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Ceruti, il pittore
dei diseredati

Daniele Liberanome

Nelle raffigurazioni dei più poveri, Giacomo Ceruti ha dato il meglio di sé. E se il mercato ha registrato, all’incirca negli ultimi vent’anni, un calo nelle stime delle sue opere, gli appassionati dell’artista possono contare su cifre accessibili

Appendere nel proprio salotto un quadro di Giacomo Ceruti detto il Pitocchetto (1698-1767) non è impresa impossibile per un buon numero di collezionisti, anche se diverse opere dell’artista si trovano in musei di primaria importanza specie nel Nord Italia, come Pinacoteca di Brera o Accademia Carrara. Non molto è noto della vita del Pitocchetto, che probabilmente nacque a Milano ma certamente operò a lungo nel Lombardo-Veneto e in particolare a Brescia, per poi spostarsi nei suoi ultimi anni a Dresda, dove forse morì. Era figlio d’arte, ma la sua sensibilità verso le condizioni di vita delle persone più povere, soggetto dei suoi quadri di migliore qualità, deriva non solo dalle diffuse consuetudini pittoriche del tempo; l’impatto delle opere di questo genere è ben più forte rispetto a quello a soggetto diverso, sacro o meno, e i collezionisti ben lo sanno.

Nella coppia Il bravo e La vecchia contadina, andata in asta da Christie’s di Milano il 29 novembre 2006 e risalente probabilmente all’ultimo ventennio della vita dell’artista, i protagonisti sono dipinti senza fronzoli, senza eccedere in manierismi. Il bravo, cioè il soldato prezzolato, mostra uno sguardo vuoto e rassegnato al proprio destino di combattere asservito al soldo dei potenti, ma la sua figura rimane comunque saldamente fiera. Anche la postura e i vestiti della contadina appaiono realistici senza alcuna esagerazione. Lo sfondo uniforme, tipico del Pitocchetto, forse anche perché lui stesso meno talentuoso nel dipingere paesaggi e sfondi, conferisce ai due personaggi una dignità quasi da ritratto borghese dell’Ottocento, mentre i contorni marcati creano un effetto tipico di tempi più vicini al nostro. Nell’asta di Christie’s le due tele vennero accolte con grande entusiasmo e aggiudicate per 1,2 milioni di euro, cifra rimasta ben al di sopra delle quotazioni successive, se non altro perché il lotto era composto appunto da due opere.

Ottimo risultato ottenne anche Portarolo con cane, non solo per la qualità del dipinto stesso, ma anche per la certezza di attribuzione e per l’ottima provenienza. È difatti addirittura firmato, fatto quanto mai raro, e apparteneva probabilmente alla collezione bresciana più significativa per il Pitocchetto, ossia quella degli Avogadro, per poi passare ai Fenaroli e ad altre famiglie nobili di quel territorio. Lo sfondo è al solito approssimativo, con un paio di spogli edifici, e la composizione complessiva appare studiata fin troppo, ma la figura del protagonista, nella sua nobile semplicità, fa la differenza. L’8 giugno 2010 venne comprato per circa 900mila euro da Sotheby’s, a Milano, come c’era da aspettarsi perché il Pitocchetto ha poca fama fuori dai confini nazionali.

Certo, ai tempi in cui il mercato dell’artista era ben più saldo di oggi, ossia quindici-vent’anni fa, qualcosa è stato proposto anche nelle grandi sale d’asta internazionali. Un esempio è Aragosta, aringhe, triglie, ostrica con limone e cipolle e una bottiglia di vetro, una delle sei nature morte di Ceruti; quindi, non proprio una sua specialità e non certo del livello di opere simili secondo il giudizio degli esperti del genere italiani e nordeuropei. Eppure, Christie’s la offrì il 6 luglio 2006 a Londra sottolineando come fosse stata inclusa in numerose mostre, compresa una a New York, riuscendo a realizzare ben 576mila euro.

Da sottolineare anche il buon risultato di Contadinella, particolare perché dipinta su vetro con una tecnica laboriosa che richiede grande precisione nel definire fin dall’inizio tutti i dettagli della figura. L’opera non risulta comunque particolarmente intensa. Era passata di mano una prima volta da Christies’ di Milano il 25 novembre 2008 per 100 mila euro; ma, riproposta da Sotheby’s di New York il 31 gennaio 2018, è stata scambiata per quasi 500mila euro, con una rivalutazione notevole. Si tratta di uno degli ultimi prezzi di questo livello spuntati da Pitocchetto negli ultimi anni, tanto è vero che la stima iniziale era ben più contenuta.

Si può ricordare, infine, Soldati che giocano a carte, una composizione complessa con uomini d’arme di diversa estrazione sociale e di diversa provenienza colti in una situazione atipica e poco verosimile, pur se ben legata a paralleli tedeschi.

Dorotheum di Vienna l’ha venduta per 377mila euro il 22 ottobre 2019, ma la dimensione è assai più grande del solito per Pitocchetto, quasi 2 x 1,5 metri. Al di fuori di questi sparuti casi, che comunque dimostrano una significativa contrazione dei valori rispetto a un ventennio fa, le stime sono contenute e spesso non superano i 100mila euro. Ottima occasione, quindi, per acquistare un pezzo di rilievo di un pittore importante come Ceruti.


Il bravo e La vecchia contadina (1730-1734), Carzago di Calvagese della Riviera (Brescia), Museo d’arte Sorlini.


Portarolo con cane (1725-1729 circa).

ART E DOSSIER N. 407
ART E DOSSIER N. 407
MARZO 2023
In questo numero: STORIE A STRISCE: Avventure gastronomiche di Sergio Rossi; BLOW UP: Inge Morath: la rivelazione di un istante di Giovanna Ferri; GRANDI MOSTRE. 1 - Sayed Haider Raza a Parigi - Nero, the Mother Colour di Valeria Caldelli ; GRANDI MOSTRE. 2 - Warhol a Milano -  Gli stereotipi di massa come nuova classicità di Achille Bonito Oliva ...