Save Italy

neoclassico
in svendita

di Leonardo Piccinini

Stato ed enti locali fanno a gara nella vendita (o svendita) di parte del patrimonio immobiliare. Ma tra le più varie tipologie di edifici che vengono alienati (una caserma dismessa, una vecchia fabbrica in disuso, uffici non più utilizzati…) non può certo rientrare il patrimonio artistico, monumentale, museale, archeologico che è parte caratterizzante della nostra identità e che va tutelato, esaltato, reso accessibile alla collettività. Questa è la visione che tanti vicini europei con naturalezza esprimono e che noi, per primi, abbiamo l’obbligo di condividere: all’Italia membro del G8 non mancano certo, come più volte ripetuto, né le risorse né la creatività per reinventare il proprio rapporto con i beni culturali. Pare allora bizzarro quanto sta accadendo sui colli bolognesi: una fascia collinare di rara bellezza (anche decantata in tempi recenti da una nota canzone), sostanzialmente parte integrante della città ma del tutto ignorata dalle ipotesi turistiche e di valorizzazione, basti pensare allo straordinario complesso monumentale di San Michele in Bosco. è d’altra parte vero che nel capoluogo emiliano persino la stessa Fondazione Cassa di risparmio in Bologna che con il Museo della città ha inventato un modello virtuoso di restauro e gestione, si è arresa alle mostre di opere-feticcio, certamente pregevoli ma che non contribuiscono a stimolare il pubblico nei confronti del patrimonio artistico locale. Può così accadere – questo è lo scenario al momento in cui andiamo in stampa – che uno dei capolavori del Neoclassico italiano, la degradata ma ancora imponente villa Aldini, venga miseramente liquidata al miglior offerente per la ridicola cifra di 3,5 milioni di euro. In una delle città ancora tra le più ricche d’Europa la miopia di un’amministrazione evidentemente incapace di coinvolgere privati, associazioni, industrie, cooperative permette che la dimora costruita in onore di Napoleone dal suo plenipotenziario bolognese Antonio Aldini, decorata da Felice Giani e Andrea Appiani, sorta di laico tempio che dall’acropoli del colle dell’Osservanza domina Bologna, venga svenduta e negata così ai suoi veri proprietari, i cittadini.

ART E DOSSIER N. 307
ART E DOSSIER N. 307
FEBBRAIO 2014
In questo numero: SOUVENIR D'ITALIE L'Italia nell'arte dell'Ottocento, dalla Milano dei Navigli all'Agro Romano, al sole del sud: il Bel Paese prima del benessere e del disastro. IN MOSTRA: Anni Settanta, Molinari Pradelli, Vermeer.Direttore: Philippe Daverio