XXI SECOLO
ARTE DIGITALE A VENEZIA

LA NUOVA FRONTIERA
parte dalla storia

IN GRAN PARTE ANCORA INESPLORATA, L’ARTE DIGITALE HA COSÌ TANTE POSSIBILITÀ DI APPLICAZIONE CHE UNA SUA DEFINIZIONE RISULTEREBBE PARZIALE. UN SIGNIFICATIVO ESEMPIO È LA MASCHERA DEL TEMPO, OPERA AUDIOVISIVA DEDICATA AL TEATRO VERDE DELLA FONDAZIONE GIORGIO CINI (PRESENTATA LO SCORSO AUTUNNO), FRUTTO DELLA COMBINAZIONE DI FONTI STORICHE E SOFISTICATE TECNOLOGIE.

Chiara Casarin

L’arte digitale è ancora indefinibile. È talmente ampio il panorama di azioni che ci permette di compiere, di strumenti che ci consente di sperimentare e usare, di ambiti nei quali può essere impiegata e di obiettivi potenzialmente raggiungibili che nemmeno i più esperti riescono a delimitarne il raggio di applicazione e interpretazione. Ancora più arduo il compito della critica la quale, talvolta arrendevole, più che descrivere e definire le produzioni artistiche digitali, si limita a considerarle opere d’arte contemporanea realizzate con tecnologie avanzate.

In un tempo come il nostro, in cui l’evoluzione di software e algoritmi, di sistemi di elaborazione e di creazione virtuale è molto più veloce e più incalzante della creatività tradizionale, dobbiamo necessariamente individuare alcune coordinate per poter leggere cosa accade e per orientarci, infine, sia come fruitori "tout court" sia come critici di nuova generazione. Sono finiti i tempi in cui una corrente artistica, un insieme di autori simili, sotto alcuni aspetti, contribuivano alla comprensione di una singola opera nuova a partire da un corpus più ampio, definito e già acquisito. Oggi, facciamo i conti con un “nuovo” che risulta già “vecchio” non appena colto. E in questa piega di innovazione strumentale si innesta anche un paradigma estetico che vede l’arte digitale stessa non solo quale campo di creazione di contenuti, di immaginazione che con gli strumenti della cosiddetta intelligenza artificiale diventa rappresentazione, ma anche quale arte che parla di se stessa, si fa enciclopedica, e include in sé altre arti, fatte di sostanze espressive diverse, provenienti dalla storia o da un recente passato.

Un caso emblematico per questa tipologia di opere è stato recentemente presentato al pubblico. Per la prima volta, lo scorso autunno la Fondazione Giorgio Cini (Venezia, isola di San Giorgio Maggiore) è stato lo scenario di un’opera d’arte digitale a cura di Ennio Bianco e prodotta da due artisti che hanno lavorato a partire dai materiali custoditi negli archivi storici dell’istituzione veneziana quali testi, costumi, architetture mediante scansioni ambientali tridimensionali, rendendo concreta una nuova modalità compositiva in cui progettazione e uso di fonti d’archivio confluiscono in un unico lavoro. Ciò che esisteva è entrato a fare parte di un’opera singolare e i sistemi utilizzati hanno consentito di trasformare beni isolati, inerti e silenti in qualcosa di inconsueto, vivo, efficace anche per la valorizzazione culturale contemporanea in cui la storia e la sperimentazione tecnologica hanno concorso a uno stesso obiettivo.

La maschera del Tempo, creazione audiovisiva realizzata nel 2022 da Mattia Casalegno e Maurizio Martusciello alias Martux_m e dedicata al Teatro verde della Fondazione Cini, è nata a partire da una approfondita ricerca d’archivio e, parallelamente, da un’indagine sulle più recenti scoperte in ambito digitale.

L’anfiteatro, voluto da Vittorio Cini e progettato nel 1952 da Luigi Vietti, era (ed è ancora) protagonista della grande campagna di ripristino delle architetture monumentali dell’isola di San Giorgio ma nel suo passato è stato sede di momenti memorabili in cui attori, performer, musicisti di ogni genere e provenienti da tutto il mondo hanno dato vita a rappresentazioni di incredibile bellezza che ne hanno decretato la fama.

«Il teatro più bello del mondo», lo definì Katharine Hepburn alla fine degli anni Cinquanta, un teatro per millecinquecento ospiti, denominato “verde” per le siepi di ligustro, collocate sugli schienali delle sedute in pietra e per la posizione nella porzione meridionale del bosco dell’isola che gli permette di fondersi con il paesaggio e di assumere come quinta teatrale la laguna di Venezia. Nella Maschera del Tempo, il teatro è ambientato nella sua storia fatta di celeberrime rappresentazioni e di glorie performative così come nel futuro in una lontana e utopica epoca post-antropocentrica, dove la natura ha ripreso i suoi spazi e all’interno della quale vivono umani digitali ad alta definizione.

Per la creazione del film sono state utilizzate tecnologie sperimentali come Midjourney, un generatore di immagini da testi, derivato da DALL-E di Open AI, e Unreal Engine 5, la grande piattaforma per videogiochi di nuova generazione e, in prospettiva, per il Metaverso con avatar realistici.

Il progetto, nel suo insieme, si è proposto di riattualizzare virtualmente uno dei teatri più suggestivi di Venezia, di mettere in connessione la creatività contemporanea più innovativa e dalle molteplici potenzialità a partire da una riflessione sul teatro, come luogo di finzione e rappresentazione, e da documenti d’archivio, ingredienti di base su cui sono state costruite ambientazioni, soggetti e narrazione.

Mattia Casalegno (originario di Napoli), tra i più interessanti artisti digitali del panorama internazionale, ha elaborato le immagini tratte da droni scanner sull’architettura del teatro e la natura circostante. Inoltre, nelle migliaia di fotografie storiche, conservate presso l’Istituto per il teatro e il melodramma della Fondazione Cini, ha potuto innestare le visioni stilistiche degli abiti teatrali, ricreati dal digital fashion designer Amin Farah, e prendere ispirazione dagli spettacoli storici del Teatro verde (tra questi, i classici della tragedia greca con personaggi quali Arianna e Teseo, Pasifae, il Minotauro) ma anche le mitologie di simboli religiosi più vicini alla sua cultura napoletana, creando così un’opera densa e articolata accompagnata dalle inedite musiche del compositore Maurizio Martusciello alias Martux_m.

La maschera del Tempo è un progetto di grande valore artistico e comunicativo divenuto già emblema di rigenerazione, rispetto alle modalità con cui si può raccontare la storia, e di una cultura contemporanea attenta alla sempre più crescente evoluzione tecnologico-scientifica.


Link al film La maschera del Tempo: https://www.youtube.com/watch?v=o6crOPutG1w


Frame da La maschera del Tempo (2022), di Mattia Casalegno e Maurizio Martusciello alias Martux_m, come tutte le immagini di questo articolo.


Elaborazione digitale di costumi di scena d'epoca.


Elaborazione digitale di costumi di scena d'epoca.


Alcuni frame dedicati all'ambiente naturale circostante il Teatro verde in un futuro lontano.


Testa del Minotauro, realizzata con tecnica digitale.