauro. 

“Mala tempora”, tuttavia, per quel che riguarda molti complessi architettonici, alcuni di grande pregio, vittime di lavori al massimo ribasso e sui quali le soprintendenze non riescono (nella migliore delle ipotesi), per l’appunto, a “sovrintendere”. Penso, da nord a sud, a casi piccoli, medi o grandi nei quali la modestia imbarazzante del gusto e le soluzioni progettuali ci hanno consegnato edifici e monumenti sfigurati. Luoghi di grande impatto storico e paesaggistico, come il castello di Montecuccolo, nel Frignano modenese; la sede degli Archivi storici dell’Unione europea, villa Salviati a Firenze, di enorme importanza architettonica ma oggi irriconoscibile sotto il color caramello delle facciate; o le fontane di villa d’Este a Tivoli, i cui bamboccioni manieristi, levigati come dopo un passaggio in lavatrice, hanno del tutto perso la “Stimmung” che incantò generazioni di visitatori. E che esistano restauri considerati ingiustificabili perfino per la più modesta delle abitazioni private, lo prova la foto di questo soffitto recentemente “restituito” (sic) dai lavori di recupero di palazzo Citterio a Milano (futura sede della Pinacoteca di Brera), con quel grottesco arlecchinamento dovuto all’incapacità di scelta estetica: per metà riportato all’originale e per metà a un successivo strato pittorico… una vicenda progettuale che l’esterrefatto direttore di questa rivista, Philippe Daverio, ha così commentato (“Il Foglio”, 9 giugno 2018): «È stata una catastrofe, la dimostrazione che il Ministero andrebbe chiuso. Sono nel Consiglio di Brera e sono l’unico che ha alzato la voce ma vorrei che un giorno ci fosse una sorta di apertura al dibattito cittadino. Il restauro fatto dalla Soprintendenza è sotto i limiti dell’accettabilità, cervellotico, inutile, oserei dire quasi criminale. Sia da un punto di vista estetico sia dal punto di vista dei tempi. Non funzionale rispetto a quello museologico; non si fa un restauro del genere senza un consulto museologico adeguato, come se si restaurasse un immobile destinato a diventare pezzo di sede di un ministero. Su palazzo Citterio pollice verso totale. E grande chiamata di responsabilità».


«È stata una catastrofe, la dimostrazione che il Ministero andrebbe chiuso». Così il nostro direttore, Philippe Daverio, commenta il recente restauro di palazzo Citterio a Milano, futura sede della Pinacoteca di Brera


Il soffitto di una sala di palazzo Citterio a Milano, dopo il recente restauro. Come mostra la foto, il soffitto per metà è stato riportato all’originale, per metà a un successivo strato pittorico.

ART E DOSSIER N. 357
ART E DOSSIER N. 357
SETTEMBRE 2018
In questo numero: MICHELANGELO INEDITO Il primo progetto della tomba di Giulio II. VENEZIA La biennale di architettura. I SACRI MONTI Itinerari tra arte, fede e natura. IN MOSTRA Abramović a Firenze, Fotografia e Astrattismo a Londra, Puccini e l'arte a Lucca, Arte islamica a Firenze, Pittura a Gubbio al tempo di Giotto. Direttore: Philippe Daverio