Grandi mostre. 4
PARIS BORDON A TREVISO

UN PROTAGONISTA
MANIFESTO

Il Museo Santa Caterina dedica un’ampia retrospettiva a Paris Bordon nella sua città natale, mettendo in evidenza - come ben descrivono qui I curatori - quanto l’artista trevigiano, discepolo di Tiziano, sia stato capace di dare alla sua pittura tratti distintivi e dal respiro internazionale.
Nel vastissimo stato della serenissima Paris Bordon potrà far valere le sue conoscenze aggiornate sui fatti figurativi lagunari ma anche sperimentare nuovi percorsi, visibili anche nei suoi ritratti

Simone Facchinetti e Arturo Galansino

Dall’idea di una mostra alla sua realizzazione può crearsi una distanza abissale, tanto da renderla irriconoscibile anche a chi l’ha inizialmente immaginata. In questo processo evolutivo una parte rilevante è costituita dall’allestimento che ha sempre il compito di confezionare un vestito su misura dell’idea, dettando il ritmo, la scansione, i tempi e i capitoli della narrazione (nel nostro caso il merito va a Franco Achilli). Ora che l’esposizione di Paris Bordon 1500-1571. Pittore divino è finalmente aperta al Museo Santa Caterina di Treviso (fino al 15 gennaio 2023), possiamo raccontare quello che il visitatore incontrerà lungo il percorso, invece di divagare in astratto. 

Non ci sarebbe bisogno di dire che la città natale di Paris Bordon è magnifica se non fossimo sinceramente convinti che Treviso non è sufficientemente conosciuta, certo non come meriterebbe. Tutte le opere di Bordon conservate nel territorio trevigiano sono state lasciate al loro posto d’origine, proprio per favorire questa scoperta da parte del visitatore. Suggeriamo almeno due tappe fondamentali: al duomo e alla chiesa di Biancade, dove si conserva una delle sue pale d’altare più significative. Un ulteriore approfondimento è garantito dalla visita alla raccolta del Museo Santa Caterina, dove il direttore dei Musei cittadini, Fabrizio Malachin, ha curato una sezione appositamente dedicata a Bordon, partendo dal cospicuo patrimonio museale. Camminando nelle sale si incontrano anche memorabili testimonianze di Lorenzo Lotto e di Jacopo Bassano, giusto per non farvi mancare niente… 

Ma veniamo alla mostra, promossa dalla città di Treviso e organizzata da Marsilio Arte che è anche l’editore del catalogo. Nella prima sezione sono state radunate alcune opere giovanili del pittore che dimostrano chiaramente il peso del magistero di Tiziano ma anche il tentativo di scrollarselo di dosso. Dunque, ci sarà chi vedrà solo i debiti che Bordon ha contratto con il suo primo maestro e chi invece coglierà gli aspetti peculiari del suo stile. Noi suggeriamo di far caso ai dettagli e di iniziare a familiarizzare con la cifra di un pittore che sta inesorabilmente prendendo il largo da Venezia, nel senso che le prime commissioni documentate lo porteranno a Vicenza, Crema, Belluno, girovagando nel vastissimo Stato della Serenissima. Qui Paris potrà far valere le sue conoscenze aggiornate sui fatti figurativi lagunari ma anche sperimentare nuovi percorsi. Negli anni Venti del Cinquecento Bordon è un pittore nel pieno delle sue potenzialità espressive, anche se il bello deve ancora arrivare.


San Giorgio uccide il drago (1525-1526), particolare, Città del Vaticano, Musei vaticani, pinacoteca.

Ritratto di gentiluomo (1540-1545 circa), Genova, Musei di Strada Nuova - Palazzo rosso.


Ritratto di giovane donna (1545-1550 circa), Vienna, Kunsthistorisches Museum, Gemäldegalerie.

La seconda sezione è dedicata alle fonti e alla storiografia, da Aretino a Cavalcaselle: libri e manoscritti che raccontano l’onda lunga di una fortuna storica che è arrivata fino a noi. Poi si entra nella sala dei ritratti e, normalmente, qui si viene assaliti dalla sindrome di Stendhal. Ovviamente scherziamo, tuttavia basta girare lentamente lo sguardo per farsi un’idea della straordinaria crescita, dagli anni Venti agli anni Cinquanta, che porta Bordon a un’affermazione internazionale. È sufficiente leggere i nomi dei personaggi raffigurati per intuire che siamo di fronte a personalità non più, o non esclusivamente, veneziane. Si inizia e si finisce con due ritratti intimi e privati, uno di un uomo, l’altro di una donna. Il primo è romanticamente giorgionesco, l’ultimo è di una modernità impressionante, con una timida e giovane sposa dai tratti marcatamente androgini. Seguono due sale dedicate ai temi erotici e mitologici, un capitolo della storia di Bordon in cui spicca il dipinto fuori misura, fuori scala, fuori registro, con Marte, Venere e Cupido, incoronati da Imeneo. Di fronte a questo quadro eccezionale non si può fare a meno di riconoscere che il pittore trevigiano è stato a tutti gli effetti uno dei protagonisti della pittura europea del suo tempo, superandosi. Lo si intuisce dalla sprezzatura con cui ha realizzato la luminescente armatura di Marte, capace di riflettere tutto quello che le sta accanto; dalla pelle chiara e smaltata di Venere, chiazzata dai rossori dell’epidermide; dal colore cangiante della veste di Imeneo: un tono che forse non si era mai visto prima di allora, neppure a Venezia. Le figure hanno preso a danzare nello spazio, come segnate da una nuova stagione di fortunate circostanze, viaggi, ingaggi, felicità espressiva, in larga parte determinata da un sentimento di libertà che Bordon, almeno stando alle parole del suo più autorevole intervistatore (Giorgio Vasari), ha accarezzato per tutta la vita: «Lavora per piacere a richiesta d’alcuni principi et altri amici suoi, fuggendo la concorrenza e certe vane ambizioni, per non essere offeso e perché non gli sia turbata una sua somma tranquillità e pace da coloro che non vanno (come dice egli) in verità, ma con doppie vie, malignamente e con niuna carità, là dove egli è avezzo a vivere semplicemente e con una certa bontà naturale, e non sa sottilizzare né vivere astutamente». 

Dopo tanta emozione abbiamo pensato di raffreddare sensibilmente gli animi, inserendo una sezione un po’ più cerebrale dedicata ai delicatissimi disegni di Paris, tracciati con gessetto nero e rialzi di biacca su carta azzurra. Sono frammenti di pensieri funzionali alla costruzione di storie anche complicate. Appunti per mettere alla prova il funzionamento di marchingegni sempre più articolati e complessi. Qui ci si può concentrare sullo studio per la Vergine annunciata, preparatorio per un dipinto (Annunciazione) che il visitatore incontrerà alla fine del percorso. 

Girato l’angolo, ci si imbatte in una notevole parata di pale d’altare culminante con la maestosa tavola di San Giorgio uccide il drago. È un dipinto che è come se si vedesse per la prima volta, almeno in queste eccezionali condizioni, perché il comitato organizzativo della mostra ha deciso di finanziarne il restauro, sicuro che sarebbe servito, oltre che a garantirgli una vita più lunga, a emozionare il visitatore. Forse ci sbagliamo ma di fronte a questo eroico cavaliere e, soprattutto, al fantasmagorico drago che si sta divincolando ai suoi piedi, per l’ultima volta ci si domanda: perché non ho avuto la fortuna di conoscerlo prima? «Paris Bordon. Divin Pitor», come recitava il grande scrittore, pittore e incisore secentesco Marco Boschini.


Ritratto di giovane donna (1540-1550 circa).


Ritratto di Thomas Stahel, (1540), Parigi, Musée du Louvre, Département des Peintures.


Annunciazione (1545-1550 circa), Caen, Musée des Beaux-Arts.

Marte, Venere e Cupido incoronati da Imeneo (1540-1550 circa), Vienna, Kunsthistorisches Museum, Gemäldegalerie.


Coppia di amanti (1555-1560 circa), Londra, National Gallery.


Madonna col Bambino in trono tra i santi Giorgio e Cristoforo (Pala Manfron) (1526-1527 circa), Lovere (Bergamo), Galleria dell'Accademia Tadini.

Paris Bordon 1500-1571. Pittore divino

a cura di Simone Facchinetti e Arturo Galansino
Treviso, Museo Santa Caterina
fino al 15 gennaio 2023; orario 10-18, lunedì chiuso
catalogo Marsilio Arte
www.mostraparisbordon.it

ART E DOSSIER N. 404
ART E DOSSIER N. 404
DICEMBRE 2022
In questo numero: FINESTRE SULL’ARTE: Crivelli, una rivelazione di Federico D. Giannini; BLOW UP: Avedon - di Giovanna Ferri; GRANDI MOSTRE. 1 - Olafur Eliasson a Firenze - Ognuno vede a modo suo di Lauretta Colonnelli; 2 - Freud a Londra - Quel senso di tragicità a fior di pelle di Valeria Caldelli; ....