Architettura per l'arte 


GLI ETRUSCHI
A MILANO

di Aldo Colonetti

NEL CUORE DI MILANO, LA FONDAZIONE LUIGI ROVATI IL 7 SETTEMBRE HA APERTO AL PUBBLICO IL NUOVO MUSEO D’ARTE DOVE NELLO STRAORDINARIO IPOGEO, PROGETTATO DA MARIO CUCINELLA E IL SUO STUDIO, UNA PREZIOSA COLLEZIONE ETRUSCA DIALOGA CON IMPORTANTI OPERE CONTEMPORANEE.

La civiltà etrusca, affascinante ma ancora parzialmente misteriosa sia per le sue origini sia per la sua scomparsa, fa parte della nostra memoria perché è presente diffusamente nel nostro territorio. Nel Centro Italia, visibile nelle sue tracce costruttive, dalle tombe all’idea di città, ha avuto fino a ora un unico riferimento museale straordinario: il Museo Guarnacci a Volterra (Pisa).


Da settembre di quest’anno, Milano ospita in corso Venezia la Fondazione Luigi Rovati, al centro della quale troviamo un edificio tardo ottocentesco di circa tremila metri quadri. Un nuovo museo, composto da sette piani, di cui due interrati, dove protagonista è uno straordinario spazio ipogeo, ideato e progettato da Mario Cucinella e il suo studio – autore anche del progetto di restauro, ampliamento e riqualificazione dell’intero palazzo –, dedicato a una collezione etrusca, acquistata appositamente dalla Fondazione per questo prezioso ambiente espositivo.

 
Per consentire l’invenzione di questo nuovo impianto museale, «siamo partiti», precisa Mario Cucinella, «da alcuni interventi strutturali, in primo luogo da una serie di demolizioni, alleggerendo tutto l’edificio con opere di “strip-out”, in modo tale da adagiare il palazzo, temporaneamente, su pali di sottofondazione, consentendo così l’abbattimento delle vecchie strutture di fondazione e la realizzazione dei due piani interrati».


Il primo piano (piano nobile) ospita opere e interventi site-specific di Giulio Paolini, Luigi Ontani, Francesco Simeti, dialogando con il precedente intervento di Filippo Perego, protagonista da più di sessant’anni del gusto della borghesia milanese.

Il palazzo ospita anche una sala convegni, un ristorante e un bistrot di Andrea Aprea (due stelle Michelin nel 2017) e una libreria. La città entra in questo nuovo spazio, direttamente; non a caso il giardino, progettato da Marilena Baggio, è di libero accesso.

Precisa Cucinella: «Giovanna Forlanelli e io lo abbiamo pensato come un progetto che s’innesta in una sorta di quadrilatero: al centro i giardini Indro Montanelli; intorno la Fondazione Meet e il prossimo museo di Arte digitale, a Porta Venezia; in via Palestro la Galleria di arte moderna e il PAC, il capolavoro di Ignazio Gardella, compongono un unico “District Museum”, come già accade in tutte le grandi città internazionali».

La Fondazione Rovati, con questo progetto, ha portato una delle civiltà più misteriose della cultura mediterranea in una città che è destinata a guardare al futuro secondo un atteggiamento di apertura e di dialogo: oggi è già domani.

L’IPOGEO: TRE SALE CIRCOLARI E UNA GRANDE ELLITTICA, MODELLATO DA CONCI DI PIETRA SERENA


veduta dell’ipogeo


veduta dell’ipogeo

una sala del primo piano, il piano nobile.

schizzo di Mario Cucinella: un particolare dell’ipogeo


il progetto complessivo del palazzo

Fondazione Luigi Rovati - Museo d’arte

Milano
www.fondazioneluigirovati.org

ART E DOSSIER N. 403
ART E DOSSIER N. 403
NOVEMBRE 2022
In questo numero: STORIE A STRISCE -  Nuove speranze per il fumetto di Sergio Rossi; BLOW UP: Civilization di Giovanna Ferri; GRANDI MOSTRE. 1 - L’arte inquieta a Reggio Emilia - Una, nessuna, centomila identità di Giorgio Bedoni; 2 - Cézanne a Londra - Da una mela partì la sua sfida di Valeria Caldelli; ....