Camera con vista


CAMORRACON VISTA

di Luca Antoccia

L'uscita quasi contemporanea di due film made in Napoli a inizio autunno scorso e a breve in dvd sembra segnalare che di Napoli e di camorra si può parlare anche fuori dai cliché della tradizione filmica e dalle voghe televisive. Tenuti a battesimo da Venezia e Cannes rispettivamente, Gatta Cenerentola e L’intrusa innovano con operazioni diverse e complementari. L’uso dell’animazione nella prima serve curiosamente sia a distanziare sia a intensificare la materia narrata, perché Alessandro Rak, a capo dell’operazione, sa, come già nell’incantevole L’arte della felicità, che il disegno animato può raggiungere un livello di astrazione e di riflessione precluso al cinema “normale”. L’accostamento della fiaba tradizionale, quella celebre di Basile, e della storia inventata di una nave tecnologico-umanistica attraccata al porto di Napoli produce una miscela potente. L’uso poi della musica (Gragnaniello, Sepe, Foja) non abbellisce ma porta argomenti alla ricchezza artistica di Napoli come fa lo stesso disegno animato che specie nei suoi tagli sghembi e nei titoli di coda raggiunge livelli di assoluto rispetto. L’intrusa di Leonardo Di Costanzo scardina invece dall’interno le leggi della fiction tradizionale, mettendo al centro bambini ed educatori. Il film cerca, con un’estetica da “docudrama” una possibile terza via tra manicheismo etico (i buoni-società civile/i cattivi-camorra) e un occhio rassegnato vicino alla complicità. Lo sguardo della protagonista Giovanna, che accetta nella sua comunità la moglie e i due figli di un camorrista sostenendo i rischi del caso, compreso l’ostracismo delle famiglie “normali”, sembra andare in questa direzione. Fuori dal dualismo, il film vive anche dell’utopia leggera dei murales di Gabriella Giandelli, del pupazzo di Mr. Jones che pare una macchina di Tinguely, dell’utopia concreta di credere, cioè, nella forza dell’arte, della cultura e dell’educazione. Per questo il film a un certo punto sembra la versione aggiornata agli anni Duemila del Diario di un maestro (1973) di Vittorio De Seta, anche nelle sue contraddizioni, forse insanabili nel e col sistema-scuola.


frame da Gatta Cenerentola (2017), di Alessandro Rak.


frame da L’intrusa (2017), di Leonardo Di Costanzo.