In tendenza
LONTANA DALLE MODE,
VICINA AL SUO SENTIRE
di Daniele Liberanome
Mary Cassatt, insofferente per le convenzioni sociali, ha un indiscusso successo specie nel mercato americano:
La crisi del figurativo ha colpito perfino Mary Cassatt (1844-1926), personaggio cardine dell’arte statunitense, ma il suo mercato ha una rete di protezione che lo tiene ben in vita. Donna forte, determinata, la Cassatt non si lasciò mai trascinare dalle mode, ma seguì soltanto il suo istinto e la sua volontà. Cominciò con l’imporre al padre la scelta di dedicarsi all’arte, poi mollò perfino la Pennsylvania Academy of Arts perché troppo maschilista e tradizionalista, e si trasferì nella Parigi vibrante del secondo Ottocento. Anche lì, ruppe presto con il mondo dei Salon in cui aveva esposto per anni, si legò agli impressionisti - Degas in testa - ma non seguì la successiva evoluzione verso il postimpressionismo e anzi lo stile del suo periodo più prolifico, gli anni successivi al 1890 e fino al 1910, non era più in linea con le ultime tendenze. Del resto, anche i suoi soggetti più comuni - le scene di famiglie in cui campeggiano figure femminili - paiono legati a un gusto pienamente ottocentesco e da buona famiglia borghese, dipinti in un tempo in cui le istanze femministe delle suffragette erano ormai patrimonio diffuso della società. Niente a che fare con la vena trasgressiva dei giovani di quegli anni come Picasso, del resto incompatibile con le agiate origini e amicizie della pittrice. Ma l’impatto della Cassatt è indiscutibile, specie in America, sia come artista sia come consulente dei grandi collezionisti di oltreoceano. Così un museo d’arte statunitense che si rispetti deve esporre almeno un suo dipinto, seguendo l’esempio del Metropolitan di New York che ne ha ben quindici o il Philadelphia Museum of Art che ha altrettanti dipinti oltre a una trentina di disegni. Qui cominciano a emergere i punti di forza del mercato della Cassatt. Nell’ultimo quarto di secolo nessuna delle sue tele è passata in asta più di una volta, come a dire che gli acquirenti (almeno quelli americani) se le tengono in ogni caso e non le rivendono perché costituiscono un pezzo della cultura del loro paese, della loro identità.
Le sue opere risultano quindi sempre più rare e potenzialmente costose, anche perché Mary Cassatt non aveva certo bisogno di vendere quadri per mantenersi, e finì per produrne sì e no quattrocentocinquanta. Di quelli, non pochi li regalò alla sua grande e ricca famiglia che ha continuato e spesso continua a tenerli nelle proprie case e a non immetterli sul mercato anche in ricordo dei propri cari ormai scomparsi. Nella tela giovanile Eddy Cassatt, per esempio, il nipotino della pittrice è ritratto evidenziando il malessere del bambino nel vestito ottocentesco di gran gala che gli avevano imposto di indossare per l’occasione. Un segno di insofferenza per le convenzioni sociali tipico della Mary Cassat giovane e ribelle, che Eddy sentì di provare lui stesso, decidendo di appendere il quadro nel suo salotto a Filadelfia dove continuò ad ammirarlo per tutta la vita. Il quadro finì nelle mani della bisnipote, Julie Thayer Vehr, che solo nel 2015 - a ottantasette anni - decise di venderlo alla National Gallery of Art di Washington; si aggiunse così agli altri otto Cassatt posseduti dal museo. Anche il top lot dell’artista Bambini che giocano con un cane è stato consegnato a Christie’s da una lontana discendente della pittrice: e solo nel 2007, anche se il mercato l’avrebbe ben accolto molto prima. Ha tutte le caratteristiche giuste, a partire dal soggetto, un gruppo di famiglia in un interno dove spicca la figura di una donna, che per un verso risulta molto tradizionale tanto da sembrare una Madonna con Bambino trasportato nell’ambiente della buona borghesia ottocentesca; per altro verso, però, è particolare, per lo sfondo agreste che strizza l’occhio all’impressionismo più maturo. Il prezzo di oltre 4,5 milioni pagati il 24 maggio 2007 a New York da un americano, dimostra il valore dell’opera. La capacità della famiglia, dei musei e dei grandi collezionisti di difendere il mercato della Cassatt, ha comunque iniziato a mostrare la corda già da qualche tempo. Nel 2005 il Fogg Art Museum presso la Harvard University decise di mettere in vendita una tipica Madre e due bambini, in cui la figura femminile mostra particolare tenerezza verso il bambinello nudo che le sta in grembo, a ricordo della madre a cui la pittrice era molto legata. La decisione di vendere venne presa perché il quadro veniva esposto - strano a dirsi - molto raramente. Comunque, grazie anche all’ottima provenienza, un collezionista privato fu disposto a spendere oltre 3,5 milioni di euro per averlo (Christie’s, New York, 1° dicembre 2005). Ma a quel primo segno di “cedimento”, ne sono seguiti altri sempre più numerosi. Tutte le nove opere più care della Cassatt offerte in asta sono state aggiudicate. Ciò però è avvenuto oltre un decennio fa, come a dire che i grandi collezionisti di oltreoceano pare abbiano stabilmente orientato i loro gusti altrove. Peggio - la percentuale degli invenduti fra i quadri della pittrice americana offerti in asta nell’ultimo triennio si attesta intorno al trenta per cento e diventa ancora più elevata quando si tratti di pezzi potenzialmente milionari. Il 2017, in particolare, ha lasciato indicazioni contrastanti. Da un lato non si è trovato un compratore addirittura per tre dipinti, anche se di buona qualità; dall’altro, un mercato comunque vivace (sette opere offerte, ben oltre la media degli ultimi trent’anni) e un buon risultato - quello di Ragazza con un cappello legato con un grande fiocco rosa proveniente dalla collezione dei ricchissimi Stilman che iniziarono a comprare i Cassatt quando la pittrice era ancora in vita. Sono riusciti a spuntare circa 2 milioni di euro (Christie’s, New York, 23 maggio 2017), comunque appena sopra la stima minima. Non un granché, ma un’ulteriore dimostrazione che ricchi americani, casomai di buona famiglia religiosa, sono ancora disposti a spendere cifre importanti per un Cassatt.
ART E DOSSIER N. 355
GIUGNO 2018
In questo numero: PHILIPPE DAVERIO Quando l'arte annuncia le rivoluzioni: i primi sintomi del Sessantotto. SAVE ITALY Il sito di Casignana in Calabria. IN MOSTRA Franco Fontana a Bergamo, Black & White a Düsseldorf, Abscondita a Bassano, Cassatt a Parigi.Direttore: Philippe Daverio