Blow up


DOISENAU, ROITER,
DREAMERS 1968

di Giovanna Ferri

amava attraversare Parigi lentamente e soffermarsi per le strade, nelle piazze aspettando pazientemente l’attimo che avrebbe reso indimenticabile il fluire quotidiano. Amava lasciarsi sorprendere, osservare e dare spazio alla fantasia. Timido ma curioso, Robert Doisneau (1912- 1994), esponente di spicco - insieme a Izis, Ronis, Brassaï e Cartier-Bresson - della fotografia umanista, consacrata a livello internazionale con la mostra al MoMA di New York nel 1951 (Five French Photographs), nutriva una particolare attrazione per le “banlieues”, le periferie. Lui stesso, tra l’altro, era nato in un sobborgo parigino come l’amico scrittore svizzero Blaise Cendrars (naturalizzato francese) con il quale pubblicò nel 1949 La banlieue de Paris, opera fondamentale per scoprire gli aspetti più intimi e autentici dell’universo creativo di Doisneau. Una genuina affinità si sviluppò poi tra il fotografo e Jacques Prévert: un connubio che influenzerà reciprocamente le loro poetiche. A tal punto da non essere stravagante pensare che il famoso scatto Le Baiser de l’Hôtel de ville, Paris possa aver trovato corrispondenza nella poesia Les enfants qui s’aiment. L’iconico bacio, accompagnato da quarantanove immagini simbolo della copiosa produzione di Doisneau, come quelle realizzate nel suo peregrinare notturno tra bar e bistrot con l’amico Robert Giraud, è ora esposto al Palazzo del Duca di Senigallia fino al 2 settembre (Robert Doisneau: le Temps Retrouvé, www.feelsenigallia.it).

Nelle sue fotografie, caratterizzate da rigore formale ed eleganza compositiva, Venezia occupa un posto di primo piano. Lì Fulvio Roiter (1926-2016), arrivato giovanissimo dal comune veneto di Meolo (suo luogo di nascita), sperimenta il primo approccio con l’obiettivo. Era il 1949 quando il collega e amico Paolo Monti lo introdusse nel circolo fotografico La Gondola. Da quel momento Roiter non potrà più fare a meno di un’arte che, come ha affermato in una delle sue ultime interviste, «richiede capacità di prevedere, di vedere meglio e prima degli altri». Saranno proprio i racconti visivi dedicati alla città lagunare, colta nella sua disarmante bellezza, a imporlo all’attenzione della scena mondiale. Essere Venezia (1977), libro stampato a colori in quattro lingue con una tiratura di circa un milione di copie, gli ha permesso di vincere il Grand Prix ai Rencontres de la Photographie di Arles (mentre nel 1956 aveva vinto il premio Nadar). La prima retrospettiva, Fulvio Roiter. Fotografie 1948-2007, a cura di Denis Curti, a due anni dalla sua morte, con duecento fotografie, è la più esaustiva a lui dedicata (Venezia, Casa dei Tre Oci, fino al 26 agosto, www.treoci.org).


Robert Doisneau, Coco, Paris (1952).


«Questa non è una mostra sul passato ma sul futuro. Sul futuro che sognava l’ultima generazione che non ha avuto paura di cambiare tutto per rendere il mondo migliore». Così si esprime Riccardo Luna, direttore di Agi - Agenzia giornalistica Italia e cocuratore della mostra Dreamers 1968, insieme a Marco Pratellesi (condirettore della stessa agenzia), in corso fino al 2 settembre al Museo di Roma in Trastevere (www.museodiromaintrastevere.it). Un progetto espositivo dal sapore antropologico che ripercorre, grazie al patrimonio messo a disposizione da tutte le agenzie nazionali e internazionali (oltre centosettanta scatti, in parte inediti, quindici filmati originali, documenti, oggetti emblematici) una stagione memorabile per la nostra storia e per la storia del mondo, il Sessantotto appunto, quando la coscienza civile e la partecipazione emotiva non conoscevano confini geografici.

Marcello Geppetti Media Company, Scontri all’università tra studenti e forze dell’ordine, 16 marzo 1968.


Fulvio Roiter, Squero di San Trovaso, Venezia 1970.

ART E DOSSIER N. 355
ART E DOSSIER N. 355
GIUGNO 2018
In questo numero: PHILIPPE DAVERIO Quando l'arte annuncia le rivoluzioni: i primi sintomi del Sessantotto. SAVE ITALY Il sito di Casignana in Calabria. IN MOSTRA Franco Fontana a Bergamo, Black & White a Düsseldorf, Abscondita a Bassano, Cassatt a Parigi.Direttore: Philippe Daverio