Arte contemporanea 

ARTHUR JAFA
A TORINO

Cristina Baldacci

ALLE OGR DI TORINO, FINO AL 15 GENNAIO, PROSEGUE LA PRIMA PERSONALE ITALIANA DEDICATA A JAFA, IMPEGNATO, CON LE SUE OPERE MULTIDISCIPLINARI, A DENUNCIARE L’INCESSANTE RAZZISMO NEGLI STATI UNITI

Fino al 15 gennaio, le OGR-Officine grandi riparazioni, il monumentale spazio espositivo e culturale inaugurato a Torino nel 2017 in un ex edificio industriale, propongono la prima personale italiana dell’artista e regista Arthur Jafa (Tupelo, Mississippi, 1960).
C’è un filo rosso che percorre tutto il suo lavoro: la questione, tuttora persistente nella società statunitense, del razzismo e della supremazia dei bianchi sugli afroamericani. Un tema al centro di suoi video diventati noti anche in Italia, come The White Album, con cui Jafa si è aggiudicato il Leone d’oro alla Biennale di Venezia del 2019, e Love Is the Message, the Message Is Death (2016), che è stato mostrato per quarantott’ore in streaming nel 2020 per sostenere il movimento Black Lives Matter.
Quest’ultimo video, che può essere considerato un manifesto dell’intera opera di Jafa, è un’ode di sette minuti alla popolazione, storia e cultura afroamericane, con tutta la complessità del “sogno” americano virato nella sua versione “black”. A scene traumatiche di violenza quotidiana, perpetuata dai bianchi sui neri, si alternano immagini di imprese epiche di atleti, ballerini e musicisti afroamericani. Oltre al contenuto, anche la forma è rappresentativa del lavoro di Jafa. Si tratta di un montaggio di materiali audiovisivi che l’artista seleziona dagli archivi e dai media per realizzare una contronarrazione volta a scardinare gerarchie e stereotipi e a mostrare la forza e la bellezza dell’“essere nero”.
Un altro aspetto che non riguarda solo il caso specifico di Love Is the Message, the Message Is Death, ma l’opera di Jafa in generale, è il ruolo primario della musica. L’audio dei suoi video non è mai una semplice colonna sonora, bensì elemento caratterizzante il visivo; ciò che trasmette con immediatezza e potenza la “nerezza” o, meglio ancora, “nerità”, un neologismo sempre più usato per tradurre l’inglese “blackness”. L’artista sceglie per Love Is the Message, the Message Is Death un pezzo (Ultralight Beamdel celebre rapper Kayne West, ma, attraverso gli spezzoni filmici, compone anche un remix di brani dei più grandi protagonisti della scena musicale nera, arrivando persino a citare una performance canora di Barack Obama (nel 2015, partecipando al funerale del pastore della chiesa metodista di Charleston nella Carolina del Sud, ucciso insieme ad altri credenti da un giovane fanatico, il primo presidente afroamericano intonò l’inno Amazing Grace).
Con questo tipo di montaggio, dove immagini e suoni sono accostati secondo relazioni di reciproca influenza, Jafa intende promuovere un cinema che sia specificamente “nero”, dove la musica gioca un ruolo da protagonista, proprio come nella cultura afroamericana.


Arthur Jafa, Billboard, Foxy Lady Latour, opera presentata in occasione della mostra Live Evil (Arles, LUMA Arles, 14 aprile - 31 dicembre 2022).

ARTHUR JAFA - RHAMESJAFACOSEYJAFADRAYTON

Torino, OGR - Officine grandi riparazioni, binario 1
in collaborazione con Serpentine, Londra
a cura di Claude Adjil e Judith Waldmann, con Hans Ulrich Obrist
fino al 15 gennaio 2023, ingresso gratuito,
orario 18-22 (giovedì e venerdi), 10-20 (sabato e domenica), chiuso
gli altri giorni; www.ogrtorino.it

ART E DOSSIER N. 404
ART E DOSSIER N. 404
DICEMBRE 2022
In questo numero: FINESTRE SULL’ARTE: Crivelli, una rivelazione di Federico D. Giannini; BLOW UP: Avedon - di Giovanna Ferri; GRANDI MOSTRE. 1 - Olafur Eliasson a Firenze - Ognuno vede a modo suo di Lauretta Colonnelli; 2 - Freud a Londra - Quel senso di tragicità a fior di pelle di Valeria Caldelli; ....