CATALOGHI E LIBRI

SETTEMBRE 2023

LORENZO LOTTO

LETTERE. CORRISPONDENZE PER IL CORO INTARSIATO

Lorenzo Lotto, geniale artista, dal carattere inquieto e l’animo peregrino, non smette mai di stupirci. Oggi amatissimo e assai studiato, è noto, oltreché per i dipinti e gli affreschi, per le tarsie bibliche del coro della basilica di Santa Maria Maggiore di Bergamo, di recente restaurato per volere della Congregazione Misericordia maggiore della città lombarda (oggi Fondazione MIA), in concomitanza con le numerose iniziative di Bergamo Brescia capitale italiana della cultura 2023. Il coro costituisce l’ultima importante commissione bergamasca all’artista girovago di origine veneta che, come si sa, morì nel santuario di Loreto (Ancona) attorno al 1557. L’archivio della congregazione conserva trentanove lettere di mano dell’artista, che lo stesso inviò alla confraternita fra il 1524 e il 1532. Il volume le riporta integralmente, e le riproduce in facsimile. Curato da Corrado Benigni e Mauro Zanchi, è corredato da saggi di studiosi e specialisti delle varie materie trattate – oltre ai curatori anche Antonella Anedda, Franco Cardini, Marco Carobbio, Enrico Maria Dal Pozzolo, Telmo Pievani – con aperture culturali di grande originalità. Rispetto alle precedenti edizioni delle lettere dell’artista, ormai esaurite, questa ha anche il pregio di spiegare l’importanza che la scrittura ebbe nelle vicende biografiche e nell’opera stessa di Lorenzo Lotto.

A cura di Corrado Benigni e Mauro Zanchi Officina Libraria, Milano 2023 288 pp., 150 ill. colore € 35

MICHELANGELO MERISI DA CARAVAGGIO

DOCUMENTI, FONTIE INVENTARI 1513-1883

Stefania Macioce ci regala da tempo studi importantissimi su Caravaggio, per originalità e rigore delle ricerche, caratterizzate dalla capillare indagine documentaria e dalla indagine rigorosa della biografia e del catalogo del grande artista secentesco. Non è un caso che quest’anno il benemerito editore romano Ugo Bozzi abbia ristampato la terza edizione, del tutto aggiornata, di questo fortunatissimo e imponente repertorio di documenti. Il libro della studiosa romana offre, rispetto alla seconda edizione del 2010, una revisione e un arricchimento del materiale emerso sino al 2021. Questa nuova pubblicazione propone ben centosei documenti nuovi, ventidue fonti e una sessantina di inventari e, come rimarca l’autrice nel fondamentale saggio di apertura, Caravaggio negli archivi della memoria, fa emergere «la forte esigenza di dare vita ad un database consultabile online dove possano confluire le novità della ricerca documentaria, con l’intento di realizzare un repertorio costantemente aggiornato». Inutile rimarcare l’importanza di un simile strumento, nella immensa bibliografia caravaggesca, italiana e straniera, di questi ultimi decenni. Una ridda di ipotesi è ancora spesso dibattute da storici dell’arte, storici e documentaristi, per quanto riguarda non solo la cronologia dei dati biografici, ma anche l’approfondimento e i chiarimenti sui committenti e sul catalogo delle opere dell’artista. Di Caravaggio, persino le origini lombarde sono rimaste avvolte a lungo nel mistero e nelle contraddizioni, per non parlare delle sue numerose vicissitudini fra Roma, Malta e il Meridione d’Italia, e della sua precoce scomparsa in circostanze poco chiare, troppo spesso divulgate da fantomatici ricercatori di dubbio rigore scientifico. Nell’introduzione la studiosa segnala oltre cinquemila fonti bibliografiche conservate alla Bibliotheca hertziana di Roma, e quasi altrettanto si può dire, solo per le principali biblioteche di storia dell’arte in Italia, del Kunsthistorisches Institut di Firenze e della biblioteca di villa I Tatti della Harvard University a Settignano (frazione di Firenze). A queste indicazioni, che riportano nel titolo il nome di Caravaggio, si aggiungono poi titoli che rimandano a personaggi, luoghi e temi legati in qualche modo al grande artista.


III edizione aggiornata Ugo Bozzi Editore, Roma 2023 752 pp. € 100

GIOIA DELLE RIVIERE

ECHI DEL VOLTO DELLA SPEZIA

Agli inizi dell’Ottocento per Mary Shelley, malinconica poetessa «oppressa dall’afflizione», assistere dalla terrazza al tramonto sul golfo di La Spezia era una scena di bellezza inimmaginabile. Per il diplomatico britannico George Dennis non c’era baia più bella che un poeta potesse sospirare (The Cities and Cemeteries of Etruria, 1848). Per il futurista Marinetti La Spezia era «la città perfetta». E, a proposito di futurismo, una preziosa, affascinante testimonianza di quel periodo resta nel Palazzo delle poste della città, con il grande mosaico ispirato ai temi del movimento legati alla comunicazione, realizzato con tessere di ceramica da Enrico Prampolini e Luigi Colombo detto Fillia nel 1933. Viene dunque da augurarsi che quel vano nella scala principale del palazzo possa essere sempre aperto al pubblico. E pensare che già nel Seicento la città ligure, ingiustamente oggi fra le meno indagate e note nel panorama immenso del patrimonio del Bel Paese, era cantata come «la gioia» (nel senso di gioiello), delle riviere: fin troppo bella, per la sua vasta insenatura sul mare cristallino, da essere temuta, per una potenziale concorrenza col porto di Genova, come ben spiega Giorgio Antei nel saggio di apertura che svela vicende insospettabili, come quella luce che dal mare ha illuminato la riva verso le macerie della città, per qualche anno, dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale. Se cerchiamo un modo per avvicinarci al fascino arcano di La Spezia, e sapere di più sulle sue origini e le numerose trasformazioni operate a più riprese lungo le sue rive, per penetrare nelle sue tradizioni figurative e culturali, questo bel libro, curato dall’eccellente penna di Antei, fa al caso nostro. I saggi di autori come Giuseppe Benelli, Andrea Marmori, Rossana Piccioli, accompagnati dall’inedito apparato fotografico e iconografico, aprono le porte agli angoli più nascosti di una città che oggi possiamo ammirare con occhi diversi. La Spezia, poeticamente raffigurata da Telemaco Signorini e da un altro macchiaiolo come Vincenzo Cabianca, è ricca di monumenti fra i quali spicca lo spettacolare castello di San Giorgio – che ospita il Museo archeologico Ubaldo Formentini –, per non parlare del Museo tecnico navale e, non ultimo, del Museo civico Lia, con la prestigiosa collezione d’arte formata da Amedeo Lia con la consulenza di Federico Zeri.


A cura di Giorgio Antei, fotografie di Mauro Davoli Franco Maria Ricci Editore, Fontanellato (Parma) 2023 156 pp., 65 ill. colore € 70

VIZI D’ARTE

UGO NESPOLO

Ugo Nespolo, artista e intellettuale poliedrico, dagli anni Sessanta del secolo scorso partecipe di fondamentali episodi delle avanguardie, è stato ed è tuttora capace di spaziare nei campi più svariati – pittura, scultura, grafica, design, cinema, fotografia, assemblage. Può anche vantare illustri frequentazioni – fra i tanti Man Ray, Andy Warhol, Lucio Fontana, Jean Baudrillard – e da sempre ha in Marcel Duchamp un costante punto di riferimento, un ispiratore occulto. La sua cultura onnicomprensiva si manifesta con evidenza anche nei libri, densi di originali considerazioni critiche. Più di una volta si è parlato di lui in questa rubrica; di recente, per la progettazione grafica della nuova collana Einaudi degli Struzzi ( “Art e Dossier”, n. 396, marzo 2022), e prima ancora per il libro Per non morire d’estate (“Art e Dossier”, n. 393, dicembre 2021), dove si soffermava, fra le altre cose, sul sistema contemporaneo dell’arte, sulla vacuità e falsità del mercato globale e dei critici, che gonfiano artisti e opere con prezzi da capogiro, sulla approssimazione di certe mostre-spettacolo. Il nuovo libro raccoglie quarantasette piccoli VIZI D’ARTE UGO NESPOLO saggi, già usciti su “Il Foglio”, “La Stampa”, “La Scuola delle cose” dal 2017 al 2022. Nella nuova veste editoriale, scelta e riordinata da Nespolo stesso, restano la sostanza e la forma tipica dell’elzeviro. Non sempre si arriva a comprendere il contesto o l’occasione per la quale ciascun pezzo era stato concepito, dato che mancano la segnalazione delle date originali di uscita, e spesso la fonte bibliografica degli autori citati. Ma poco importa, perché i saggi riuniti assumono qui nuova vita. E comunque, il pretesto – quello che Hitchcock nella trama dei suoi film chiamava MacGuffin – è solo per Nespolo un punto di partenza per ulteriori considerazioni, spesso in una reazione a catena che scaturisce con fluidità da una mente fertile, dotata del talento di chi sa mantenere con naturalezza il duplice ruolo di artista e intellettuale. Un esempio fra i tanti: Capolavori impossibili ripercorre il «caleidoscopio di visioni e significati» del racconto Le Chef-d’oeuvre inconnu di Balzac. Lo splendido testo dello scrittore francese è in questo caso l’espediente con il quale Capolavori impossibili esordisce e termina, come in forma sonata, passando attraverso intrecci e considerazioni su alcuni scritti di Henry James, Émile Zola, Marcel Schwob, Rainer Maria Rilke, Pablo Picasso, Willem De Kooning.


A cura di Sandro Parmiggiani, prefazione di Alberto Manguel Skira, Milano 2022 312 pp., 60 ill. b.n. € 29

ART E DOSSIER N. 412
ART E DOSSIER N. 412
SETTEMBRE 2023
In questo numero: FINESTRE SULL’ARTE: Il MAGA?: Una fabbrica culturale di Federico D. Giannini; CORTOON:Tecnica mista con conchiglia di Luca Antoccia;  GRANDI MOSTRE. 1 - Plessi a Brescia e a Milano- Nozze d’oro di Sileno Salvagnini ; GRANDI MOSTRE. 2 - Iperrealismo a Roma -  A onor del vero di Ilaria Rossi