Il vetro, che ha sempre esercitato un grande fascino per la combinazione dei suoi componenti, utili a dare forma a singolari manufatti realizzati con gesti rapidi dai maestri vetrai, nel Quattrocento divenne oggetto di ripetute indagini per migliorarne la miscela compositiva. L’obiettivo era ottenere un vetro simile al cristallo di rocca, imitando con l’artificio e l’ingegno umano ciò che la natura aveva creato in modo spontaneo. L’oggetto in vetro diveniva strumento per comprendere le leggi fisiche, la prospettiva e soprattutto gli effetti ottici derivati dall’incidenza della luce sulle pareti e quelli lenticolari amplificati dal liquido nel recipiente.
Dai primi decenni del XV secolo i pittori iniziarono a ricreare quanto emergeva dall’osservazione dei dei manufatti in vetro, imitando i contrasti cromatici tra le zone luminose e quelle in ombra e le vibrazioni concentriche del liquido contenuto. L’indagine scientifica si coniugava con i tradizionali concetti allegorici attribuiti alla luce come emanazione divina, alla trasparenza simbolo della purezza mariana, mentre il vino rosso, visibile sulle tavole di opere raffiguranti l’Ultima cena, richiamava il sacrificio di Cristo e il rito eucaristico, ma forniva anche suggerimenti per diverse trasparenze dovute all’intensa cromia.
Un’immagine pittorica particolarmente suggestiva, che attesta l’intento scientifico nella raffigurazione pittorica, è offerta da una bottiglia posta all’interno di una nicchia circolare ricavata nel pavimento, nell’Annunciazione opera di Filippo Lippi del 1440 nella cappella Martelli, nella basilica di San Lorenzo a Firenze. La bottiglia presenta un lungo collo con sottili costolature verticali, corpo ellissoidale, piede ad anello e vistoso conoide spinto all’interno. Si tratta di un recipiente comune, realizzato in vetro tendente alla tonalità fumé. Il pittore, al corrente delle indagini proprie dell’arte fiamminga, sottolineava il contrasto dovuto alla diversa incidenza della luce sulla superficie e sull’acqua all’interno del contenitore. Inoltre, come conseguenza dei principi della prospettiva lineare, evidenziava l’ombra del collo della bottiglia, che si allunga sulla superficie del gradino con diversa intensità.