Camera con vista


PROFESSIONE
PERSONAL SHOPPER

di Luca Antoccia

Se il cinema è esso stesso un fantasma (come ebbe a scrivere Jacques Derrida), non stupisce che spesso corteggi e con tanta confidenza i fantasmi. Ma Olivier Assayas (Parigi 1955) in Personal Shopper, da poco in dvd per Academy Two, oltreché al cinema di genere si rifà al precinema, a tutta una tradizione cioè di dispositivi visivi, lanterne magiche e simili, in cui l’immagine era costitutivamente connessa al paranormale, all’invisibile, al fantasma come desiderio e destino di catturare l’invisibile o l’indicibile. E alla fotografia, che fin dai suoi esordi sembra inseparabile dagli spettri (legame su cui esiste una corposa bibliografia), così come alla pittura. Se Assayas in Sils Maria trovava ancora nel corpo dell’attore la possibilità di evocare una mediazione con altri mondi e col proprio doppio, qui la mediazione fondamentale è piuttosto affidata al corpo etereo della pittura: si vedano le citazioni dei dipinti della svedese Hilma Af Klint (1862- 1944) che già nel 1906, in anticipo su Kandinskij, realizzava tele astratte o piuttosto viste come tramite con il sovrannaturale. E poi Victor Hugo. Il film lo presenta in una ricostruzione da “biopic” in cui è intento a dare forma con le parole a questi fantasmi, ma non è fuori luogo ricordare la sua attività di pittore anticipatore del surrealismo proprio per la capacità di evocare presenze magiche e spettrali. «Questo film l’ho immaginato come un quadro astratto con colori e linee, utilizzando elementi di genere come se in un dipinto avessi utilizzato il colore rosso», ha dichiarato Assayas. Inoltre Maureen (protagonista nelle vesti di medium e “personal shopper”), in una serie di primi piani quasi subliminali disegna a carboncino case incantate. Il film è pieno di doppi: Kyra, la ricca padrona lo è di Maureen; quest’ultima, a sua volta, come medium lo è del fantasma del fratello gemello (anche lui medium) morto all’improvviso. I “device” infine: telefonini, computer, schermi sono l’ultimo e più illusorio medium con l’altro e il sé cui l’arte offre invece un labile, spesso inascoltato ma fascinoso controcanto.

ART E DOSSIER N. 355
ART E DOSSIER N. 355
GIUGNO 2018
In questo numero: PHILIPPE DAVERIO Quando l'arte annuncia le rivoluzioni: i primi sintomi del Sessantotto. SAVE ITALY Il sito di Casignana in Calabria. IN MOSTRA Franco Fontana a Bergamo, Black & White a Düsseldorf, Abscondita a Bassano, Cassatt a Parigi.Direttore: Philippe Daverio