CATALOGHI E LIBRI

LUGLIO-AGOSTO 2023

PICASSO E L’ANTICO
L’INCONTRO CON LE OPERE DEL MUSEO ARCHEOLOGICO DI NAPOLI

Il bel catalogo della mostra di Napoli (Museo archeologico nazionale, fino al 27 agosto) è indispensabile per capire l’esposizione. La maggioranza delle opere di Picasso discusse – dipinti, disegni, ceramiche – non è esposta, salvo le incisioni della Suite Vollard, qualche tauromachia e un unico dipinto, Donna seduta, del 1920, da tempo paragonato, per la posa della mano, a un dipinto pompeiano forse ammirato da Picasso nel 1917, al tempo del suo viaggio a Napoli. Al Musée Picasso-Paris restano l’abbagliante Flauto di Pan (Antibes, 1923), esposto nel geniale allestimento di Paul Smith della mostra Célebration Picasso: la collection prends des couleurs! (fino al 17 agosto), e la minuscola Corsa (Dinard, 1922): due donne in spiaggia come gigantesche menadi, poi modello per il sipario del Train Bleu di Cocteau. Tali opere vengono qui commentate oltre che dal curatore, da Christine Poggi e Silvia Loreti, esperte di questi temi. Non è però scontato individuare le derivazioni di Picasso, tantomeno dall’Antico, né, come spesso si fa, suddividere in due fasi i suoi classicismi: Picasso negava gli “ismi” ma la sua opera – ed è giusto, come qui, tentare di rintracciarne le fonti – si è sempre nutrita delle fonti più eterogenee. Sempre trasfigurate, e il rapporto con l’Antico è fra gli esempi più complessi.


a cura di Clemente Marconi
Electa, Milano 2023
272 pagine, 119 ill. b.n. e colore
€ 41


LE MOLTE VITE DI LEE MILLER

Modella, fotografa, corrispondente di guerra, scrittrice, musicofila, amica e sodale dei surrealisti. «In tutti i diversi mondi che ha frequentato», scrive il figlio Antony nella sua intensa biografia, «Lee Miller si è mossa in piena libertà, in tutti questi ruoli è rimasta tenacemente sé stessa». Compagna di Man Ray a Parigi, poi moglie del ricco egiziano Aziz Eloui Bey, infine di Roland Penrose (amico e biografo di Picasso), l’americana Lee Miller (1907- 1977) è nota per la bionda bellezza un po’ teutonica, l’intelligente spregiudicatezza, le sperimentazioni surrealiste, i nudi, i servizi su “Vogue”, gli scatti di un Egitto umbratile, e quelli di rara crudezza dei campi di sterminio e degli Alleati al fronte. La recente mostra veneziana in palazzo Franchetti ne rievocava il rapporto di amore e sperimentazioni con Man Ray (F. Orsi, Un sodalizio d’arte e d’amore, in “Art e Dossier”, n. 407, marzo 2023), di cui resta il catalogo (Lee Miller. Fashion Love War, Skira, Milano 2022). La biografia di Antony Penrose (uscita a Londra nel 1985, ripubblicata da poco in Italia da Contrasto) ripercorre invece le “molte vite” di questa donna affascinante. Dopo la sua morte il figlio, autore del libro, ha fatto restaurare centinaia di scatti e riordinati i documenti per l’archivio da lui diretto, che è di fatto arricchito da splendide fotografie, una proprio con il piccolo Antony sulle ginocchia dell’anziano Picasso. Secondo una partizione cronologica scorrono, dagli anni Venti ai Settanta, episodi di un’avventura intellettuale irripetibile che s’intreccia con Man Ray, Picasso, Ernst e molti altri. Incuriosiscono notizie inedite, come il viaggio a Firenze nel 1929, dove un anziano gallerista le fece da cicerone, o il ruolo di protagonista nel film di Cocteau Il sangue del poeta, che nel 1930 fece infuriare Man Ray. Di Picasso Lee non fu amante ma modella di sette ritratti. Uno di questi (L’Arlesienne, 1937) è stato battuto da Christie’s (New York, 12 maggio 2023) per quasi quattordici milioni di dollari. In uno scatto del 1945 Lee, con la divisa da inviata di guerra, è con Picasso a Parigi. Sono certa che per il dipinto del Carnaio (1945, New York, MoMA) l’artista spagnolo si sia ispirato ai suoi scatti, fra i primi nei campi di sterminio.


Antony Penrose
Contrasto, Roma 2022
296 pp., 110 ill. b.n.
€ 21,90

PABLO PICASSO
LE ORIGINI DEL MITO

Picasso sarebbe felice di sapere che in Liguria, terra di origine della famiglia materna, la città di Sarzana (La Spezia) gli ha dedicato una mostra (Picasso. Le origini del mito, fortezza Firmafede, fino al 16 luglio) e un bel catalogo, eccellente per chiarezza e novità di vedute, ambedue curati da una brillante studiosa come Lola Durán Úcar. Il libro è corredato, fra l’altro, da uno splendido, seppure breve saggio di Rafael Inglada, fra i massimi conoscitori della vita di Picasso, che qui ripercorre da par suo le origini liguri dell’artista e i suoi viaggi in Italia: nella primavera del 1917, quando a Roma (ma visitò anche Napoli, Pompei e Firenze) conobbe e si fidanzò con la futura moglie Olga; e nell’autunno del 1949, quando, fra le diverse tappe, rivide ad Albissola (Savona) Lucio Fontana, che da poco gli aveva fatto visita a Vallauris. Il saggio di Gina Ingrassia, direttrice scientifica, è invece dedicato a Dora Maar – artista, fotografa surrealista e compagna di Picasso in un rapporto turbolento – e soprattutto a Testa di donna, uno dei tre dipinti eseguiti da Picasso il 3 giugno 1943, prestato in mostra dalla famiglia Gribaudo. Non solo tele ma anche litografie, disegni, acquerelli ritraggono il volto di Dora, «la donna che piange», che aveva documentato con i suoi scatti le varie fasi di Guernica: qui appare col volto deformato, quasi straziato in smorfie di dolore. Il suo rapporto con Picasso fu di passione e tormento. Fra le opere esposte e commentate nel libro, in un percorso didatticamente eccellente, spiccano le ceramiche dell’atelier Madoura di Vallauris, dove Picasso lavorò e visse per qualche anno, dal 1947. L’artista, geniale scultore, oltre ai piatti dipinti plasmò vasi e anfore, poi decorate con tauromachie, civette, volti di donna, fauni. Bellissime, infine, le fotografie di Picasso con figli, compagne e amici: quelle di Robert Capa con la bella e orgogliosa Françoise Gilot, fra le poche donne a tenere testa al compagno “macho”, e il figlioletto Claude, oggi infaticabile amministratore dell’immenso nucleo di opere lasciato dal padre. Altrettanto belli ma meno noti gli scatti dell’ungherese Juan Gyenes. Prestati dal museo della casa natale di Malaga, questi bianchi e neri documentano gli anni più recenti della “liaison” con Jacqueline Roque, seconda moglie dell’artista dal 1961.


a cura di Lola Durán Úcar
Sagep, Genova 2023
136 pp., 131 ill. b.n e colore
€ 20



PICASSO E GUERNICA
GENESI DI UN CAPOLAVORO. CONTRO TUTTE LE GUERRE

mostra a cura di Tavola su Guernica (Man - Museo d’arte provincia di Nuoro, chiusa il 19 febbraio) fa fede il catalogo dal taglio originale e i bei saggi sul più noto capolavoro di Picasso. In mostra Guernica non c’era (mai è uscita da Madrid da quando vi arrivò nel 1981), ma il catalogo è ben documentato, con un saggio introduttivo di Tavola sugli antefatti, ovvero le incisioni di Picasso contro il futuro dittatore spagnolo (Sogno e menzogna di Franco), a loro volta precedute dal sipario per Il quattordici luglio di Romain Rolland legato al ciclo sul teatro della Rivoluzione. L’allestimento, commissionato dal Fronte popolare di Léon Blum, andò in scena il 14 luglio 1936. Guernica, dunque, non è il primo impegno politico di Picasso (come spiega Tavola), ma viene iniziata al numero 7 di rue des Grands Augustins di Parigi solo nella primavera del 1937. Qui Picasso la dipinse in pochi mesi, nell’atelier dove Balzac aveva ambientato il Capolavoro sconosciuto, dove nel 1932 aveva soggiornato il Groupe d’Octobre di Prévert, e dove subito dopo, sino al 1936, si erano tenute le sperimentazioni teatrali di Jean-Louis Barrault. I primi studi di Picasso su Guernica erano sul tema del pittore e la modella, ma gli effettivi precedenti stanno in dipinti come La morte del torero (cfr. G. Fossi, Da un cavallo, un capolavoro, in “Art e Dossier”, n. 355, giugno 2018): piccolo capolavoro che oggi, nell’allestimento di Paul Smith della mostra di Paul Smith della mostra Célebration Picasso: la collection prends des couleurs! al Musée National Picasso-Paris (fino al 17 agosto), sta in una stanza dalle pareti rosso sangue. Picasso poi “metamorfizzò” i temi da lui prediletti trasferendoli sulla tela solo quando fu divulgata la tragedia di Guernica del 26 aprile 1937. Tuttavia, aggiungo, quell’evento non era stato il primo bombardamento di civili dell’epoca. Fu di fatto preceduto, il 31 marzo, da quello che devastò la cittadina basca di Durango. Ma Picasso si allertò solo quando fu divulgata la notizia della strage di Guernica, che grazie a lui resta nella memoria collettiva mentre di Durango poco si parla. Il libro indugia sulla cruciale figura di Dora Maar, e poi sui numerosi itinerari che il grande telero percorse nel mondo prima di giungere definitivamente in Spagna, dopo la caduta della dittatura franchista.


a cura di Michele Tavola
Interlinea, Novara 2022
112 pp., oltre 100 ill. b.n.
€ 20


ART E DOSSIER N. 411
ART E DOSSIER N. 411
LUGLIO-AGOSTO 2023
In questo numero: CAMERA CON VISTA: Piccole lingue madri di Luca Antoccia; STORIE A STRISCE: Il mondo nel disegno di Sergio Rossi; GRANDI MOSTRE. 1 - Le celebrazioni di Picasso - Sulle tracce di Picasso di Gloria Fossi ; GRANDI MOSTRE. 2 - Futurismo a Otterlo - Radicali e bellicosi di Claudio Pescio