BIBLIOGRAFIA

Ogni citazione desunta dalle Vite di Giorgio Vasari e ogni memoria da quella fonte dedotta sono segnalate riferendosi all’edizione cura- ta da Rosanna Bettarini e Paola Barocchi (G. Vasari, Le vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architettori nelle redazioni del 1550 e del 1568, 6 voll., Firenze 1966-1987).


Fonti: G. Vasari, Vita del Rosso, pittor fiorentino, in Le vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architettori, op. cit., IV, pp. 472-491.

Saggi e pubblicazioni varie essenziali: K. Kusemberg, Le Rosso, Parigi 1931; P. Barocchi, Il Rosso Fiorentino, Roma 1950; S. Béguin, O. Binenbaum, A. Chastel, W. McAllister Johnson, S. Pressouire, H. Zerner, La Galerie François Ier au Château de Fontainebleau, Parigi 1972; E. A. Carroll, Rosso Fiorentino, Drawings, Prints, and Decorati- ve Arts, catalogo della mostra (Washington, National Gallery of Art, 25 ottobre 1987 - 3 gennaio 1988), Washington 1987; R. P. Ciardi, A. Mugnaini, Rosso Fiorentino. Catalogo completo dei dipinti, Firen- ze 1991; D. Franklin, Rosso in Italy. The Italian Career of Rosso Fiorentino, New Haven e Londra 1994; C. Falciani, Il Rosso Fiorentino,

Firenze 1996; L’officina della Maniera: varietà e fierezza nell’arte fiorentina del Cinquecento fra le due Repubbliche (1494-1530), catalogo della mostra (Firenze, Uffizi, 28 settembre 1996 - 6 gennaio 1997), a cura di A. Cecchi, A. Natali, C. Sisi, Venezia 1996; Pontormo e Rosso, atti del convegno di Empoli (22 settembre 1994) e Volterra (23-24 settembre 1994), progetto Appiani di Piombino, a cura di R. P. Ciardi, A. Natali, Venezia 1996; L. A. Waldman, The origins and Family of Rosso Fiorentino, in “The Burlington Magazine”, 142, 2000, pp. 607- 612; A. Natali, Rosso Fiorentino, leggiadra maniera e terribilità di cose stravaganti, Cinisello Balsamo (Milano) 2006; C. Falciani, Francesco I ritratto a Fontainebleau, in Il ritratto nell’Europa del Cinquecento, atti del convegno (Firenze, 7-8 novembre 2002), a cura di A. Galli, C. Piccinini, M. Rossi, Firenze 2007, pp. 29-66; Le roi et l’artiste. François Ier et Rosso Fiorentino, catalogo della mostra (Fontainebleau, 23 marzo - 24 giugno 2013), a cura di T. Crépin-Lebrond, M. Barbier, Parigi 2013; Pontormo e Rosso. Divergenti vie della “maniera”, catalogo della mostra (Firenze, palazzo Strozzi, 8 marzo - 20 luglio 2014), a cura di C. Falciani, A. Natali, Firenze 2014.
REFERENZE FOTOGRAFICHE

Tutte le immagini appartengono all’Archivio Giunti, ad eccezione di: © Antonio Quattrone pp. 8, 13, 22, 23; Foto: Joerg P. Anders © 2014 Foto Scala, Firenze / BPK, Bildagentur fuer Kunst, Kultur und Geschichte, Berlin, p. 14; © Grand Palais (Musée de la Renaissance, Château d’Ecouen) / Gérard Blot / RMN-Réunion des Musées Nationaux / distr. Alinari, p. 42; © Lauros / Giraudon / Bridgeman Art Library / Archivi Alinari, pp. 39, 40.

Ad Antonio Natali si deve la stesura dei primi due capitoli. Gli altri due sono di Carlo Falciani.


Le didascalie delle immagini, le notizie biografiche inserite nel quadro cronologico e la bibliografia sono a cura di Marta Onali.


Per le didascalie: dove non diversamente indicato, l’opera fa parte di collezione privata.

Art e Dossier Inserto redazionale allegato al n. 308 marzo 2014


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ROSSO FIORENTINO
ROSSO FIORENTINO
Carlo Falciani, Antonio Natali
Giovanni Battista di Iacopo di Rossi detto Rosso Fiorentino (Firenze 1494 Parigi 1540) è considerato uno dei massimi interpreti del manierismo italiano. Sin dalle prime, importantissime opere che gli vennero commissionate risulta evidente il suo slancio ribelle alle costrizioni di un classicismo ormai in crisi. Spirito aggressivo e iconoclasta, Rosso Fiorentino diede nelle opere successive un contributo fondamentale alla corrente più ricca e inquietante della maniera, proponendo composizioni tormentate, convulse e animate da un espressionismo tale da rasentare la caricatura. Tra il 1523 e il 1527 fu a Roma, dove venne a contatto con le opere di Raffaello e di Michelangelo. Operò quindi a Sansepolcro, a Venezia e infine in Francia, dove venne chiamato da Francesco I e nominato pittore ufficiale di corte, dedicandosi, negli anni trenta del Cinquecento, alla decorazione del Padiglione di Pomona e alla decorazione della Galleria del Re nel Castello di Fontainebleau, opera che resta la più grande dell'artista e alla quale si rifaranno i maestri del manierismo internazionale. L'autore, profondo e appassionato conoscitore dell'artista, traccia nelle pagine di questo volume un suo personale profilo, offrendo numerosi spunti di riflessione sull'arte di uno dei più spregiudicati e poetici artefici della storia artistica dell'Occidente.