Arte contemporanea


MaterialArt Fair

Cristina Baldacci

Nuovo appuntamento per Material Art Fair, la fiera indipendente di Città del Messico che quest’anno, dall’8 all’11 febbraio, celebra la sua quinta edizione, la più grande fino a ora, con settantacinque gallerie internazionali, di cui una sola italiana (la Galleria Macca di Cagliari). 

Per l’occasione è stata scelta anche una nuova sede, il Frontón México, un edificio in stile liberty costruito alla fine degli anni Venti dagli architetti Teodoro Kinhard e Joaquín Capilla come primo esempio messicano di palasport al coperto; dove per tutto il secolo scorso si sono tenuti i più importanti match di “pelota vasca” del paese. Rimasto chiuso per circa vent’anni, questo complesso è stato riaperto di recente dopo un lungo restauro e oggi ospita ancora eventi sportivi, oltre a quelli culturali e d’intrattenimento. 

Pur essendo una fiera rivolta all’arte “materiale” e ovviamente commerciabile, una delle sue sezioni più rilevanti è dedicata alla performance, il linguaggio impermanente per eccellenza. A curare il progetto Immaterial Vol. II sarà per la seconda volta Michelangelo Miccolis, performer messicano (Città del Messico, 1981) conosciuto anche in Italia per aver collaborato con artisti internazionali come Tino Sehgal e Dora García alla Biennale di Venezia (2005 e 2011/2015), e per aver lavorato per anni in coppia con Davide Savorani (2009-2013). 

Il progetto che Miccolis ha ideato per la fiera è frutto di un’altra collaborazione, questa volta con lo svedese Mårten Spångberg e la cipriota Maria Hassabi, entrambi da anni impegnati ad allargare il concetto di coreografia e danza a nuove forme di sperimentazione e scambi con la performance e le arti visive. Due pezzi di danza di lunga durata verranno più volte ripetuti nel corso dei quattro giorni di apertura della fiera in uno spazio appositamente disegnato dallo studio di architetti APRDELESP (anche loro presenti alla Biennale di Venezia, ma di architettura, nel padiglione Messico del 2016). L’idea è creare un luogo di condivisione che attraverso una serie di azioni coreografiche aperte e continuative dia la possibilità al pubblico di sentirsi partecipe, di fare esperienza sociale come corpo tra i corpi.


La quinta edizione della fiera indipendente di Città del Messico ha tra le sue sezioni più rilevanti quella dedicata alla performance


Geoffrey Farmer, Plant Procession (2017), progetto Immaterial, Vol. I, a cura di Michelangelo Miccolis.