Infatti, mentre i secondi dovevano giustificare una serie di azioni contrarie alle stesse leggi dei re cattolici, i primi si opponevano alle riforme di Motecuhzoma, che voleva togliere autonomia alle città conquistate e creare uno Stato assoluto e centralizzato.
Alla vigilia del confronto con gli Spagnoli l’impero azteco controllava un’area di circa duecentomila chilometri quadrati nella quale vivevano circa cinque-sei milioni di persone (Sanders, 1981: 194). Nonostante le sue dimensioni e nonostante le riforme che Motecuhzoma Xocoyotl cominciava ad avviare, era ancora priva degli elementi più importanti degli imperi del Vecchio Mondo: un ceto burocratico professionale e un esercito professionale permanente e sufficientemente numeroso da mantenere il controllo diretto del territorio.
Soprattutto era uno Stato giovane che non aveva amalgamato le città e le etnie conquistate e che aveva nemici in alcuni casi molto, molto agguerriti. Particolarmente grave era la situazione della vicina Valle di Puebla, dove erano rimaste indipendenti le città di Cholula e di Huejotzinco e la confederazione di Tlaxcala. Motecuhzoma Xocoyotl, sfruttando la loro rivalità, era riuscito a far entrare Cholula nell’orbita della Triplice e a neutralizzare per qualche tempo Huejotzinco, ma la cosiddetta “repubblica” di Tlaxcala, pur circondata da territori soggetti alla Triplice Alleanza, era riuscita a resistere, coltivando un rancore sempre crescente conto i Mexica.
Nella sua marcia verso Tenochtitlan Cortés si rese conto di questo rancore e riuscì a portare Tlaxcala dalla sua parte.
A seguito di questa alleanza, a partire dal settembre del 1519 migliaia di guerrieri Tlaxcaltechi furono al fianco degli Spagnoli in ogni fase della Conquista.
In un primo tempo, dall’entrata degli Spagnoli a Tenochtitlan (8 novembre 1519) fino al massacro del Toxcatl (14 maggio 1520, secondo le fonti indigene) si creò una curiosa situazione che, grazie alla cattura di Motecuhzoma Xocoyotl, consentiva a Cortés di controllare l’impero azteco senza interferire in modo particolarmente significativo nella struttura della società e della vita quotidiana.
Dopo questa strage, tuttavia, scoppiò una guerra senza quartiere. In un primo tempo gli Spagnoli furono costretti ad abbandonare Tenochtitlan e a rifugiarsi a Tlaxcala, ma nel maggio del 1521, dopo essere riusciti a portare al loro fianco altre città della Valle del Messico, diedero l’assalto alla capitale dei Mexica. Tenochtitlan, dopo una strenua resistenza, si arrese ai “conquistadores” il 13 agosto 1521 e l’ultimo imperatore azteco, Cuauhtemoc, fu catturato e portato davanti a Cortés che, dopo averlo trattato in un primo tempo con grande rispetto, lo fece poi impiccare nel 1525 durante la spedizione verso l’Honduras perché gli erano arrivate voci che fosse coinvolto in un progetto di rivolta.