PORTI E MARINE

Negli anni Trenta Lorrain riprende con intensità la frequentazione di Tassi, che proprio nel 1630 abita in via di Ripetta e nel 1632 in via del Corso a due passi da lui in via Margutta.

Le grandi scene “metafisiche” con antichi monumenti e città che si affacciano sul mare, i porti con le partenze di santi e sante si devono a scambi con il maestro. Il Porto con il Campidoglio, firmato nel 1636 circa, pendant del Campo vaccino, è un “capriccio” che mette insieme elementi reali, il Campidoglio e il Palazzo dei conservatori, e immaginari come l’arco in secondo piano a destra. Lorrain si rivela esperto nel dipingere il vascello ancorato e la serie di navi in lontananza in una luce fredda e sfumata. Confronti possono essere fatti con opere di Tassi come L’imbarco di una regina (Genova, Palazzo rosso) e Il Ritorno di Agrippina con le ceneri di Germanico e con altri dipinti di questo maestro dispersi sul mercato o in collezioni private. Ma Lorrain va oltre, diventa lui il miglior pittore di questi capricci tra cielo, mare e terra. 

La Marina con le Eliadi di Colonia, del 1635 circa, interpretato anche come la Partenza di Enea da Cartagine, firmato, inserisce un generico episodio virgiliano, forse riferibile alle figlie del Sole che piangono Fetonte, in un ampio palcoscenico con sfondo marino. La Marina dell’Ermitage di San Pietroburgo, dipinta per il vescovo di Le Mans, Charles de Beaumanoir, presente a Roma nei primi mesi del 1635, rappresenta uomini affaccendati sulla riva con assi di legno, mentre alcune donne stanno a guardare. Un palazzo classico si affaccia sul mare, ai lati ruderi medievali, sullo sfondo navi e barche. Un sottile gioco di luci, con il sole che sorge dal mare, tinge il cielo di rosa. La Marina in rame, dell’Institute of Arts di Detroit, firmata e datata 1638, destinata a Urbano VIII, come altri dipinti su rame, raccoglie tutti gli elementi della pittura di Lorrain: un porto con i suoi traffici e persone sulla riva, vascelli, grandi alberi, edifici e ruderi.


Paesaggio con danza di contadini (1637), particolare.

Porto con il Campidoglio (1636 circa); Parigi, Musée du Louvre.


Marina, dal Liber Veritatis (1636-1682); Londra, British Museum.


Marina (1634 circa); San Pietroburgo, Ermitage.

Che questi porti di mare riscuotessero un grande successo è testimoniato dalla richiesta di simili soggetti da parte di committenti prestigiosi. Il Porto, proprietà oggi del duca di Northumberland (Alnwick Castle), firmato e datato 1637, disegnato nel Liber Veritatis, era stato richiesto al pittore da papa Urbano VIII, al secolo Maffeo Vincenzo Barberini, insieme a un gruppo di altre opere. Racconta Baldinucci che il papa, colpito da due quadri fatti da Lorrain per il cardinale Bentivoglio, lo chiamò presso di sé e gli chiese quattro dipinti, una «Marina con un gran numero di vascelli e alcuni edifici di nobilissima architettura», un «ballo», cioè una danza di contadini, il «Porto di Marinella sulla spiaggia romana», che Lorrain va di persona a ritrarre, e una «scena pastorale». 

Il primo, identificato appunto nel Porto di Alnwick Castle, reca sul primo palazzo e sulle bandiere le api, stemma della famiglia Barberini, mentre le navi inalberano vessilli con i colori dell’ordine di Malta. Sulla riva l’affaccendarsi di uomini e di barche, una rissa e, in lontananza, l’atmosfera rosata di un sole basso che digrada. Si tratta di un “capriccio” con palazzi romani affacciati sul mare come a Venezia. Pendant è il Paesaggio con danza di contadini (Collection of the Earl of Yarborough, Lincolnshire), una visione solare e allegra, con la campagna romana popolata da paesani che suonano e cantano. Protagonisti i grandi alberi di cui Lorrain era maestro e il cielo dalle gradazioni atmosferiche azzurre e dorate. Firmato e datato 1637, nel corrispondente disegno del Liber Veritatis, reca la scritta che lo dice fatto per papa Urbano VIII.


Porto con il Campidoglio, dal Liber Veritatis (1636-1682); Londra, British Museum.


Marina (1638); Detroit, Institute of Arts.

Porto, dal Liber Veritatis (1636-1682); Londra, British Museum.


Particolare: Porto (1637); Alnwick (Regno Unito), Alnwick Castle.


Intero: Porto (1637); Alnwick (Regno Unito), Alnwick Castle. La vita del porto è animata: c’è chi chiacchiera, chi attende con i bagagli, chi discute e chi fa a botte. Barche e battelli solcano il mare, mentre aulici edifici si affacciano dalla riva come in un’immaginaria Venezia. Cielo e orizzonte sfumano l’uno nell’altro in una gamma di luce e colori che solo Lorrain sapeva creare. Questo magnifico dipinto, firmato e datato al centro «Claud […] Roma 1637» è uno dei quattro richiesti da Urbano VIII, al secolo Maffeo Vincenzo Barberini, ricco di insegne e di simboli, come le api, stemma della famiglia, che compaiono sul primo palazzo e sulle bandiere. Si tratta di un “capriccio”, che mescola elementi naturali e architettonici, come il richiamo a Villa Medici nella parte inferiore del secondo edificio.

Paesaggio con danza di contadini, dal Liber Veritatis (1636-1682); Londra, British Museum. Sul disegno è presente un’iscrizione: «fatto per Papa Urbano VIII».


Paesaggio con danza di contadini (1637).

Il terzo dipinto su lastra ottagonale di rame, il Paesaggio con il porto di Santa Marinella (Parigi, Petit Palais), rimasto di proprietà Barberini sino al 1815, rappresenta un porto tra reale e ideale, con barche, edifici, un gruppo di persone. Datato intorno al 1639, aveva come pendant il rame con il Paesaggio rurale con sullo sfondo Castel Gandolfo (Roma, principe Barberini), altro luogo caro al papa. Le figure si sono fatte più consistenti e corpose. Non sappiamo se siano opera di Lorrain o di un pittore di figura. Certo è che Claude si faceva autocritica in questo senso, come riferisce Baldinucci: «Adornò i suoi paesi con figure, fatte con tanta diligenza, che nulla più; ma perché in queste egli non poté mai correggere un suo molto evidente mancamento di farle troppo svelte, era solito dire che vendeva il paese, e le figure le donava». Tanto che non si offendeva affatto se il committente faceva fare le figure di paesi e marine a qualche altro pittore. 

Del 1639 circa è Il porto di Ostia con l’imbarco di santa Paola (Madrid, Prado), un olio su tela di grandi dimensioni, in cui l’antico porto romano diventa la ribalta della storia sacra della santa. Paola, che voleva raggiungere san Gerolamo in Terrasanta, parte da Roma nel 385 separandosi dai suoi quattro figli. Su una pietra in basso a destra c’è l’iscrizione «Portus ostiensis A[ugusti] et Tra[iani]». Col suo pendant con Tobia e l’angelo, conservato nello stesso museo spagnolo, il dipinto era destinato al re di Spagna Filippo IV, con altri sette raffiguranti Storie del Vecchio testamento, vite di santi e di eremiti, come informa Baldinucci. Il Paesaggio con Tobia e l’angelo è un dipinto di grande bellezza, in cui con sintesi e modernità Lorrain rappresenta in un caldo tramonto la scena di Tobia che, per ordine dell’angelo, estrae i visceri del pesce, con cui libererà la futura moglie Sara dai demoni e curerà il padre cieco. 

I dipinti per Filippo IV facevano parte del vasto programma decorativo del palazzo del Buen Retiro a Madrid, costruito tra il 1631 e il 1637 su suggerimento del conte duca di Olivares con la consulenza di molti artisti, tra cui Velázquez. Il re di Spagna, appassionato di paesaggi nordici, si era procurato non solo opere di Lorrain, ma anche di Jan Miel, Herman van Swanevelt e altri pittori servendosi con tutta probabilità delle informazioni di Giovanni Battista Crescenzi, agente tra Roma e Madrid e sovrintendente agli edifici e giardini del Buen Retiro.


Paesaggio con danza di contadini, dal Liber Veritatis (1636-1682); Londra, British Museum.


Paesaggio con il porto di Santa Marinella (1639 circa); Parigi, Petit Palais.

Paesaggio rurale con sullo sfondo Castel Gandolfo (1639).


Il porto di Ostia con l’imbarco di santa Paola, (1639 circa); Madrid, Museo Nacional del Prado.

Lorrain
Lorrain
Maurizia Tazartes
Claude Gellée (Chamagne 1600 circa - Roma 1682) era lorenese, da cui il nomecon cui era noto: Claude Lorrain o anche il Lorenese. Con il suo connazionalePoussin è uno dei molti pittori francesi (e non solo francesi) che nei primi decennidel Seicento si innamorano di Roma e dell’Italia, scelgono di viverci – affascinatidall’Antico ma anche dagli sviluppi innovativi che l’arte italiana andava elaborandoin quel tempo – e contribuiscono alla formazione e diffusione del Baroccoin Europa. In realtà da ragazzo ha una formazione da pasticcere, al punto che èconsiderato uno degli inventori della sfoglia dei croissant. Il nostro prossimodossier, ovviamente, racconta e analizza il suo indiscusso talento di paesaggista,uno dei primi a stabilire un nuovo genere di grande successo: il paesaggio fantastico,combinazione di scorci dal vero, marine, rovine, grandiosi edifici di formaclassicheggiante.