CATALOGHI E LIBRI

OTTOBRE 2022

I FARNESE.
ARCHITETTURA, ARTE, POTERE

Monumentale come il Complesso monumentale della Pilotta che ha ospitato a Parma la rassegna sui Farnese(terminata il 31 luglio scorso), il catalogo illustra molti argomenti da tempo indagati da studiosi di varie discipline, ma sempre aperti a ulteriori approfondimenti: sono i fasti dei Farnese, uomini di chiesa, di prestigio politico, mecenati e collezionisti che hanno attraversato, fra le altre cose, non solo le vicende emiliane ma anche quelle romane. Di queste ultime resta memoria nel celebre palazzo Farnese, oggi sede dell’ambasciata di Francia, affrescato dai Carracci. Ma anche nel palazzo Farnese di Caprarola (Viterbo), affrescato dagli Zuccari, con episodi che glorificano la casata suggeriti da Annibal Caro. Ultime, ma non meno importanti, le vicende napoletane. Proprio da Napoli sono giunti in mostra i prestiti forse più rilevanti, sia dal Museo e Real bosco di Capodimonte con i dipinti, fra gli altri, di Raffaello e di Giorgio Vasari, sia dal Museo archeologico nazionale, che ospita gran parte della ricchissima collezione farnesiana di antichità, un tempo a Roma. Una grande sfida, che il catalogo illustra attraverso tutti i temi sopra citati, e anche altri, grazie ai più accreditati specialisti. Dieci e lode.


A cura di Simone Verde
Electa, Milano 2022
320 pp., 268 ill. colore
€ 52


KLIMT, L’UOMO, L’ARTISTA, IL SUO MONDO

Klimt è irresistibile. Non si contano le esposizioni sull’artista austriaco, morto nel 1918 a pochi giorni da Schiele, cui spesso viene associato, pur nelle differenze di stile ma nella comune rottura antiaccademica. I nudi erotici di Schiele, i ritratti magnetici di Klimt, le sue composizioni impreziosite di ori e colori smaltati rimandano al cosmopolitismo della Vienna felix, dei salotti intellettuali, dei musicisti, degli studi di biologia e neurologia e della Secessione, fermento di idee e di tensioni. Monografie, biografie, film, seguono da decenni l’irripetibile stagione viennese e il percorso artistico e umano di Klimt. Per non parlare degli eventi full immersion, dove le immagini compaiono da ogni parte in dissolvenza. L’arte ricercata di Klimt si presta a “incastri” e magiche apparizioni, come nel piccolo allestimento dorato nella saletta intima, per poche persone alla volta, che apriva la mostra di Piacenza, di cui questo libro costituisce il catalogo (Galleria d’arte moderna Ricci Oddi, 12 aprile - 24 luglio 2022). Gli ultimi giorni le lunghe code, nonostante il caldo atroce, testimoniano che ne valeva la pena: non immensa ma ricca di spunti, come il catalogo, focalizzata sui molteplici intrecci di Klimt con artisti come Schiele, Franz von Stuck, Koloman Moser, e i “nostri” Felice Casorati e Vittorio Zecchin, dunque con nuove idee e nuovi artisti, con le riviste di avanguardia, le innovative copertine, i progetti architettonici, gli arredi, le arti applicate. Un forte richiamo, indagato anche nel catalogo, è la vicenda a lieto fine del Ritratto di signora di Klimt, una giovane donna a mezzo busto in un piccolo quadro, che in una delle ultime stanze del museo ha accolto una moltitudine di sguardi. Il dipinto, rubato nel 1997 dalla Galleria Ricci Oddi, è ricomparso nel 2019 in modo inconsueto e fortunoso: non era andato lontano, nascosto com’era in un muro dell’edificio che lo ospitava e che oggi, dopo il restauro, è tornato a ospitarlo. Due donne – una misteriosa, l’altra ben nota, la colta e bella Amalie Zuckerkandl, il cui celebre ritratto, affascinante perfino nel vestito rimasto incompiuto, apriva la rassegna – sono le due punte di diamante di un libro da leggere con attenzione. Aggiungiamo che Skira è anche l’editore del corposo catalogo della mostra tenutasi al Museo di Roma (27 ottobre 2021 - 27 marzo 2022), a cura di Franz Smola, Maria Vittoria Marini Clarelli e Sandra Trette.


A cura di Gabriella Belli, Elena Pontiggia
Skira, Milano 2022
320 pp., 268 ill. colore
€ 35

MADDALENA IL MISTERO E L’IMMAGINE

A un prezzo contenuto, considerata la mole, il libro sulla iconografia della Maddalena resta a memoria della gigantesca mostra di Forlì (Maddalena. Il mistero e l’immagine, Musei di San Domenico, 20 marzo - 10 luglio 2022), a cura di quattro eccellenti studiosi, ognuno da par suo responsabile di diverse sezioni tematiche: un lungo percorso, dalle premesse iconografiche che affondano le radici nell’antichità (quando ovviamente il tema cristiano della Maddalena non era contemplato) ai nostri giorni, cioè con il significativo video di Bill Viola, di fronte al quale, a chiusura della rassegna, mi sono trovata a fianco di una coppia di anziani, dapprima un poco sconcertati per la crudezza del nudo di donna del filmato ma poi sempre più coinvolti e partecipi, a conferma che le mostre hanno infiniti meriti, non ultimo quello di avvicinare anche un pubblico non avvezzo a temi inconsueti, finanche dall’apparenza (e spesso anche dalla sostanza) trasgressiva. A distanza di oltre venticinque anni dalla grande esposizione che la brillante Marilena Mosco aveva curato a Firenze in palazzo Pitti (La Maddalena fra sacro e profano, 1986), non è stato un azzardo ma una bella sfida riproporre, con ulteriori stimoli e proposte, un tema misterioso, come recita il sottotitolo, e di grande impatto visivo. Un personaggio, quello della Maddalena, che è stato interpretato nell’arte, nel corso dei secoli e attraverso testi ortodossi e apocrifi (specialmente gnostici), sotto aspetti spesso in contraddizione fra loro: santa, peccatrice, redenta, fedele, penitente, discinta, modesta, giovane, vecchia, ossessionata, derelitta, innamorata, quasi sempre dai capelli lunghi e biondi con i quali talvolta è immortalata mentre asciuga i piedi di Cristo, solcati dalle sue lacrime di dolore. Dev’essere stato un difficile compito, quello dei curatori, districarsi fra iconografie e significati, e rendere organicamente sistemato un itinerario lastricato di capolavori dei più grandi artisti di tutti i tempi (impossibile citarne alcuni senza far torto agli altri). Torneremo a parlarne, anche perché di capolavori nella mostra forlivese ve ne erano molti anche poco noti ai più, ed è proprio su uno di questi, di Polidoro da Caravaggio, che parleremo nella rubrica “L’oggetto misterioso”.


A cura di Cristina Acidini, Gianfranco Brunelli, Fernando Mazzocca, Paola Refice
Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo (Milano) 2022
544 pagine, oltre 400 ill. colore
€ 38



DONATELLO.
IL RINASCIMENTO

La recente mostra fiorentina di Donatello (conclusasi il 31 luglio scorso), curata da Francesco Caglioti, è stata epocale e forse irripetibile, se non da Caglioti stesso, massimo studioso del più grande scultore del primo Rinascimento, che ha anche la capacità di rendere comprensibile un tema non facile a chi non se ne intende. Lo abbiamo osservato a fianco dei più diversi tipi di visitatori, nelle sale allestite con sobria eleganza ed efficacia espositiva, a palazzo Strozzi e al Bargello. Nel tempio della scultura fiorentina del Rinascimento era di grande suggestione, per esempio, entrare nel salone al primo piano, e trovarsi al cospetto del giovane San Giorgio, col suo bassorilievo a stiacciato affiancato stavolta, per la prima volta certamente, da due affreschi di Andrea del Castagno, del ciclo con gli uomini illustri da tempo vanto degli Uffizi. Già a quel primo colpo d’occhio si capiva la sapienza di Caglioti nell’immaginare un allestimento che ha puntato sui confronti. Chiara a tutti diveniva la grandezza del primo Donatello e la sua influenza, nel confronto (e molti altri ve ne erano, anche a palazzo Strozzi) fra un’opera giovanile e rivoluzionaria, prima testimonianza concreta delle regole brunelleschiane, capolavoro di finezza scultorea, e i bellissimi, ma più recenti uomini ad affresco, col piede scorciato, sul fondo di marmi variegati che imitano perfino le rotture della pietra antica. Questa è solo una minuscola suggestione per invogliare a leggere il libro, per comprendere la grandezza di un artista (quasi) inimitabile, giacché di imitazioni, come mostra Caglioti, ne ebbe moltissime. La mostra è stata ben organizzata, per temi e scansioni cronologiche, e altrettanto fa il catalogo, che resta un imprescindibile punto di partenza per qualsiasi studio futuro sulla scultura (e non solo sulla scultura) del Rinascimento fiorentino (e non solo fiorentino). Un plauso va anche ai responsabili e all’intero staff delle due sedi espositive – Fondazione palazzo Strozzi e Museo del Bargello –, all’editore del catalogo, Marsilio, e naturalmente a Laura Cavazzini, Aldo Galli, Neville Rowley, a fianco di Caglioti in questa impresa lodevolissima.


A cura di Francesco Caglioti con Laura Cavazzini, Aldo Galli, Neville Rowley
Marsilio, Venezia 2022
458 pagine, oltre 200 ill. colore
€ 72


ART E DOSSIER N. 402
ART E DOSSIER N. 402
OTTOBRE 2022
In questo numero: FINESTRE SULL’ARTE - La Galleria nazionale dell’Umbria riparte di Federico D. Giannini; DENTRO L’OPERA - Riattivare la storia di Cristina Baldacci; GRANDI MOSTRE. 1 - Giovanni Chiaramonte ad Astino - L’infinito messo a fuoco di Corrado Benigni; 2 - L’occhio in gioco a Padova - Visioni in movimento: reali o immaginarie di Sileno Salvagnini; ....