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Rodčenko,
un talento incompreso

Daniele Liberanome

Preziose le opere astratte di Aleksandr Rodčenko, realizzate fino ai primi anni Venti del Novecento, dove trionfano forme, linee e colori. Eppure, da circa dieci anni, il mercato per l’artista russo registra una netta flessione

Versatile, capace di assorbire nuove idee e personalizzarle, ma rimasto vittima dell’irrigidimento ideologico dell’Unione Sovietica sotto Stalin, Aleksandr Rodčenko (1891-1956) si vende piuttosto bene anche se non come un decennio fa.

Tale era il suo talento che, nonostante provenisse da una famiglia povera, non avesse seguito alcun percorso formativo in campo artistico e vivesse inizialmente lontano dai grandi centri culturali del paese, riuscì presto ad affermarsi fin dai primi anni della Rivoluzione bolscevica, ai tempi in cui la sua terra era in fermento culturale e politico.

Iniziò col legarsi soprattutto a Tatlin e ai costruttivisti, come indica l’acquerello Composizione del 1915, anno in cui Rodčenko giunse finalmente a Mosca. L’opera, assolutamente astratta, è impostata con il semplice uso di riga e compasso con cui l’artista ha creato una serie di piani e forme (spesso, come in questo caso, angolate con un netto richiamo alle istanze cubiste) interagenti anche grazie al gioco dei colori (più vicino allo stile di Kandinskij).

Alla base di quel dipinto c’è quindi l’utilizzo di semplici strumenti di lavoro (quasi che Rodčenko facesse parte della crescente classe operaia). Composizione venne presentato nella prima mostra dell’artista a Mosca e, quindi, ha un importante valore storico-artistico. Ecco perché Christie’s di New York, nel proporlo in asta nel lontano 9 novembre 1999, lo stimò 115-150mila euro, cifra allora ben al di sopra dei prezzi di mercato, riuscendo comunque a piazzarlo al livello della stima minima.

Di sapore e stile simile è Composizione di cerchi e linee, costruzione non rappresentativa di superfici progettate e dipinte di una composizione complessa a colori. L’opera fu realizzata da Rodčenko nel fatidico 1917, anno della Rivoluzione russa, della caduta dello zarismo e della presa di potere da parte dei bolscevichi. In questo acquerello e tecnica mista l’attenzione è concentrata sul rapporto fra forme e fra colori. Sotheby’s lo offrì a New York il 5 novembre 2015, stimandolo ben 275-460mila euro, confidando anche nell’ottima provenienza, prima dalla raccolta di George Costakis, fra i maggiori collezionisti greci di opere delle avanguardie russe, poi da quella di Alfred Taubman, proprietario della stessa Sotheby’s. Il risultato fu notevole, ben 600mila euro.

Sempre nel 1917, Rodčenko dipinse una serie di gouache su fondo bianco, con minor uso di colore, o comunque con colori meno intensi e forme più sfilate. Una di queste, particolarmente complessa, venne presentata da Christie’s di Londra l’8 febbraio 2001 e venduta per 110mila euro, mentre un’altra, con minor numero di piani e righe, passò di mano da Lempertz a Colonia il 31 maggio 2011 per 96mila euro, nonostante fosse più grande della precedente.

Si cominciava già a sentire la caduta nelle quotazioni delle opere dell’artista che è poi continuata con qualche eccezione significativa. Mi riferisco in particolare a Costruzione n. 95, presentata da Sotheby’s a Londra il 29 novembre 2016 e considerato uno dei lavori più significativi di avanguardia russa mai giunti in asta. Datata 1919, quindi in una fase in cui Lenin aveva ben in pugno l’Unione Sovietica, quest’opera punta a rendere ancora più essenziale il messaggio di Rodčenko che la creò solo con un righello per formare esclusivamente linee.

L’effetto fu importante per i futuri sviluppi del mondo dell’arte. Sotheby’s, per questa ragione, la stimò una cifra ben superiore a qualsiasi altra creazione dell’artista russo proposta in asta, ossia 3-4,1 milioni di euro, e la aggiudicò addirittura per 4,2 milioni di euro.

Con la presa di potere da parte di Stalin, la situazione cambiò radicalmente e Rodčenko venne presto criticato per il suo stile del tutto non conforme ai dogmi del realismo socialista, e fu perfino obbligato a scusarsi pubblicamente per quanto aveva prodotto negli anni di Lenin. Si dedicò allora alla fotografia, scattando fra l’altro l’interessante Scale, un riuscito connubio fra un realismo alla Ėjzenštejn e il suo rigoroso astrattismo. La donna che sale le scale con la bimba in braccio ricorda la scena della carrozzina della Corazzata Potëmkin (di Ėjzenštejn), mentre le scale paiono linee oblique come nelle composizioni dell’artista degli anni Venti. Da notare come la scena venne ripresa sulle scale della cattedrale del Cristo Salvatore a Mosca, che stava per essere distrutta per far posto al Palazzo dei soviet. Per questo motivo, forse, la scelta del luogo da parte di Rodčenko come segno di critica. Lo scatto, del 1929, venne venduto il 2 aprile 2019 da Christie’s di New York per 250mila euro, più dei 214mila euro spesi per la stessa opera da Sotheby’s di New York il 30 settembre 2014.

Negli anni Trenta e Quaranta Rodčenko continuò a dipingere, ma ormai le sue opere rappresentavano figure: le migliori erano quelle appartenenti al mondo circense, uno dei soggetti più cari alle avanguardie di inizio secolo scorso a cui l’artista guardava con nostalgia. Ecco allora Il giocoliere del 1935, con qualche reminiscenza surrealista, che nel lontano 26 aprile 2006 Sotheby’s di New York riuscì a vendere per 410mila euro, o Il gioco del jazz del 1943 che Christie’s di Londra piazzò per 85mila euro il 7 febbraio 2013.

Tutti lotti passati diversi anni fa, a dimostrare il crescente e ingiustificato disinteresse dei collezionisti per Rodčenko che dovrebbero apprezzare almeno le sue opere realizzate fino a primi anni Venti. Quelle hanno senza dubbio valore.


Costruzione n. 95 (1919).


Composizione di cerchi e linee, costruzione non rappresentativa di superfici progettate e dipinte di una composizione complessa a colori (1917).

ART E DOSSIER N. 409
ART E DOSSIER N. 409
MAGGIO 2023
In questo numero: STORIE A STRISCE: Il papà di Pimpa e Cipputi di Sergio Rossi; BLOW UP: Newton, l’elegante provocatore Erwitt, l’ironico osservatore di Giovanna Ferri; GRANDI MOSTRE. 1 - Pistoletto a Roma - Nella bellezza tutto si rigenera di Ludovico Pratesi ; GRANDI MOSTRE. 2 - Lucio Fontana a Firenze - Contemplando l’infinito di Lauretta Colonnelli...